Le sequoie, alberi tra i più longevi della terra, oggi ci trasmetteranno preziosi insegnamenti che, se ben osservati, saranno di grande beneficio per la nostra vita spirituale.

 

Il salmista canta: “I cieli narrano la gloria di Dio e l’opera delle sue mani annunzia il firmamento” (Sal 19, 2). Ciò significa che, attraverso il suo fascino, l’ordine della creazione riflette altissime verità e contiene preziosi insegnamenti. Si tratta di autentici “messaggi” che il Divino Artefice, desideroso di entrare in contatto con noi, ha lasciato in ogni creatura, sia essa l’alba o il tramonto, il canto degli uccelli o le onde del mare… Così, Dio ha reso gli elementi che compongono la sinfonia della natura un mezzo per condurci fino a Lui.

Con queste considerazioni nella mente, rivolgiamo la nostra attenzione al regno vegetale. Questa volta, chi ci darà lezioni preziose saranno gli alberi più grandi e longevi della terra: le sequoie.

Giganti della natura!

Originarie della California, negli Stati Uniti, le sequoie appartengono all’ordine delle conifere. Oggi ne esistono solo due specie: la Sequoia sempervirens, che può superare i cento metri di altezza e vivere per circa mille anni, e la Sequoiadendron giganteum, conosciuta come sequoia gigante, la cui longevità si estende fino a tre millenni e di cui è stato recentemente trovato un esemplare dell’altezza impressionante di centocinque metri.1

Oltre alla sua vertiginosa dimensione verticale, il possente tronco di una sequoia può raggiungere un diametro di dodici metri. Nel Sequoia National Park, negli Stati Uniti, c’è un esemplare così grosso che ci vogliono venti uomini a braccia aperte per circondarlo… Si tratta di uno dei vegetali più grandi e longevi di tutto il pianeta!

La maturità di questi alberi richiede centinaia o addirittura migliaia di anni per essere raggiunta; tuttavia – a parte l’intervento umano per l’estrazione del legno – non rischiano di vedere fermato questo processo, perché le loro foglie non costituiscono né un alimento né un rimedio, e la loro corteccia, di circa trenta centimetri di spessore, mostra una resistenza speciale al fuoco, ai funghi e agli insetti. 2

Solo un fattore può essere letale per la sequoia: essere separata dalle sue “sorelle”! Curiosamente, il luogo dove Dio l’ha piantata è troppo sassoso e non le consente di mettere radici molto profonde… Per questo motivo, le giganti del regno vegetale non trovano la loro forza di sostentamento nelle profondità della terra, come gli altri alberi, ma nel “supporto collaterale”: esse crescono sempre una accanto all’altra e intrecciano le loro radici, formando una specie di rete sotto il suolo raso. Così, unite, collegate e anche compenetrate, sono pronte ad affrontare tutte le intemperie.

Un altro aspetto interessante di quest’albero è che, quando raggiunge la “vecchiaia”, il modo migliore per prolungargli la vita si chiama fuoco. Gli incendi boschivi, comuni nella sua regione natale, gli aprono enormi fenditure. Ma la guarigione di queste ferite richiede molto tempo ed esige che raddoppi le sue energie… Vedendosi ferito, sente il bisogno di “lottare” ancora di più, il che gli conferisce vitalità per altre centinaia di anni, alla fine dei quali si ritrova ringiovanito e irrobustito. Per la sequoia, l’arrivo di un incendio significa, quindi, altri due o trecento anni di esistenza!

Sequoia gigante Sentinel, Giant Forest – Sequoia National Park (USA)

Senza dubbio, se uno di questi alberi giganteschi, durante gli ardui anni di sforzi per la sua guarigione, potesse parlarci, direbbe: “Sono ferito, ma lotto! E, proprio per questo, sto vivendo!”.

Due preziose lezioni di vita

Oggi le sequoie monumentali ci insegnano lezioni preziose per renderci spiritualmente più robusti e duraturi di loro.

La prima lezione consiste nel convincerci del fatto che non raggiungeremo mai la pienezza della nostra vocazione cristiana da soli! Possiamo anche fare qualche passo senza l’aiuto dei nostri fratelli nella fede… Tuttavia, saremo capaci di camminare, isolati, con perseveranza e precisione verso la perfezione quando si farà buio e saremo assaliti dalle prove? Saremo in grado di restare in piedi di fronte ai vortici delle tentazioni e delle illusioni del mondo?

Sappiamo, per esperienza, che ogni individualista è destinato alla sterilità soprannaturale… Nostro Signore Gesù Cristo stesso, Dio fatto Uomo, ha voluto avere bisogno di una Madre che Lo sostenesse fino al momento supremo del consummatum est e, pur essendo onnipotente, non ha fondato la sua Chiesa da solo ma ha scelto dodici Apostoli. Quanto più noi, poveri mortali, necessitiamo gli uni degli altri per raggiungere la santità!

Abbiamo bisogno di essere aiutati in questo cammino e, una volta irrobustiti, dobbiamo fortificare anche gli altri. Non fu forse questo il consiglio dato da Gesù a San Pietro: “Tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22 ,32)?

La seconda lezione che le sequoie ci trasmettono è che la sofferenza può rinnovarci e purificarci. Come gli incendi in California, presto o tardi il dolore si presenta nella nostra vita; non c’è scampo. “La vita per l’uomo sulla terra è un combattimento” (Gb 7, 1), affermava Giobbe. Tuttavia, se il fuoco delle tribolazioni apre delle crepe, ci costringe anche a lottare e, di conseguenza, ci rende più forti, più puri e più santi, purché sappiamo trascendere le difficoltà con gli occhi della fede.

Quando constatiamo le ferite lasciate dalle prove, non perdiamo tempo con lamenti inconsistenti. Combattiamo con fiducia in Dio! In tal modo, esse varranno per noi non solo duecento anni di vita, ma le gioie eterne della visione beatifica.

Sempre uniti, lottiamo con entusiasmo!

Davanti alle avversità armiamoci, dunque, di una nuova disposizione d’animo! Aiutiamoci l’un l’altro nelle battaglie che ci si presentano, rafforziamoci nella fede, amiamoci gli uni gli altri. Allora gli assalti del nemico infernale non saranno mai capaci di strappare le nostre radici dal cuore della Santa Chiesa.

Affrontiamo le difficoltà della vita con gioia e forza, ricordandoci sempre che è per amore che il nostro Padre Celeste ci invia le tempeste, per renderci guerrieri di Cristo e meritevoli del premio eterno. I flagelli che Dio ci manda non sono per la nostra perdizione, ma servono per la nostra correzione (cfr. Gdt 8, 27).

Così rafforzati e incoraggiati, sostenuti dall’ausilio della Santissima Vergine, raggiungeremo gloriosamente la nostra piena statura morale!

 

Note

1 Cfr. DIZIONARIO ENCICLOPEDICO ILLUSTRATO. São Paulo: Abril, 2006, vol.XXI, p.2387.
2 Cfr. NUOVA ENCICLOPEDIA BARSA. 6.ed. São Paulo: Barsa Planeta Internacional, 2002, vol.XIII, p.218.

 

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