Grande ritorno

Per San Tommaso d’Aquino, il Creatore ha plasmato l’universo secondo lo schema exitus-reditus: le creature sono uscite dalle mani di Dio – exitus per tornare a Lui – reditus. Nell’Antico Testamento, il Signore facilitò questo “ritorno” attraverso l’alleanza con Israele. Spettava al popolo eletto corrispondere a questa chiamata – in particolare attraverso la virtù della religione, annessa a quella della giustizia nel restituire il dovuto onore a Dio –, per cui i figli della promessa utilizzavano le più svariate forme di salmodie, sacrifici e celebrazioni per la lode divina.

Nel corso dei tempi, purtroppo, ci sono state varie lordure che hanno infangato la vera adorazione a Dio, come il culto a Baal, a Moloch e al vitello d’oro, per non parlare del rifiuto riguardante i profeti inviati al popolo e della morte di molti di loro.

L’abominio salì fino alla classe sacerdotale. Sia menzionato soltanto l’esempio dei figli di Eli, Ofni e Fineas, che durante l’olocausto sottraevano la carne offerta a Dio, oltre a consegnarsi all’immoralità nella Tenda della Riunione. Il Signore promise la morte di questi “figli di Belial” (1 Sam 2, 12), annunciando: «Dopo, farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele che agirà secondo il mio cuore e il mio desiderio» (1 Sam 2, 35).

Storicamente si suole identificare questo sacerdote con Sadoc, il primo a officiare il culto al Dio vero nel Tempio di Salomone, ma solo in Gesù il sacerdozio raggiunse la perfezione: «Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli» (Eb 7, 26). Nostro Signore è stato costituito «Mediatore tra Dio e gli uomini» (1 Tm 2,5), i cui Sacramenti partecipano al “ritorno” al Creatore a cui si è fatto sopra riferimento.

Come in passato, nel corso della Storia della Chiesa sono abbondate le prevaricazioni riguardo alla debita lode a Dio, in larga misura dovute alla promiscuità con il paganesimo. In un’occasione, ad esempio, San Colombano trovò battezzati e pagani che sacrificavano al dio Wotan. Già il Concilio di Tours, nel 567, dovette condannare il culto segreto che alcuni prestavano a fontane, alberi e pietre. E il sacerdozio non passò indenne: il cesaropapismo bizantino del X secolo accettò di benedire unioni fondate sul crimine o sull’adulterio. Ricordiamo anche che la prima delle grandi rivoluzioni – quella protestante – si è verificata a causa di un prete apostata: Lutero.

Anche oggi la Chiesa, proprio come al tempo di Sadoc e di Cristo stesso, ha bisogno di una purificazione della religione e del sacerdozio. Da notare che la Madonna a Fatima ha chiesto preghiere per il clero, la cui infedeltà era già stata diagnosticata nella sua apparizione a La Salette. In entrambi i messaggi viene sottolineata l’importanza del culto divino.

La Santissima Vergine desidera, inoltre, una “vera devozione”, non basata su ipocrisie e interessi, come denunciò San Luigi Maria Grignion de Montfort, ma su un’autentica oblazione, cioè, sull’abbandono totale nelle sue mani e sulla piena separazione dal peccato. Mentre il neopaganesimo avanza in tutto il mondo – anche a causa dell’inazione di una certa parte del clero, interessata ai “vitelli d’oro”, alla “carne”, agli “alberi” e alle false benedizioni – milioni di persone si sono consacrate a Maria in tutto il mondo.

In questo frangente acquista pieno significato la preghiera del Santo mariano: «Signore Gesù, memento congregationis tuæ. Ricordati di dare a Tua Madre una nuova compagnia, affinché attraverso di Lei si rinnovino tutte le cose, e affinché attraverso Maria Santissima si concludano gli anni di grazia, così come attraverso di Lei li hai iniziati». Questo sarà, dunque, il “grande ritorno” della Storia.

 

Statua pellegrina del Cuore Immacolato di Maria

 

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