Se l’Eucaristia è il miracolo della permanenza perpetua di Gesù Cristo, l’abbandono dell’Eucaristia è la frustrazione pratica di questo miracolo e, con essa, la frustrazione delle finalità misericordiose e altissime della sua permanenza.
L’Eucaristia abbandonata è, per quanto questo si possa dire di Dio, Gesù Cristo contrariato dal più amaro dei dispiaceri, e le anime e le società private di fiumi e mari di beni.
Non è che non esistano altri mali che offendono Dio e affliggono i nostri fratelli, o che essi ci importino poco, ma lasciamo ad altre opere o ad altre istituzioni specializzate, o nate per questo, il compito di curare questi altri mali che, in fin dei conti, sono semplici effetti o sintomi del male gravissimo e trascendentale dell’abbandono. […]
L’abbandono è il male di coloro che sanno che Gesù ha occhi e da essi non si lasciano guardare, ha orecchi e non Gli parlano, ha mani e non si avvicinano a raccogliere i suoi doni, ha un Cuore che li ama ardentemente e non Lo desiderano né Gli danno soddisfazione, ha una dottrina di pura verità e la disprezzano o la interpretano secondo i loro capricci, ha esempi di vita e non li imitano. È il male di parenti e amici!
SANT’EMANUELE GONZÁLEZ GARCÍA.
El abandono de los sagrarios acompañados.
3.ed. Palencia: El Granito de Arena, 1936, pp.33-35.