Le Sacre Scritture sono state redatte da Dio stesso attraverso la penna di diversi autori. La Bibbia presenta, in questo senso, una certa analogia con l’unione ipostatica poiché, così come quest’ultima riunisce in sé la natura umana e quella divina, le pagine di quella racchiudono la partecipazione di entrambe.
Ora, pur essendo unito all’umanità, Cristo ha soltanto la personalità divina. Pertanto, una distanza infinita Lo separa dal creato, costituito da innumerevoli gradi di perfezione. Tale gradualità si applica anche alla Rivelazione, il cui culmine è il Verbo stesso di Dio. Data la sua infinita grandezza, era opportuno che al vertice del “libro delle creature” esistesse un ponte che collegasse la Maestà Divina agli altri uomini. E il nome di questo ponte benedetto è Maria.
Ancor prima dell’Incarnazione del Verbo, l’Angelo aveva annunciato che il Signore era già con Lei. Piena di grazia, Ella meditò le parole di Dio contenute nell’annuncio angelico, come perfetta esegeta. Il Paraclito, infine, La coprì con la sua ombra, affinché concepisse il Figlio Unigenito del Padre (cfr. Lc 1, 28-38). In Lei il Verbo non solo Si rivelò, ma Si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (cfr. Gv 1, 14).
La Madonna è ancora modello per l’interpretazione delle Scritture con la sua umiltà – «Eccomi, sono la serva del Signore» (Lc 1, 38) –, poiché «Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia» (Gc 4, 6). Per il suo fiat, si compì una nuova creazione. Un tempo Dio si era rivelato attraverso i profeti; «in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio» (Eb 1, 2), nato da Maria.
Nella visita a Elisabetta, la Santissima Vergine segue fedelmente il motto tomista: più perfetto della semplice contemplazione, è trasmettere agli altri ciò che si è contemplato (cfr. Somma Teologica, II-II, q.188, a.6). Ella divenne araldo del Verbo presso sua cugina, al punto da essere lodata con il più grande di tutti gli elogi: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo» (Lc 1, 42).
Alle nozze di Cana, la Madre del Buon Consiglio Si manifesta ancora come colei che discerne i disegni di Dio: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5). La sua lectio divina era essenzialmente mistica: «Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2, 19). Come insigne esegeta, Ella lesse il mistero della Croce in piedi (cfr. Gv 19, 25), a dimostrazione della sua totale fedeltà alla Parola. Infine, a Pentecoste attirò come una calamita lo Spirito Santo affinché Egli Si rivelasse, come sempre, in medio Ecclesiæ – nel seno della Chiesa.
In sintesi, come capolavoro della creazione, la Madonna è l’acquedotto da cui sgorga la fonte dell’acqua viva della Rivelazione di Dio. In Lei, si ribadisce, il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. ◊
