Agli occhi umani, certe vocazioni provvidenziali sorte nel corso della Storia sembrano essere state interrotte da Dio, rimanendo incompiute. Ma può il Signore lasciare in sospeso le sue opere?

 

Nel sapientissimo agire di Dio ci sono dei misteri incomprensibili per la mente umana, che solo la fede può spiegare e l’eternità chiarire.

L’Ascensione di Elia, di Juan de Valdés Leal – Chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo, Cordoba (Spagna)

Chi, infatti, conosce la ragione per la quale Salomone fu scelto da Dio tra tutti i suoi fratelli, essendo egli nato da Betsabea, la donna che aveva condotto Davide all’adulterio e all’omicidio? Egli venne alla luce in virtù di un’unione che, naturalmente, non avrebbe dovuto esistere; tuttavia, il disegno divino si posò su di lui, rendendolo erede al trono di Israele e antenato del Salvatore.

Anche l’elezione di Giona come profeta lascia perplessi. I suoi ripetuti e dichiarati atteggiamenti di ribellione contro la volontà del Signore (cfr. Gio 1, 3; 4, 1-3, 6-9) portano a chiedersi se non ci fosse qualcuno in Israele di più docile per svolgere una così sublime incombenza. Dio, però, lo preferì a tutti gli altri e gli dedicò le più commoventi dimostrazioni di pazienza, misericordia e perdono.

Un enigma simile riguarda la missione di altri due uomini provvidenziali, fedeli a loro volta, ma il cui destino deve essere considerato con occhi soprannaturali.

Sant’Elia, l’igneo

Considerato l’archetipo dei profeti dell’Antico Testamento, Sant’Elia, che era sorto come un fuoco (cfr. Sir 48, 1), aveva come missione principale quella di combattere Gezabele, l’infame e paganeggiante moglie del Re Acab, e il culto di Baal che si era diffuso tra gli ebrei del suo tempo a causa della donna.

Sant’Elia – Chiesa di San Giuseppe, Madrid

Con quest’obiettivo, realizzò in Israele ogni tipo di prodigi. Il primo fu dichiarare tre anni di terribile siccità sulla nazione (cfr. 1 Re 17, 1). Tuttavia, non avendo ottenuto la conversione del popolo, si lanciò in una nuova sfida.

Protagonista di una delle più belle manifestazioni della magnificenza divina nella Storia, Elia convocò quattrocento profeti baaliti per una disputa sulla cima del monte Carmelo. Si fece beffe dei loro vani sforzi per riuscire a far sì che un idolo accettasse il loro sacrificio e, in seguito, elevando il suo cuore al Signore in una semplice preghiera, fece scendere il fuoco dal cielo, che consumò non solo l’olocausto ma anche il legno e le stesse pietre dell’altare che aveva costruito! Dopo questo spettacolo, con l’appoggio del popolo stupefatto trascinò i sacerdoti malvagi nella valle del Kison e lì li giustiziò (cfr. 1 Re 18, 19-40).

Questo atteggiamento suscitò ulteriormente la furia di Gezabele, e l’uomo di Dio fu costretto a fuggire dalla sua presenza per non essere ucciso. Rifugiatosi sul monte Oreb, ricevette dal Signore l’ordine di ungere Eliseo come profeta al suo posto (cfr. 1 Re 19, 16), e poco dopo, avendo affrontato per l’ultima volta Acab e suo figlio Acazia, fu sollevato da terra da un misterioso carro di fuoco (cfr. 2 Re 2, 11).

Si potrebbe dire che la grande missione di Elia rimase incompleta. Dopo tutto, Gezabele non fu detronizzata né Israele abbandonò l’idolatria, nonostante tutti i segni compiuti attraverso di lui. Sembra una contraddizione che sia stato portato via dal mondo all’apice del suo percorso.

San Giuseppe, protettore dell’Uomo-Dio

Ugualmente rapito al Cielo in un momento supremo, non da un turbine, ma dalla più santa delle morti, San Giuseppe fu il custode dei due grandi tesori dell’universo.

Costituito padre adottivo del Verbo di Dio umanato, fu, dopo la sua Sposa Maria, il portatore della missione più sublime della Storia, e la compì con la più esimia dedizione. “Anima di fuoco, ardente, contemplativa, ma anche intrisa di affetto”,1 circondò la Sacra Famiglia di ogni cura e provvide alla perfezione al Bambino Dio: dai preparativi per la sua nascita e la fuga in Egitto, alle più semplici necessità corporali, come il cibo e il vestiario, tutto fu meravigliosamente organizzato da lui tra le più grandi difficoltà.

Egli svolse, soprattutto, un ruolo protettivo: “Nel mandare suo Figlio nel mondo, il Padre sapeva bene che sarebbe stato circondato dall’odio sfrenato e mortale dei malvagi… Ma non l’ha fatto nascere in un castello inespugnabile costruito sulla roccia, né l’ha dotato di eserciti numerosi e disciplinati, né gli ha assegnato una compagnia di guardie per scortarLo. […] Per difenderlo da tanti rischi, un uomo solo fu scelto”.2 San Giuseppe fu il braccio forte dell’Onnipotente, dotato di un vigore indomabile e di un’intelligenza finissima!3

Tuttavia, nell’ora suprema in cui le forze del male si lanciarono definitivamente e apertamente contro Gesù per ucciderLo, e nella quale, pertanto, era giunto il grande momento di combattere in sua difesa, egli non fu presente. Qualche anno prima aveva consegnato la sua anima a Dio. Paradossalmente, partì da questa vita lasciando Colui che era stato chiamato a difendere fino all’olocausto in balia delle crudeli persecuzioni del Sinedrio e di tanti nemici, che finirono, infatti, per crocifiggerLo.

Come si sarebbe comportato quest’uomo giustissimo durante la Passione di suo Figlio? Dotato com’era di ogni forma di eroismo e di audacia per custodirLo, avrebbe certamente evitato la sua morte; ma la Provvidenza non lo permise.

Morte di San Giuseppe – Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, Tampa (USA)

Visione soprannaturale della Storia

Per i poveri e confusi criteri umani, le vocazioni di Sant’Elia e di San Giuseppe furono destinate da Dio al fallimento; i loro sforzi furono vani e i loro giusti obiettivi frustrati. La fede, tuttavia, proclama il contrario!

Analizzati attraverso l’ottica divina, gli eventi storici si rivelano nella loro vera profondità e vanno oltre le semplici limitazioni del tempo. Infatti, per Dio tutto è presente: tutte le battaglie condotte nella grande guerra universale tra il bene e il male si svolgono simultaneamente sotto il suo sguardo onnipotente.

È facile comprendere, quindi, che le grandi vocazioni non hanno il loro compimento ristretto ai brevi anni di un’esistenza terrena, ma si realizzano pienamente nell’eternità e saranno comprese solo se contemplate nella totalità dell’opera della salvezza.

Una sola cospirazione infernale

Sotto questo punto di vista, Gezabele e il Sinedrio, pur agendo in epoche distinte, facevano parte di una stessa cospirazione satanica che mirava a impedire la salvezza che doveva essere realizzata dal Messia. Entrambi tramarono contro la Sua vita: la prima, snaturando il lignaggio davidico da cui Egli sarebbe nato, e il secondo, condannandoLo in Persona alla morte in Croce. In verità, il demonio possiede i servi più diversi, ma un solo maledetto ideale: distruggere il bene nella sua essenza e in tutte le sue manifestazioni.

Vedendo i suoi sforzi anti-messianici sconfitti e la Redenzione compiuta, Satana cominciò a perseguitare il Corpo Mistico di Cristo, come il Drago dell’Apocalisse che, sconfitto dalla Donna vestita di sole e da suo Figlio, “se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù” (Ap 12, 17).

Ora, questa grande persecuzione di due millenni subita dalla Chiesa ha raggiunto un culmine drammatico ai nostri giorni. Mai la verità è stata così offesa come in questo travagliato secolo XXI. Alla luce di ciò, non sarebbe ragionevole aspettarsi un intervento di Sant’Elia e San Giuseppe negli eventi, portando a compimento così, finalmente, le loro missioni un tempo incompiute? La Provvidenza non li avrà destinati a intervenire nella crisi attuale, in cui, più che mai, Nostro Signore è attaccato e il demonio venerato?

Restauratori della gloria dell’Onnipotente!

Se c’è un titolo che, senza alcun pretesto, deve essere attribuito a Dio, è quello di Signore delle opere incompiute. Egli è il Vittorioso per eccellenza, e i suoi piani avranno sempre sostanzialmente successo.

Pertanto, in una maniera o nell’altra, gli altissimi disegni che aleggiano su Sant’Elia e San Giuseppe alla fine si realizzeranno pienamente. La grande guerra tra la luce e le tenebre non finirà finché la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo non sarà stata debitamente riparata, la sua gloria restaurata sulla faccia della terra e l’empietà punita in proporzione ai suoi crimini.

Ardendo di zelo per il Signore (cfr. 1 Re 19, 14), chiediamo dunque a questi uomini eminenti di tornare al più presto nel mondo e di mostrare all’umanità la forza del loro braccio! Sotto la loro protezione, restiamo saldi in mezzo agli inganni del nemico e, insieme a loro, compiamo la nostra missione di figli della Santa Chiesa e di difensori della sua Causa! 

 

Note

1 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. São José, esposo de Maria e pai adotivo de Jesus. In: Dr. Plinio. São Paulo. Anno II. N.12 (marzo 1999); p.14.
2 CLÁ DIAS, EP, João Scognamiglio. San Giuseppe: chi lo conosce? Roma: Araldi del Vangelo; Lumen Sapientiæ, 2017, p.23.
3 Cfr. Idem, p.24.

 

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