A volte siamo portati a pensare che, per essere esauditi nella preghiera, dobbiamo formulare richieste lunghe e complicate. L’insegnamento del Salvatore, però, è ben diverso: «Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate» (Mt 6, 7-8).
Le seguenti testimonianze trascritte confermano questa preziosa lezione del Divin Maestro. Come madre che intercede con sollecitudine presso il Sacro Cuore di Gesù, Donna Lucilia non ha bisogno di richieste magniloquenti. Piuttosto, vuole che confidiamo nel suo aiuto come bambini che si abbandonano alle cure materne, aspettandosi protezione e sostegno, certi che lei si affretta sempre a soccorrere i figli che le presentano le loro necessità.
«Donna Lucilia ha riempito il nostro portafoglio!»
La sig.ra Liliana Rojas León e suo marito, il sig. José Martín Ordinola Vieyra, residenti nella città di Trujillo, in Perù, inviano il resoconto di una grazia ricevuta per intercessione di Donna Lucilia, in un momento di grande necessità.
La sig.ra Liliana ha conosciuto gli Araldi del Vangelo nell’anno 2021, attraverso il corso di consacrazione alla Madonna. Da allora ha seguito i video pubblicati su Internet, attraverso i quali ha conosciuto la storia di Donna Lucilia. Le faceva piacere seguire la narrazione della sua vita: «Ho sentito parlare dei suoi miracoli, della sua grande intercessione; ogni volta che guardavo il programma ero sorpresa dalla sua bontà e dalla sua intercessione». Tuttavia, si chiedeva: «Sarà vero? Sarà, davvero, una ‘operatrice di miracoli’?».
Così, tra la curiosità e lo stupore, la sig.ra Liliana cresceva nella devozione a Donna Lucilia: «Ho preso una sua foto, l’ho fatta sviluppare e l’ho messa in una cornice. La guardo sempre e confido nel suo grande amore per aiutarmi. Anche nelle piccole difficoltà lei mi aiuta, la guardo e mi rassicura. Nei miei momenti di paura, di timore, immagino il suo sorriso – se sono lontana dalla sua foto – e lei mi dà calma e pace».
Ebbene, durante la pandemia, a suo marito è stato diagnosticato un tumore all’ipofisi. Dopo numerosi esami e consulti medici, fu detto loro che sarebbe stato necessario un intervento chirurgico per rimuoverlo. Il costo dell’intervento, tuttavia, superava di gran lunga le possibilità della coppia: erano necessari trentamila soles peruviani, circa settemila trecento euro, per pagarlo. Come trovare questa somma?
A causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, il lavoro del sig. José Martín come avvocato era scarso e il suo reddito era basso. La fede della sig.ra Liliana portò speranza quando raccontò al marito le grazie che Donna Lucilia concede ai suoi devoti, anche in difficoltà economiche come quelle che stavano affrontando: «Mio marito, un po’ incredulo, mi disse ridendo e aprendo il suo portafoglio: ‘Chiedile di riempirmi il portafoglio!’ E io gli risposi: ‘Chiediglielo, chiediglielo e te lo riempirà!’».
Tre giorni dopo quella singolare conversazione, il sig. José Martín ricevette la notifica di dover ritirare, in una città vicina, il guadagno di una causa di lavoro di un cliente. Le spese legali ammontavano a trentamila soles, l’importo esatto dell’intervento chirurgico! La sig.ra Liliana racconta: «Fu una grande gioia quando mio marito tornò a casa e mi mostrò il mazzo di banconote, dicendomi: ‘Guarda! Ecco i soldi per il mio intervento, completo’. Gli risposi: ‘Vedi, te li ha dati Mamma Lucilia. È miracolosa, è meravigliosa!’».
Nell’aprile del 2022, il sig. José Martín è stato operato con successo. La sig.ra Liliana ha visto ricompensata la sua fiducia e conclude il suo racconto con gratitudine filiale: «Grazie, mamma Lucilia!».
Quando le risorse umane falliscono…
Notizie arrivano anche dalle terre portoghesi. La sig.ra Isabel de Jesus Fonseca Carriço, di Alhos Vedros, ci racconta di una grazia ottenuta per intercessione di questa buona madre.
Nell’agosto 2022, Isabel aveva avuto un piccolo incidente con la sua auto e aveva scelto un’officina accreditata per ripararla, in quanto la qualità del servizio era meglio garantita. Tuttavia, a causa degli scontri in Ucraina, il materiale necessario per la riparazione scarseggiava nel Paese.
Con vera apprensione, vide passare tre mesi senza ricevere alcuna notizia sulla data di restituzione del veicolo. Siccome ne aveva bisogno, telefonò alla concessionaria e le fu detto che mancava un faro. Soltanto un faro! Rassegnata, la sig.ra Isabel lasciò passare ancora un po’ di tempo. Una volta trascorsi quattro mesi, chiese di nuovo informazioni e tutto era allo stesso punto, senza alcuna previsione sulla conclusione del lavoro.
Racconta: «Decisi di ricorrere all’intercessione di Donna Lucilia e cominciai a pregarla chiedendole che mi restituissero l’auto al più presto. Decisi di andare di persona in officina, ma non ottenni nulla di più di quello che già sapevo; e iniziai a cercare un faro su diversi siti web. Era difficile. Erano tutti esauriti! Continuando a pregarla, promisi allora che avrei pubblicato questa grazia non appena mi avessero consegnato l’auto».
E non ha dovuto aspettare molto: dandole una precedenza insolita rispetto agli altri clienti, in quindici giorni la concessionaria consegnò il veicolo riparato, anche se i pezzi di ricambio erano arrivati a contagocce dalla fabbrica. Donna Lucilia aveva abbreviato quel ritardo in modo materno. «Lo considero un grande favore da parte sua, una manifestazione di affetto nei miei confronti!», scrive la sig.ra Isabel, riconoscente.
Nel giorno in cui sarò guarita
Dal Paraguay ci scrive Maria del Carmen Fretes Espinola, affettuosamente conosciuta come la sig.ra Maia, raccontando in che modo è stata aiutata da Donna Lucilia: «Nell’ottobre del 2022, improvvisamente ho cominciato ad avere una febbre molto alta. Sono dovuta andare in ospedale perché la febbre non passava. Dopo i primi esami, i medici decisero di ricoverarmi, perché i risultati non erano molto incoraggianti. Seguirono altri esami per cinque giorni, al termine dei quali mi dissero che alcuni batteri molto strani erano entrati nel mio corpo e, come se questo non bastasse, avevano rilevato una macchia sul mio polmone destro».
Dopo sette giorni di degenza, la sig.ra Maia fu dimessa, ma dovette assumere una grande quantità di farmaci e seguire delle cure mediche per la suddetta macchia. Pochi giorni dopo, la comparsa di un altro tipo di batterio la costrinse a tornare in ospedale.
Nel mese di dicembre, una TAC rivelò che la macchia, lungi dallo scomparire, era aumentata. Il medico che la seguiva affermò allora che era necessario fare una puntura nel polmone. Poiché nel Paese non esistevano mezzi per eseguire tale procedura, la sig.ra Maia consultò uno specialista nella città di San Paolo, al quale aveva inviato i risultati di tutti i suoi esami. Continua la signora: «Il medico mi raccomandò di recarmi urgentemente a San Paolo, poiché parlava di una neoplasia polmonare, per sottopormi quanto prima a una lobectomia».
Il giorno prima del viaggio, la sig.ra Maia fece visita alla casa degli Araldi del Vangelo di Asunción, dove ricevette l’assistenza sacramentale di un sacerdote dell’istituzione per aiutarla ad attraversare la difficile fase che stava iniziando. Il sacerdote la confortò dicendole che Dio ha sempre l’ultima parola e le consegnò un’immaginetta di Donna Lucilia con una preghiera sul retro. La sig.ra Maia racconta: «Prima di salutarmi, mi diede la foto di una signora di cui – mi disse – il giorno in cui il medico avesse certificato la mia guarigione, avrei dovuto visitare la tomba a San Paolo».
La sig.ra Maia non conosceva ancora la protezione materna di Donna Lucilia, ma da quel giorno affidò la sua salute e il suo trattamento alle cure di questa buona signora e tutte le sere recitava la preghiera stampata sul retro della fotografia.
La diagnosi invertita
Il 23 gennaio iniziò una serie di esami preparatori per la resezione polmonare, presso l’ospedale Albert Einstein di San Paolo. Racconta: «Fin dall’inizio sentii una forza molto speciale che mi diede molta calma e tranquillità durante gli esami; ne parlai a mio marito, perché in circostanze normali non sarebbe stato facile per me superarli».
Trovandosi ormai nella sala operatoria per fare la resezione, il giorno 26, la sig.ra Maia pregava senza sosta. In quel momento, il chirurgo entrò e disse che l’équipe medica aveva deciso di fare un’altra tomografia per chiarire un dubbio sulla macchia nel polmone, perché sembrava che fosse diminuita. La sig.ra Maia scrive: «All’inizio, mi sono spaventata e non ho voluto farmi illusioni. Ho solo pregato e pregato, ricordando la conversazione con il sacerdote. L’infermiera ha portato mio marito in ambulatorio e pochi minuti dopo il medico è tornato per darmi la notizia che l’intervento era stato annullato perché la macchia si era più che dimezzata e i noduli periferici si erano dissolti».
Piena di gioia, la sig.ra Maia chiude il suo racconto con parole di gratitudine: «Lo stesso giorno ho contattato il sacerdote araldo per raccontargli tutto quello che era successo e per dirgli che volevo visitare la tomba di Donna Lucilia il giorno successivo. Un’altra sorpresa: il sacerdote si trovava a San Paolo e aveva intenzione di recarsi anche lui al cimitero! Così, venerdì 27 gennaio, ho potuto visitare la tomba e ringraziarla per questo miracolo».
Sequenza di prove e di infermità
Altrettanto toccante è la testimonianza che la sig.ra Patricia Carolina Ríos Furlotti ci invia, ancora dal Paraguay, sperando sinceramente che la sua testimonianza possa servire ad accrescere la fede delle persone nella materna intercessione di Donna Lucilia.
Sposata da 16 anni con il sig. Marcos Rafael Rivelli Barbosa, la sig.ra Patricia non ha ancora figli e soffre di diverse malattie che sono iniziate poco dopo il matrimonio e si sono aggravate nel tempo. Entrambi sono ferventi cooperatori degli Araldi del Vangelo, conoscono la devozione a Donna Lucilia e si sono affidati a lei in varie difficoltà, ricevendo continuamente i suoi favori e la sua protezione. Tuttavia, in una delle maggiori prove che hanno attraversato, il suo intervento soprannaturale è diventato più palpabile per entrambi.
Scrive la sig.ra Patricia: «Nel 2019 mi ammalavo continuamente e mi sottoposi a diversi esami presso un ginecologo, una nutrizionista, un medico ortomolecolare, un gastroenterologo e un endocrinologo. Il ginecologo mi diagnosticò un’endometriosi che aveva raggiunto le ovaie, causando endometriomi; il gastroenterologo diagnosticò gastrite ed esofagite; e il nutrizionista rilevò un’intolleranza a venti dei principali alimenti».
Volendo evitare il trattamento suggerito dal ginecologo, poiché avrebbe perso per sempre la possibilità di diventare madre, la sig.ra Patricia scelse di aspettare un miracolo, curandosi solo con vitamine e sali minerali, oltre che con la dieta alimentare. Con il tempo, la progressione dell’endometriosi in un certo senso si arrestò, ma continuò a produrre dolori terribili e vari sintomi che le rendevano impossibile svolgere le sue normali attività. Nel novembre 2022, sentendosi molto male e quasi incapace di camminare a causa dei dolori, consultò lo specialista, che richiese una risonanza magnetica.
La sig.ra Patricia racconta: «Subito dopo aver controllato i risultati, il medico mi ha detto che entrambe le ovaie, che già presentavano cisti, erano aumentate notevolmente di dimensioni, soprattutto una di esse. Era inoltre comparso un mioma uterino che causava dolore e occupava spazio nell’utero. A causa dei dolori, gli chiesi il favore di operarmi, perché non avrei resistito a lungo con i soli farmaci».
“Non ti opererò!”
In questa situazione di sofferenza, perplessità e prove, il sacerdote responsabile dei cooperatori araldi in Paraguay invitò la sig.ra Patricia a unirsi al coro che si stava formando. Lei rispose che le sarebbe piaciuto partecipare, ma… che dipendeva da un miglioramento del suo precario stato di salute. Continua dicendo: «Allora il sacerdote, molto caritatevolmente e con tutta la fede e la fiducia, mi raccomandò di ricorrere a Donna Lucilia e di fare un ‘contratto’ con lei, affinché mi curasse e potessi così partecipare alle attività di apostolato».
Incoraggiata da questo consiglio, la sig.ra Patricia e la sua famiglia iniziarono a pregare l’Irresistibile Novena al Sacro Cuore di Gesù, prendendo come intercessore Donna Lucilia, visto che, quando era in vita, aveva una grande devozione per Lui. Oltre a recitare questa preghiera, la sig.ra Patricia teneva con sé un piccolo cuscino con i petali tolti dalla tomba di Donna Lucilia e un suo ricordo.
Così preparata, il giorno prima dell’intervento si recò nello studio medico per sottoporsi a un esame preliminare. Con sua grande sorpresa, il medico le dichiarò, subito dopo aver analizzato i risultati dell’esame: «Non la opererò!». La sig.ra Patricia così ricorda: «Gli chiesi serenamente: ‘Perché, dottore?’ Mi rispose: ‘Quella grossa cisti è scomparsa’. Gli chiesi: ‘E l’altra, dottore?’ Mi rispose: ‘È scomparsa anche quella!’ E aggiunse: ‘Perché dovrei operarla se non c’è più niente?’».
La sig.ra Patricia allora esclamò: «Ah! Si dà il caso che io abbia una santa di nome Donna Lucilia!». Il dottore replicò in tono scherzoso: «Questa signora non mi piace, mi porta via tutto il lavoro!».
Con un grido di giubilo e di gratitudine, la sig.ra Patricia conclude il suo racconto: «Quel giorno era sabato 21 gennaio 2023. Il giorno 21, cioè il giorno del mese in cui Donna Lucilia è partita per l’eternità. È come se fosse la sua firma! Sia benedetto Dio nel Sacro Cuore di Gesù e di Maria, nei suoi Angeli e nei suoi Santi, e soprattutto nella sua figlia prediletta Donna Lucilia!». ◊