L’abbondanza dei mali che affliggono il mondo ci obbliga a chiedere soccorso all’Unico che può rimuoverli. Nel Sacro Cuore dobbiamo depositare tutte le nostre speranze, da Lui dobbiamo implorare la salvezza.

 

Da circa venticinque anni – all’approssimarsi della commemorazione del secondo centenario del giorno in cui la Beata Margherita Maria Alacoque aveva ricevuto da Dio l’ordine di propagare la devozione al Sacro Cuore – molte lettere da ogni parte, non solo da privati, ma anche da Vescovi, pervennero a Pio IX esortandolo a consacrare tutto il genere umano al Sacratissimo Cuore di Gesù.

Si preferì, in quelle circostanze, rimandare la cosa per una decisione più matura sulla questione. […] Essendo sorti ora nuovi fattori, giudichiamo che sia giunto il momento di realizzare quel progetto.

Supremo Signore di tutte le cose

Questa generale e solenne testimonianza di onore e pietà si addice certamente a Gesù Cristo, perché Egli è Principe e Signore Supremo. […]

Colui che è il Figlio unigenito di Dio Padre, che è consustanziale a Lui, “irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” (Eb 1, 3), ha necessariamente tutto in comune con il Padre; pertanto, ha il sommo impero su tutte le cose. Per questa ragione disse di Se stesso il Figlio di Dio, per mezzo del profeta: “‘Io l’ho costituito mio sovrano sul Sion mio santo monte’. Annunzierò il decreto del Signore. Egli mi ha detto: ‘Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato. Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra’” (Sal 2, 6-8).

Con queste parole Gesù Cristo dichiara di aver ricevuto da Dio il potere non solo su tutta la Chiesa, qui rappresentata dal Monte Sion, ma anche sul resto del mondo, “fino ai confini della terra”. Le parole “Tu sei mio Figlio” indicano chiaramente il fondamento del potere sovrano. Infatti, per il fatto di essere il Figlio del Re dell’universo, Gesù è anche l’erede di tutto il suo potere: “ti darò in eredità tutte le nazioni”. Parole simili le dice l’Apostolo: “che ha costituito erede di tutte le cose” (Eb 1, 2).

Tuttavia, bisogna prendere in considerazione soprattutto ciò che Gesù ha affermato sul suo impero, non più per bocca degli apostoli o dei profeti, ma attraverso le sue stesse parole. Quando il governatore romano Gli chiese “Dunque tu sei Re?”, rispose senza esitazione: “Tu lo dici; Io sono Re” (Gv 18, 37). La vastità del suo potere e l’ampiezza senza limiti del suo regno sono chiaramente confermate dalle parole di Nostro Signore rivolte agli Apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra” (Mt 28, 18). […]

Questo, però, non è tutto. Cristo comanda non solo per diritto naturale, in quanto Figlio di Dio, ma anche per diritto acquisito. “È lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre” (Col 1, 13) e “ha dato se stesso in riscatto per tutti” (1 Tim 2, 6). Perciò non solo i cattolici e gli altri cristiani debitamente battezzati, ma tutti in generale e ognuno in particolare sono diventati per Lui “il popolo che Dio si è acquistato” (1 Pt 2, 9).

Così, Sant’Agostino osserva giustamente: “Chiedete cosa ha comprato Cristo? Guardate cosa Egli ha dato, e saprete cosa ha comprato. Il prezzo d’acquisto è il Sangue di Cristo. Che cosa può avere un tale valore? Che cosa se non il mondo intero? Fu per tutto l’universo intero che Cristo ha pagato questo prezzo”.1 […]

“Figlio mio, damMi il tuo cuore”

Tuttavia, a questo duplice titolo di potere e dominio, Gesù permette a noi nella sua benevolenza di aggiungere la nostra consacrazione volontaria.

Come Dio e come nostro Redentore, possiede pienamente e perfettamente tutto ciò che esiste. Noi, al contrario, siamo così poveri e indigenti da non aver nulla da offrirGli in dono. Ma, nella sua sovrana bontà e carità, Egli accetta di buon grado che noi offriamo e consacriamo a Lui, come se fosse nostro, quello che di fatto gli appartiene. Non solo accetta tale offerta, ma la desidera e la chiede: “Figlio mio, damMi il tuo cuore”.

Possiamo, quindi, farGli interamente cosa gradita con la nostra buona volontà e l’affetto della nostra anima. Consacrandoci a Lui, riconosciamo e accettiamo apertamente e con gioia il suo potere, e inoltre, testimoniamo che, se ciò che Gli diamo fosse nostro, noi Glielo daremmo con tutto il cuore. […]

Motivo di speranza per le nazioni

Una tale consacrazione arreca anche per gli Stati la speranza di una situazione migliore; perché questo atto di pietà può stabilire o rafforzare i vincoli che congiungono naturalmente le cose pubbliche a Dio.

Negli ultimi tempi […] l’autorità della giurisdizione sacra e divina è stata assolutamente ignorata, con l’obiettivo che la Religione non abbia alcuna funzione nella vita pubblica. Questo atteggiamento arriva al punto di voler estinguere la Fede cristiana nel popolo e, se possibile, di bandire Dio stesso dalla terra.

Essendo le menti umane dominate da un siffatto insolente orgoglio, c’è forse da meravigliarsi se la maggior parte degli uomini è travolta da profondi turbamenti ed è scossa da onde che non lasciano nessuno libero da timori e pericoli?

Quando la Religione viene messa da parte, accade fatalmente che le basi più solide del benessere pubblico si sgretolino. Per dare ai suoi nemici il loro meritato castigo, Dio li abbandona alle loro tendenze malvagie; essi allora sprofondano nelle passioni e si esauriscono in un eccessivo libertinaggio.

In nessun altro nome si trova la salvezza

Da qui scaturisce l’abbondanza di mali che affliggono il mondo da molto tempo e che ci obbligano a chiedere soccorso all’Unico che può rimuoverli. Chi è costui se non Gesù Cristo, Figlio Unigenito di Dio? “In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4, 12). È necessario, quindi, rivolgersi a Lui che è la Via, la Verità e la Vita. […]

Quando la Chiesa, ancora sul nascere, era oppressa sotto il giogo dei Cesari, a un giovane imperatore apparve nel cielo una croce che gli annunciava e preparava una splendida e imminente vittoria. Oggi si presenta ai nostri occhi un altro segno sublime e divino: il Sacro Cuore di Gesù, sormontato dalla Croce e splendente, tra le fiamme, di un magnifico fulgore.

In Lui dobbiamo depositare tutte le nostre speranze, da Lui dobbiamo implorare e attendere la salvezza degli uomini. 

Estratto da: LEONE XIII.
Annum Sacrum, 25/5/1899 –
Traduzione: Araldi del Vangelo

 

Note

1 SANT’AGOSTINO. Enarrationes in Psalmos. Psalmo 95, n.5.

 

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