«Ho sete» (Gv 19, 28)! Da secoli, la pietà cattolica è solita attribuire un profondo significato spirituale a queste parole di Nostro Signore sul Golgota. Non si tratta solo del tormento fisico patito dal Salvatore, ma soprattutto di una misteriosa supplica riguardante le anime che era venuto a redimere. Sì, il Creatore di tutte le cose, l’unico Essere che basta a se stesso, ha sete dell’amore delle sue creature.
Nel corso dei secoli, questo grido commovente è risuonato negli angoli più disparati. Tuttavia, poche volte tali risonanze sono state così intense e pregnanti come nelle rivelazioni del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque nel XVII secolo.
Vita di sofferenza: una cornice per le apparizioni
22 luglio 1647, festa di Santa Maria Maddalena. Nella cittadina di Lautecourt, in Francia, nasceva Margherita, figlia di Claude Alacoque, notaio reale e giudice, e di Filiberta Lamym.
Fin dalla più tenera infanzia, la bambina si sentiva interiormente spinta a ripetere: «Mio Dio, Ti consacro la mia purezza e Ti faccio voto di castità perpetua».1 Alla morte del padre, nel 1655, fu affidata alle cure di una comunità di clarisse a Charolles, dove fece la prima Comunione all’età di nove anni. Già non trovava più alcun piacere nella vita se non quello di stare vicino a Nostro Signore nel Santissimo Sacramento.
Tuttavia, a mano a mano che cresceva, Margherita notava il suo cuore diviso tra i familiari e la vita contemplativa. Quelli volevano che la fanciulla contraesse un vantaggioso matrimonio; il chiostro, invece, esigeva da lei una consacrazione totale. Nel mezzo di questa dura battaglia, il Signore venne in suo soccorso e, ricordandole del voto di castità che aveva proferito fin dall’infanzia, le promise: «Se Mi sarai fedele, non ti lascerò mai e sarò la tua vittoria contro tutti i tuoi nemici».2 Dopo questa grazia, la vergine fece il fermo proposito di prendere l’abito religioso.
Quando, il 25 maggio 1671, fu per la prima volta nel parlatorio della Visitazione di Paray-le-Monial, sentì dentro di sé le seguenti parole: «È qui che Io ti voglio».3 Il 20 giugno, Margherita lasciò il mondo per sempre, entrando nel chiostro delle Figlie di Santa Maria.
La Provvidenza prese sul serio questa consacrazione, trattando la neo-professa come una vittima scelta per essere immolata sul Calvario della vita religiosa. Come le rose fioriscono in mezzo alle spine, così le lotte che Margherita dovette affrontare avrebbero fatto da cornice alle insigni grazie che le furono concesse. Le difficoltà stavano depurando la sua anima affinché le parole celesti potessero raggiungere ogni angolo della Terra con chiarezza, integrità e penetrazione.
Una volta preparata la religiosa, era giunto il momento che il Sacro Cuore di Gesù annunciasse il suo messaggio al mondo attraverso di lei.
La prima apparizione
Era la festa liturgica di San Giovanni Evangelista, il 27 dicembre 1673. Margherita stava pregando in speciale raccoglimento davanti al Santissimo Sacramento quando Nostro Signore, facendola riposare sul suo petto a somiglianza del Discepolo Amato, dichiarò: «Il mio Divin Cuore è così ardente d’amore per gli uomini, e in particolare per te, che, non potendo più contenere in sé le fiamme della sua ardente carità, deve riversarle attraverso di te, e manifestarsi agli uomini per arricchirli dei suoi preziosi tesori». 4
E aggiunse: «Ho scelto te, come abisso di indegnità e ignoranza, per la realizzazione di questo grande disegno, affinché tutto sia fatto da Me».5
Poi, prendendo misticamente il cuore della sua eletta, il Signore lo introdusse nel suo, come una scintilla posta in una fornace ardente, per poi restituirglielo trasformato in una fiamma.
Primi venerdì
Da quel giorno, la santa avrebbe sofferto terribili dolori al costato come pegno dell’autenticità dell’apparizione. Questi dolori si rinnovavano soprattutto il primo venerdì di ogni mese. In queste occasioni, però, il Divin Maestro le appariva in tutto il suo splendore per consolarla e comunicarle i suoi disegni.
In una di queste circostanze, le piaghe del Redentore brillavano come soli. Aprendo il suo costato trafitto, il Salvatore scoprì il suo adorabile Cuore, che ardeva come una fornace consumandosi in un amore puro per gli uomini, anche per quelli che non ricambiavano il Suo affetto.
Poi Si lamentò: «Se essi mi corrispondessero con un po’ di amore, Io farei in un attimo tutto quello che ho fatto per loro, e vorrei fare ancora di più se fosse possibile; invece non hanno se non freddezza e repulsione verso tutta questa mia smania di fare loro il bene».6 Tale ingratitudine faceva soffrire l’Uomo-Dio più crudelmente che nella Passione.
E, con grande emozione, pregò quell’anima eletta: «DamMi almeno tu il piacere di sopperire alla loro ingratitudine, per quanto puoi e sei in grado di fare. […] Dovrai comunicarti ogni primo venerdì del mese; e tutti i giovedì sera ti farò partecipare a quella mortale tristezza che ho voluto sentire nell’Orto».7
Subito dopo, Nostro Signore le ordinò di alzarsi tra le undici e la mezzanotte per vegliare con Lui e pregare prostrata per un’ora per placare l’ira divina.
Ecco qui l’origine di due devozioni oggi molto conosciute e consigliate: l’ora santa e la Comunione riparatrice dei primi venerdì di ogni mese, fatta dai fedeli con l’intenzione di riparare i peccati commessi contro il Sacro Cuore di Gesù.
Sofferenza in riparazione dei peccati
All’interno del chiostro, Margherita dovette subire molte incomprensioni e umiliazioni, offerte per riparare a tanto amore non corrisposto e per placare la collera divina per i peccati degli uomini, soprattutto delle anime consacrate.
Più di una volta, alcuni sacerdoti e persino le sue sorelle d’abito credettero che fosse stata ingannata dal demonio, al quale attribuivano le rivelazioni. La Santa stessa arrivò persino a cercare di sfuggire al fascino del Divin Sposo, che però Si lamentava con lei: «Perché lotti contro di Me, che sono il tuo puro, vero e unico amico?».8 Un giorno, trovandosi particolarmente confusa in mezzo a tali amarezze, la visitandina sentì una voce che le prometteva: «Sii paziente e aspetta che venga il mio servo».9
Il servo di cui la Provvidenza le parlava era Padre Claudio de La Colombière, superiore dei gesuiti di Paray-le-Monial. Invitato a tenere una conferenza alle visitandine, si occupò in particolare di Suor Margherita, che gli espose le sue difficoltà. Il sacerdote la tranquillizzò, rassicurandola sull’origine divina dei fenomeni che le stavano accadendo e ordinò che la veggente scrivesse tutto ciò che aveva sentito, assumendosi il compito di perorare la causa del Sacro Cuore di Gesù. Da quel giorno, egli sarebbe stato un vero sostegno per la religiosa.
La grande rivelazione
Il 16 giugno 1675, durante l’ottava della Solennità del Corpus Domini, ebbe luogo la più nota delle rivelazioni a Santa Margherita Alacoque.
La vergine stava pregando davanti al tabernacolo quando Nostro Signore le apparve sopra l’altare e, indicando il suo Cuore Divino, pronunciò questo sublime lamento: «Ecco questo Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla fino ad esaurirsi e consumarsi per testimoniare loro il suo amore; e per riconoscenza non ricevo altro che ingratitudine dalla maggior parte di loro per mezzo di irriverenza e sacrilegi, tiepidezza e disprezzo che usano verso di me in questo Sacramento d’amore. E ciò che mi addolora ancor di più è che coloro che Mi trattano così sono cuori a Me consacrati».10
Con affettuosa bontà, il Salvatore chiese allora che si istituisse una festa il primo venerdì dopo l’ottava del Santissimo Sacramento, dedicata in modo particolare alla riparazione a quel Cuore dolcissimo per le offese contro la Santa Eucaristia, incaricando il suo “servo”, Padre La Colombière, di ottenerla dalle autorità ecclesiastiche.
E, come per spingere i fedeli di tutti i tempi ad ascoltare il suo appello, l’Uomo-Dio consegnò le sue parole di vita eterna: «Io ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per riversare abbondantemente gli influssi del suo amore divino su coloro che gli tributeranno questo onore e che cercheranno di farglielo tributare».11
Il trionfo del Sacro Cuore
Fino a quel momento, però, le parole del Salvatore avevano trovato poca eco nel cuore delle sorelle d’abito di Margherita. Ma nulla poteva smorzare l’animo della fedele suora, poiché la animava la promessa del Divin Sposo: «Regnerò nonostante i miei nemici e tutti coloro che vorranno opporsi».12
Soltanto verso la fine del 1684 quelle anime consacrate cominciarono ad aprirsi alla nuova devozione. Il 21 giugno 1686 fu celebrata, alla Visitazione, la prima festa del Sacro Cuore di Gesù e, nel 1688, fu dedicata una cappella del monastero in suo onore.
Conquistato quel nucleo di anime consacrate, fu solo questione di tempo prima che la devozione si diffondesse in tutto il mondo cattolico, soprattutto grazie allo zelo di sacerdoti gesuiti come Padre Jean Croiset e Padre Ignacio Rolin. Questa espansione consolò molto la Santa, al punto che confidò a una delle sue sorelle visitandine che, non trovando più occasioni di sofferenza in questa vita, si sentiva vicina all’incontro definitivo con il suo unico Amore.
Grande ritiro
Così, il 22 luglio 1690, la veggente iniziò un ritiro spirituale prevedendo già il suo passaggio all’eternità. L’obbedienza, tuttavia, richiese un’interruzione di questo periodo di raccoglimento. La Santa si stava preparando a riprendere gli esercizi il 9 ottobre quando, poco prima della data stabilita, fu colpita da una forte febbre. Alla domanda se avesse ancora la forza di andare in tale isolamento, Margherita rispose: «Sì, ma sarà il grande ritiro».13
Infatti, la sua convalescenza fu di breve durata. Anche se i medici pensavano che si trattasse di una malattia passeggera, lei sapeva di essere nei suoi ultimi momenti. «Com’è dolce morire dopo aver avuto una tenera e costante devozione al Cuore di Colui che ci giudicherà», esclamò all’occasione14 .
Infine, la sera del 17 ottobre, la malata entrò in agonia. La comunità accorse per assistere al sublime transito, il cappellano si affrettò ad amministrare gli ultimi Sacramenti. Prima ancora che il sacerdote avesse terminato l’Estrema Unzione, la moribonda esalò l’ultimo respiro dopo una soave esclamazione: «Gesù!».
Refrigerio della riparazione o aceto dell’indifferenza?
Dopo la morte di Santa Margherita, la devozione al Sacro Cuore si diffuse ampiamente nei monasteri visitandini e nelle diocesi francesi, molte delle quali approvarono feste liturgiche proprie in risposta alla richiesta di riparazione fatta dal Salvatore. Nel 1856, Pio IX concesse alla celebrazione il suo carattere universale iscrivendola nel Calendario Romano, e il 13 maggio 1920 la “discepola del Sacro Cuore” fu canonizzata da Benedetto XV.
In questo calamitoso XXI secolo, in cui gli oltraggi al Cuore di Gesù si moltiplicano ovunque, anche tra coloro che dovrebbero onorarlo di più, le promesse irrevocabili da Lui fatte consegnano il pegno offerto dal Redentore a coloro che sanno ascoltare il suo appello facendoGli zelante compagnia durante la passione della sua Sposa Mistica, la Chiesa.
Seguiremo l’esempio di Santa Margherita rispondendo a questa sublime supplica con il refrigerio della riparazione? Oppure, alla maniera del soldato romano, Gli offriremo l’aceto dell’indifferenza per placare la sua sete? ◊
Le dodici promesse
Tra i vari brani dei sublimi dialoghi tra Nostro Signore e Santa Margherita, sono diventate celebri le promesse fatte dall’Uomo-Dio in diverse occasioni a coloro che desiderano ascoltare il suo appello all’amore e alla riparazione. Per il beneficio spirituale del lettore, le elenchiamo qui di seguito.
- Concederò loro tutte le grazie necessarie allo stato in cui vivono.
- Darò la pace alle loro famiglie.
- Li consolerò nelle loro afflizioni.
- Sarò il loro rifugio nella vita, soprattutto nell’ora della morte.
- Effonderò copiose benedizioni sui loro sforzi.
- I peccatori troveranno nel mio Cuore l’origine e l’oceano infinito della misericordia.
- I tiepidi diventeranno ferventi.
- I ferventi si eleveranno presto a una grande perfezione.
- Benedirò quei luoghi in cui l’immagine del mio Cuore viene esposta e onorata.
- Darò ai sacerdoti il dono di smuovere i cuori più induriti.
- Il nome di coloro che diffondono questa devozione sarà scritto nel mio Cuore e non sarà mai cancellato.
- Nell’estrema misericordia del mio Cuore onnipotente, concederò a tutti coloro che si comunicheranno il primo venerdì di ogni mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della perseveranza finale; non moriranno senza la mia grazia e senza aver ricevuto i Sacramenti. Il mio Cuore, in quell’ora estrema, sarà il loro sicuro rifugio. ◊
Note
1 SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE. Vida de Santa Margarida Maria Alacoque escrita por ela própria. 3.ed. Braga: Apostolado da Oração, 1974, p.12.
2 Idem, p.31.
3 Idem, p.40.
4 Idem, p.57-58.
5 Idem, p.58.
6 Idem, p.60.
7 Idem, p.60-61.
8 Idem, p.80.
9 ROHRBACHER, René François. Vidas dos Santos. São Paulo: Editora das Américas, 1961, v.XVIII, p.280.
10 SANTA MARGHERITA MARIA ALACOQUE, op. cit., pp.93-94.
11 Idem, p.94.
12 Idem, p.95.
13 GOBRY, Ivan. Sainte Marguerite Marie, la messaggera del Sacro Cuore. Parigi: Téqui, 1989, p.252.
14 HERALDO DEL AMOR DE CRISTO. Margarita Maria Alacoque. Bogotà: Montoya e Araújo, 1988, p.136.