Corrispondenza generosa allo Spirito Santo

A buon diritto San Bernardo afferma: «Venendo in Lei lo Spirito Santo, La ricolmò di grazia per Se stessa; inondandoLa nuovamente il medesimo Spirito, Ella divenne sovrabbondante e ridondante di grazia anche per noi».

Maria è Madre della Chiesa non soltanto perché Madre di Gesù Cristo e sua intimissima Socia «nella nuova economia, quando il Figlio di Dio assunse da Lei l’umana natura, per liberare coi misteri della Sua carne l’uomo dal peccato»1 ma anche perché «rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti».2 Come, infatti, ogni madre umana non può limitare il suo compito alla generazione di un nuovo uomo, ma deve estenderlo alle funzioni del nutrimento e della educazione della prole, così si comporta la Beata Vergine Maria.

Cooperatrice nello sviluppo della vita divina nelle anime

Dopo di aver partecipato al sacrificio redentivo del Figlio, ed in modo così intimo da meritare di essere da Lui proclamata Madre non solo del discepolo Giovanni, ma – sia consentito l’affermarlo – del genere umano da lui in qualche modo rappresentato, Ella continua adesso dal cielo a compiere la sua funzione materna di cooperatrice alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle singole anime degli uomini redenti.

È questa una consolantissima verità, che per libero beneplacito del sapientissimo Iddio fa parte integrante del mistero dell’umana salvezza; essa, perciò, dev’essere ritenuta per fede da tutti i cristiani. […]

Corrispondenza perfetta e armonica alla grazia

È bene, inoltre, tener presente che l’eminente santità di Maria non fu soltanto un dono singolare della liberalità divina: essa fu, altresì, il frutto della continua e generosa corrispondenza della sua libera volontà alle interne mozioni dello Spirito Santo. È a motivo della perfetta armonia tra la grazia divina e l’attività della sua umana natura che la Vergine rese somma gloria alla Santissima Trinità ed è divenuta decoro insigne della Chiesa, come questa La saluta nella sacra liturgia: «Tu (sei) la gloria di Gerusalemme, tu la letizia di Israele, tu l’onore del nostro popolo».

L’eminente santità di Maria fu il frutto della continua corrispondenza della sua libera volontà alle interne mozioni dello Spirito Santo.

Ammiriamo allora nelle pagine del Vangelo le testimonianze di così sublime armonia. Maria, non appena fu rassicurata dalla voce dell’Angelo Gabriele che Dio La eleggeva a Madre intemerata del suo Figlio Unigenito, senza porre indugio diede il proprio assenso ad un’opera che avrebbe impegnato tutte le energie della sua fragile natura, dichiarando: «Ecco l’Ancella del Signore, si faccia di Me secondo la tua parola» (Lc 1, 38).

Da quel momento ella consacrò tutta Se stessa al servizio non soltanto del Padre Celeste e del Verbo Incarnato, divenuto suo Figlio, ma altresì di tutto il genere umano, avendo ben compreso che Gesù, oltre a salvare il suo popolo dalla schiavitù del peccato, sarebbe stato il Re d’un Regno messianico, universale ed imperituro (cfr. Mt 1, 21; Lc 1, 33).

Lode e imitazione delle sue eccelse virtù

Orbene, dinanzi a tanto splendore di virtù, il primo dovere di quanti riconoscono nella Madre di Cristo il modello della Chiesa è quello di unirsi a Lei nel rendere grazie all’Altissimo per aver operato in Maria cose grandi a beneficio dell’intera umanità.

Ma ciò non basta. È altresì dovere dei fedeli tutti di tributare alla fedelissima Ancella del Signore un culto di lode, di riconoscenza e di amore, poiché, secondo la sapiente e soave disposizione divina, il libero suo consenso e la generosa sua cooperazione ai disegni di Dio hanno avuto, ed hanno tuttora, un grande influsso nel compimento dell’umana salvezza. […]

Ma, né la grazia del Redentore Divino, né l’intercessione potente della Madre sua e Madre nostra spirituale, né la sua eccelsa santità potrebbero condurci al porto della salvezza, se ad esse non corrispondesse la nostra perseverante volontà di onorare Gesù Cristo e la Vergine Santa con la devota imitazione delle loro sublimi virtù. È, quindi, dovere di tutti i cristiani di imitare con animo riverente gli esempi di bontà lasciati ad essi dalla loro Celeste Madre. […]

Vertice dell’Antico Testamento, aurora del Nuovo

Se allora contempliamo l’umile Vergine di Nazaret nell’aureola delle sue prerogative e delle sue virtù, La vedremo rifulgere ai nostri sguardi come la “Nuova Eva”, la eccelsa Figlia di Sion, il vertice dell’Antico Testamento e l’aurora del Nuovo, nella quale cioè si è attuata la «pienezza dei tempi» (Gal 4, 4), preordinata da Dio Padre per la missione nel mondo del suo Figlio Unigenito.

In verità, la Vergine Maria, più di tutti i patriarchi e profeti, più del “giusto e pio” Simeone, ha atteso ed implorato la «consolazione di Israele, […] il Messia del Signore» (Lc 2, 25-26), e ne ha salutato poi con l’inno Magnificat l’avvento, quando Egli discese nel di lei castissimo seno, per assumervi la nostra carne.

Ricettacolo sovrabbondante di grazia

È in Maria, perciò, che la Chiesa di Cristo addita l›esempio del modo più degno di ricevere nei nostri spiriti il Verbo di Dio, conforme alla luminosa sentenza di sant›Agostino: «Fu dunque più beata Maria nel ricevere la fede in Cristo, che nel concepire la carne di Cristo. Pertanto, la consanguineità materna nulla avrebbe giovato a Maria, se Ella non si fosse sentita più fortunata di ospitare Cristo nel Cuore che nel seno». […]

La sua libera e generosa cooperazione ai disegni di Dio ha avuto e continua ad avere un grande influsso nel compimento dell’umana salvezza

Ciò che deve ancor più stimolare i fedeli a seguire gli esempi della Vergine santissima, è il fatto che Gesù stesso, donandoci Lei per Madre, l’ha tacitamente additata come modello da seguire; è, infatti, cosa naturale che i figli abbiano i medesimi sentimenti delle madri loro e ne rispecchino pregi e virtù.

Pertanto, come ognuno di noi può ripetere con san Paolo: «Il Figlio di Dio mi ha amato e ha dato Se stesso per me» (Gal 2, 20; cfr. Ef 5, 2), così con tutta fiducia può credere che il Salvatore Divino abbia lasciato anche a lui in eredità spirituale la Madre sua, con tutti i tesori di grazia e di virtù di cui L’aveva ricolmata, affinché li riversasse su di noi con l’influsso della sua possente intercessione e la nostra volenterosa imitazione.

Ecco perché a buon diritto San Bernardo afferma: «Venendo in Lei lo Spirito Santo, La ricolmò di grazia per Se stessa; inondandoLa nuovamente il medesimo Spirito, Ella divenne sovrabbondante e ridondante di grazia anche per noi». ◊

Estratto da: SAN PAOLO VI.
Signum magnum, 13/5/1967

 

Note


1 CONCILIO VATICANO II. Lumen gentium, n.55.

2 Idem, n.65.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Altro dall'autore

Articoli correlati