Fiducia incondizionata

Chi era Plinio Corrêa de Oliveira? Una delle risposte più appropriate, anche se incompleta, consisterebbe semplicemente nel ricordare alcuni fatti della sua vita: leader cattolico indiscusso, scrittore prolifico, fondatore di un’opera apostolica la cui influenza ha superato ogni frontiera… E l’elenco delle sue qualità potrebbe, senza dubbio, essere molto più lungo, come suggeriscono le pagine di questa edizione.

La missione di un uomo provvidenziale, tuttavia, non si limita alla sua traiettoria terrena. Più che chiedersi chi sia stato il Dott. Plinio, occorre chiedersi chi è – e chi continuerà ad essere – il Dott. Plinio. In effetti, una volta egli stesso dichiarò che la sua opera non era «un museo, ma uno stendardo in marcia».1

Questa perennità che rompe i vincoli della morte si verifica soprattutto in relazione a un fondatore perché, come denota il nome stesso, tutta la potenza di crescita dell’edificio della sua opera è contenuta nella solidità del fondamento, che è lui stesso, e tutto lo sviluppo dell’influenza di quest’opera rimanderà sempre al principio, che ne concentra la forza. Per questo motivo, l’attualità della figura del Dott. Plinio sarà evidente nella misura in cui verrà messa in atto – si attualizzerà – la sua eredità.

Tutto questo non è stato dimenticato nei sotterranei della Storia, né in angoli nascosti di libri impolverati; è stato posto su un candelabro ed è stato scritto nell’anima di innumerevoli discepoli. E in questo sta il suo trionfo. Come osservò San Tommaso d’Aquino,2 la perfezione di un essere si rivela in misura tanto maggiore quanto più è in grado di trasmettere agli altri ciò che sa fare. Quindi, non si può comprendere davvero chi sia il Dott. Plinio, se si prescinde dal ruolo del suo più autorevole interprete: Mons. João Scognamiglio Clá Dias, fondatore degli Araldi del Vangelo.

Il Dott. Plinio nel febbraio 1990

Come accadde con il Beato Giordano di Sassonia rispetto a San Domenico o, in un altro ambito, tra San Michele Rua e San Giovanni Bosco, la grande impresa di Mons. João non fu semplicemente quella di ripetere ciò che aveva compiuto il suo maestro, ma di portarlo avanti, trasformando in realtà le alte aspirazioni a cui le circostanze lo avevano costretto a rinunciare in vita e che oggi vediamo, in larga misura, concretizzate in un’opera, gli Araldi del Vangelo, interamente posta a servizio della Chiesa.

Il vigore di questa linfa si intravede nei semi che il Dott. Plinio ha piantato nel corso della sua vita, irrorandoli con molto sangue, sudore e lacrime. La sua causa formale si deduce dal testamento da lui scritto il 10 gennaio 1978: «Dichiaro di aver vissuto e di sperare di morire nella Santa Fede Cattolica Apostolica Romana, alla quale aderisco con tutte le forze della mia anima. Non trovo parole sufficienti per ringraziare Nostra Signora per il favore di aver vissuto fin dai miei primi giorni e di morire, come spero, nella Santa Chiesa, alla quale ho votato, voto e spero di votare fino all’ultimo respiro, assolutamente tutto il mio amore».3

Più che chiedersi chi sia stato il Dott. Plinio, occorre chiedersi chi è – e chi continuerà ad essere – il Dott. Plinio. La sua eredità non assomiglia ad un museo, ma a uno stendardo in marcia, posto nelle mani di innumerevoli figli

Come risulta chiaro dall’immagine dello stendardo in marcia sopra menzionata, il Dott. Plinio non si aggrappava alla nostalgia del passato, ma lanciava uno sguardo di speranza verso il futuro. Svincolata da ogni “archeologismo”, per lui la Contro-Rivoluzione viveva della nostalgia del futuro. E, per questo motivo, fiducia è la parola che riassume l’atteggiamento di Mons. João di fronte agli eventi che seguirono il 3 ottobre 1995, data della morte del suo padre spirituale.

Fiducia perché Cristo ha vinto la morte e il mondo (cfr. Gv 16, 33). Fiducia perché Nostra Signora ha promesso a Fatima l’avvento del suo Regno. Fiducia perché gli uomini provvidenziali partecipano già, attraverso la loro contemplazione, all’eternità di Dio4 e, quindi, non muoiono: «Chi crede in Me, anche se muore, vivrà» (Gv 11, 25).

La fiducia nasce dalla fedeltà a una promessa, è alimentata dalla dedizione nelle attività quotidiane, si consolida grazie alla speranza che non delude (cfr. Rm 5, 5) e irradia i suoi effetti alle generazioni future. Il Dott. Plinio ha vissuto di speranza fino al suo ultimo respiro, confermando ciò che aveva dichiarato: «Dopo la morte, spero di pregare insieme a [Nostra Signora] per tutti, aiutandoli così in modo più efficace che nella vita terrena».5

Nei drammi di ogni sorta che si accumulano, gli innumerevoli esempi di fiducia dati dal Dott. Plinio e il suo perpetuo «sì» ai disegni divini ispirano certamente i suoi figli spirituali.6 La grazia continua a suscitare nei loro cuori «parole di dolcezza e di pace»,7 come dice Padre Thomas de Saint-Laurent, e a illuminare il cammino di chi vuole ascoltarle.

Tuttavia, così come il trionfo del Dott. Plinio è stato conquistato a caro prezzo,8 lo stesso accadrà alla sua opera. Come egli stesso ha sottolineato, la forma più eccellente di fiducia è quella che contraddice tutte le previsioni e fa sanguinare l’anima per l’imprevisto, ma che genera frutti abbondanti. Infatti, soltanto seguendo le orme del Crocifisso si può giungere alla gloria della Resurrezione.

La ricorrenza del trentesimo anniversario della scomparsa di un uomo così illustre si riveste in questo 2025 di un significato del tutto speciale poiché ci troviamo precisamente in un anno giubilare dedicato alla speranza, la cui cifra distintiva si chiama virtù della fiducia. In questa prospettiva, riguardo alla vera speranza Papa Leone XIV così commenta: essa consiste «non nel cercare di evitare il dolore, ma nel credere che, anche nel cuore delle sofferenze più ingiuste, si nasconda il seme di una vita nuova».9

Il percorso del Dott. Plinio nella Chiesa Militante è stato un incessante proclama di fiducia, anche quando le tenebre sembravano dominare definitivamente la luce, a costo anche di tante ingiustizie e contraddizioni. Ma è in tali occasioni che diventa bello credere nella luce. Se i suoi figli spirituali – così come tutti gli uomini di buona volontà – seguiranno il loro maestro in questa virtù, potranno essere paladini della fiducia, anche se gli eventi smentissero la loro fede. Quando questo accadrà, dovranno credere ancora di più nella vittoria e credere «anche nell’inverosimile, anche nell’impossibile, se questo impossibile e questo inverosimile sono sulle vie di Maria Santissima».10

La fiducia è invincibile, perché partecipa della vittoria di Dio stesso.

 

Il Dott. Plinio negli anni ‘90

 

Note


1 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Conversazione. Amparo, 17/10/1985.

2 SAN TOMMASO D’AQUINO. Somma Teologica. I, q.108, a.2, ad 2.

3 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. 10/1/1978: un testamento. In: Dr. Plinio. São Paulo. Anno III. N.22 (gennaio 2000), p.5.

4 Cfr. SAN TOMMASO D’AQUINO, op. cit., q.10, a.3, ad 1.

5 CORRÊA DE OLIVEIRA, 10/1/1978: un testamento, op. cit., p.5.

6 Vedi in particolare l’articolo La storia di un «sì» costante, in questo numero.

7 SAINT-LAURENT, Thomas. O livro da confiança. São Paulo: Retornarei, 2019, p.13.

8 A questo proposito, si veda l’articolo Il trionfo conquistato con il sangue, in questo numero.

9 LEONE XIV. Udienza generale, 27/8/2025.

10 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Conferenza. São Paulo, 20/12/1991.

 

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