Paradigma di maternità

In Maria, Eva riscopre qual è la vera dignità della donna, dell’umanità femminile. Questa scoperta deve continuamente giungere al cuore di ciascuna donna e dare forma alla sua vocazione e alla sua vita.

Il Libro della Genesi attesta il peccato che è il male del «principio» dell’uomo, le sue conseguenze che sin da allora gravano su tutto il genere umano, ed insieme contiene il primo annuncio della vittoria sul male, sul peccato. Lo provano le parole che leggiamo in Genesi 3, 15 solitamente dette «Protovangelo»: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». […]

In queste parole si schiude la prospettiva di tutta la Rivelazione, prima come preparazione al Vangelo e poi come Vangelo stesso. In questa prospettiva si congiungono sotto il nome della donna le due figure femminili: Eva e Maria. […]

Maria, nuova Eva

Di solito in questo paragone emerge a prima vista una differenza, una contrapposizione. Eva, come «madre di tutti i viventi» (Gn 3, 20), è testimone del «principio» biblico, in cui sono contenute la verità sulla creazione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio e la verità sul peccato originale. Maria è testimone del nuovo «principio» e della «creatura nuova» (cfr. 2 Cor 5, 17). Anzi, Ella stessa, come la prima redenta nella Storia della salvezza, è «creatura nuova»: è la «piena di grazia». […]

Il confronto Eva-Maria si può intendere anche nel senso che Maria assume in Se stessa e abbraccia il mistero della «donna», il cui inizio è Eva, «la madre di tutti i viventi» (Gn 3, 20): prima di tutto lo assume e lo abbraccia all’interno del mistero di Cristo – «nuovo ed ultimo Adamo» (cfr. 1 Cor 15, 45) –, il quale ha assunto nella propria Persona la natura del primo Adamo. […]

In tutte le generazioni, nella tradizione della Fede e della riflessione cristiana su di essa, l’accostamento Adamo-Cristo spesso si accompagna con quello Eva-Maria. Se Maria è descritta anche come «nuova Eva», quali possono essere i significati di questa analogia?

Ritorno al piano originale di Dio

Sono certamente molteplici. Occorre, in particolare, soffermarsi su quel significato che vede in Maria la rivelazione piena di tutto ciò che è compreso nella parola biblica «donna»: una rivelazione commisurata al mistero della Redenzione.

Eva è testimone del “principio” biblico, in cui sono contenute la verità sulla creazione dell’uomo ad immagine e somiglianza di Dio e la verità sul peccato originale. Maria è testimone del nuovo “principio” e della “creatura nuova”
Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso – Cattedrale di Strasburgo (Francia)

Maria significa, in un certo senso, oltrepassare quel limite di cui parla il Libro della Genesi (3, 16) e riandare verso quel «principio» in cui si ritrova la «donna» così come fu voluta nella creazione, quindi nell’eterno pensiero di Dio, nel seno della Santissima Trinità. […]

In Maria, Eva riscopre qual è la vera dignità della donna, dell’umanità femminile. Questa scoperta deve continuamente giungere al cuore di ciascuna donna e dare forma alla sua vocazione e alla sua vita. […]

Vocazione della donna alla maternità

Nella maternità della donna, unita alla paternità dell’uomo, si riflette l’eterno mistero del generare che è in Dio stesso, in Dio uno e trino (cfr. Ef 3, 14-15). L’umano generare è comune all’uomo e alla donna. E, se la donna, guidata dall’amore verso il marito, dirà: «Ti ho dato un figlio», le sue parole nello stesso tempo significano: «Questo è nostro figlio». Eppure, anche se tutti e due insieme sono genitori del loro bambino, la maternità della donna costituisce una «parte» speciale di questo comune essere genitori, nonché la parte più impegnativa.

L’essere genitori – anche se appartiene ad ambedue – si realizza molto più nella donna, specialmente nel periodo prenatale. È la donna a «pagare» direttamente per questo comune generare, che letteralmente assorbe le energie del suo corpo e della sua anima. Bisogna, pertanto, che l’uomo sia pienamente consapevole di contrarre, in questo loro comune essere genitori, uno speciale debito verso la donna. Nessun programma di «parità di diritti» delle donne e degli uomini è valido, se non si tiene presente questo in un modo del tutto essenziale.

Decisivo contributo materno nella personalità umana

La maternità contiene in sé una speciale comunione col mistero della vita, che matura nel seno della donna: la madre ammira questo mistero, con singolare intuizione «comprende» quello che sta avvenendo dentro di lei. Alla luce del «principio», la madre accetta ed ama il figlio che porta in grembo come una persona. Questo modo unico di contatto col nuovo uomo che si sta formando crea, a sua volta, un atteggiamento verso l’uomo – non solo verso il proprio figlio, ma verso l’uomo in genere –, tale da caratterizzare profondamente tutta la personalità della donna.

Il paradigma biblico della “donna” culmina nella maternità della Madre di Dio: nel “fiat” materno di Maria, Dio inizia una Nuova Alleanza con l’umanità
Madonna di Montmartre – Chiesa di Saint-Pierre de Montmartre, Parigi

Si ritiene comunemente che la donna più dell’uomo sia capace di attenzione verso la persona concreta e che la maternità sviluppi ancora di più questa disposizione. L’uomo – sia pure con tutta la sua partecipazione all’essere genitore – si trova sempre «all’esterno» del processo della gravidanza e della nascita del bambino, e deve per tanti aspetti imparare dalla madre la sua propria «paternità». Questo – si può dire – fa parte del normale dinamismo umano dell’essere genitori, anche quando si tratta delle tappe successive alla nascita del bambino, specialmente nel primo periodo.

L’educazione del figlio, globalmente intesa, dovrebbe contenere in sé il duplice contributo dei genitori: il contributo materno e paterno. Tuttavia, quello materno è decisivo per le basi di una nuova personalità umana. […]

La maternità di Maria nella Nuova Alleanza

Il paradigma biblico della «donna» culmina nella maternità della Madre di Dio. Le parole del Protovangelo: «Porrò inimicizia tra te e la donna» trovano qui una nuova conferma. Ecco che Dio in Lei, nel suo «fiat» materno («Avvenga di me»), dà inizio ad una Nuova Alleanza con l’umanità.

È questa l’Alleanza eterna e definitiva in Cristo, nel suo Corpo e Sangue, nella sua Croce e Risurrezione. Proprio perché questa Alleanza deve compiersi «nella carne e nel sangue» il suo inizio è nella Genitrice. Il «Figlio dell’Altissimo» solamente grazie a Lei e al suo verginale e materno «fiat» può dire al Padre: «Un corpo mi hai preparato. Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (cfr. Eb 10, 5. 7).

Nell’ordine dell’Alleanza, che Dio ha stretto con l’uomo in Gesù Cristo, è stata introdotta la maternità della donna. E ogni volta, tutte le volte che la maternità della donna si ripete nella Storia umana sulla terra, rimane ormai sempre in relazione all’Alleanza che Dio ha stabilito col genere umano mediante la maternità della Madre di Dio. ◊

Estratto da: SAN GIOVANNI PAOLO II.
Mulieris dignitatem, 15/8/1988

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Altro dall'autore

Articoli correlati