Una madre sollecita e generosa

Madre modello, Donna Lucilia accorre prontamente in aiuto dei suoi devoti, non solo per risolvere intricati problemi finanziari o di salute, ma anche per insegnare come affrontare la sofferenza.

Ci sono prove che ci colgono di sorpresa come «un fulmine a ciel sereno», espressione ben nota che testimonia quanto i contrattempi possano irrompere nella vita degli uomini senza alcuna preparazione. Del resto, pochi sono quelli che al giorno d’oggi pensano a questa possibilità, anche se è molto probabile, quasi certa…

Donna Lucilia, invece, era solitamente ben preparata e affrontava le prove più impreviste e persino illogiche che si presentavano nella sua vita con un atteggiamento di totale sottomissione alla volontà sovrana di Dio, chiedendoGli soltanto la forza di bere il calice della sofferenza nella sua interezza.

Madre modello, è pronta a venire in aiuto di coloro che chiedono la sua intercessione, non solo per alleviare i loro dolori, ma anche per insegnare come affrontare le lotte della vita. Di seguito presentiamo ai nostri lettori due belle testimonianze che dimostrano come Donna Lucilia sappia “temperare” nella vita dei suoi devoti il dolore e la gioia, sempre in vista di una maggiore perfezione spirituale.

«Il Signore ha dato, il Signore ha tolto…»

Dalla città di Otavalo, in Ecuador la sig.ra Adriana Vargas ci ha inviato questo racconto:

«Vorrei condividere con voi un ‘miracolo’ che ho ricevuto da Dio Nostro Signore, dalla nostra Madre, Maria Santissima, per intercessione di Donna Lucilia. Mio marito ha un’automobile che usa per lavoro come taxi e il 19 ottobre del 2023 ha ricevuto una chiamata per fare un servizio in una città lontana dalla nostra, qui in Ecuador. Quando però è arrivato a destinazione, è comparsa un’auto con alcuni uomini armati che lo hanno avvicinato, hanno preso il suo veicolo e lo hanno sequestrato per circa quattro ore. Era notte fonda quando i banditi lo hanno lasciato in una città della costa ecuadoriana. Naturalmente, era molto spaventato».

Da un giorno all’altro quella famiglia si è ritrovata senza nulla poiché il veicolo rubato era la sua fonte di reddito

Alla paura provata subito dopo i momenti traumatici del rapimento, si è aggiunto il fatto che non sapeva nemmeno dove andare, essendo stato abbandonato in un luogo deserto e sconosciuto. Provvidenzialmente, sono apparse due giovani donne che, molto gentilmente, lo hanno aiutato a prendere un taxi fino alla stazione dei pullman, in modo che potesse salire su una corriera e tornare a casa in tutta sicurezza. Ma, mentre egli era in viaggio verso casa, la sig,ra Adriana è stata vittima di un’estorsione telefonica in cui i rapinatori minacciavano di uccidere il marito se non avesse pagato immediatamente duemila dollari di riscatto.

La sig.ra Adriana e suo marito accanto al veicolo che era stato rubato

La sig.ra Adriana continua il racconto: «Eravamo indebitati economicamente e ho dovuto chiedere un altro prestito per dare i soldi agli estorsori. Non ci hanno lasciato nulla, ci hanno svuotato i conti. Non avevamo abbastanza per mangiare, né per spostarci o per pagare la scuola dei nostri figli. Non avevamo nulla! Ma, grazie a Dio, persone di buon cuore venivano a trovarci e ci portavano riso, pane, zucchero o qualche aiuto finanziario. Era così che ci sostenevamo».

Da un giorno all’altro, la sig.ra Adriana e la sua famiglia sono state private di tutto, poiché il veicolo rubato era la fonte di reddito che sosteneva la famiglia. Millenni fa, il santo Giobbe attraversò prove simili e il suo grido di conformità alla volontà di Dio è servito da esempio anche per questa famiglia: «Il Signore ha dato, il Signore ha tolto: sia benedetto il nome del Signore!» (Gb 1, 21).

Nella prova, confidando in Donna Lucilia

Sostenuta da una fede rafforzata dal vincolo di schiavitù d’amore a Maria Santissima – si era consacrata due anni prima, guidata dagli Araldi del Vangelo – e grazie a una vita di intensa pietà iniziata con questa consacrazione, la sig.ra Adriana era preparata all’eventualità di attraversare quei tempi dolorosi, consapevole del bene che la Provvidenza avrebbe potuto trarne:

“Ho recitato la novena al Sacro Cuore di Gesù per intercessione di Donna Lucilia, e lei, come una madre, mi ha restituito il veicolo intatto”

«Quando Dio agisce, tutto diventa più facile. Non siamo stati sopraffatti dalla disperazione, anzi, abbiamo mantenuto la pace e la tranquillità in mezzo alla prova. È stato molto difficile, ho dovuto chiedere cibo a un’organizzazione caritatevole perché non avevo altro. Ma Dio è buono. Ho imparato – come dite voi – a portare la mia croce e Gli ho detto: ‘O Signore mio Dio, Tu hai sofferto di più sulla Croce; quello che soffro io non è niente! Prendimi per mano!’».

Alcune persone “amiche” hanno colto l’occasione per criticare la sig.ra Adriana per la sua pietà, arrivando a dirle: «Tu preghi molto, sei molto legata alla Chiesa. Ecco perché ti succedono queste cose». Ma lei non si è lasciata abbattere: «Più la gente mi diceva ‘smetti di pregare’, più io afferravo il mio rosario e andavo avanti con mio marito. In realtà, ho pregato più che mai».

In questa dolorosa situazione, si è ricordata di aver visto alcuni video su Donna Lucilia e sulla sua preziosa intercessione. Ha chiesto allora a un sacerdote araldo che conosceva: «‘Padre, per favore, se può andare sulla tomba di Donna Lucilia, le chieda di aiutarmi!’ Lui ha risposto con grande generosità: ‘Se posso, lo farò; se non posso, manderò qualcuno a pregare per lei’. In realtà non chiedevo la restituzione dell’auto, ma che mio marito si riprendesse e che potessimo pagare tutti i nostri debiti».

La sig.ra Adriana ha anche chiesto al sacerdote che le indicasse alcune preghiere da recitare in queste circostanze, e lui le ha suggerito una novena al Sacro Cuore di Gesù, che Donna Lucilia era solita recitare in vita.

Così continua la sig.ra Adriana: «Ho fatto la novena, chiedendo l’intercessione di Donna Lucilia. Poco dopo aver finito, un poliziotto mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Signora, sono della polizia, il suo veicolo è stato ritrovato’. Ero riluttante a crederci perché poteva trattarsi di un altro estorsore. Ho detto: ‘Ma avete delle foto? Come fate a dire che è davvero mio?’ Mi ha risposto: ‘Signora, abbiamo già verificato’».

Ed era vero.

Un veicolo smontato

Che cosa era successo? I banditi avevano abbandonato l’automobile sulle montagne, dove era stata trovata dagli agenti di polizia che cercavano un’altra persona sequestrata. Mancavano però gli pneumatici, i sedili, il serbatoio della benzina e la radio.

«L’auto è stata portata alla stazione di polizia e la sera», racconta la sig.ra Adriana, «mi hanno mandato il modulo di registrazione nel cortile. In quell’auto mancava tutto! Era stata quasi smontata! Che grande dolore, perché era un’auto da lavoro con cui mio marito ci manteneva, rappresentava tutto il nostro sostentamento…».

Nonostante la delusione, su consiglio di un amico avvocato, la famiglia si è attivata per recuperare il veicolo che era stato quasi smontato. Ma Donna Lucilia ha presto trasformato la delusione in giubilo: «L’8 dicembre, festa di Nostra Signora dell’Immacolata Concezione, si è svolta la necessaria perizia per la riconsegna. Le condizioni del veicolo sono state controllate di nuovo e – sorpresa! – era intatto. Mancava qualcosina, come la radio, e abbiamo dovuto riverniciarlo. Nient’altro! Ho pregato la novena al Sacro Cuore di Gesù per intercessione di Donna Lucilia e lei, come madre, mi ha restituito il veicolo intatto!».

Un altro aiuto economico

In mezzo alle difficoltà finanziarie che la famiglia stava attraversando, un altro problema si è presentato alla sig.ra Adriana, come lei stessa racconta: «Lavoro da casa, facendo telefonate. All’epoca non avevo abbastanza soldi per pagare la bolletta del cellulare, da cui dipendo per il mio lavoro. Ma avevo sentito dire che Donna Lucilia fa ‘miracoli’ economici. Così le ho detto: ‘Donna Lucilia, sai com’è la mia situazione questo mese, non ho soldi…’».

Una grande sofferenza colpì la sig.ra Bibiana: in quei momenti, era ben consapevole che da un minuto all’altro avrebbe potuto perdere il suo figlioletto

Inspiegabilmente, la bolletta di quel mese è stata annullata e la sig.ra Adriana non ha ricevuto nemmeno la consueta notifica. Il mese successivo, un po’ preoccupata perché non sapeva cosa fosse successo, si è recata all’ufficio del gestore per verificare l’importo totale del suo debito. Tuttavia, i dipendenti dell’azienda le hanno detto che non c’era nulla in sospeso e che la bolletta del mese precedente non compariva nemmeno nel sistema.

La sig.ra Adriana conclude: «Donna Lucilia mi ha aiutato! Dobbiamo avere molta fede nel fatto che Donna Lucilia, la Madonna e ancor più Dio, che è nostro Padre, non ci abbandonano! Questo è ciò che voglio condividere con voi, cari Araldi. Continuate con questo apostolato che ha cambiato la vita di tante persone!».

Una malattia infantile che finisce in terapia intensiva…

La sig.ra Bibiana de Fátima Schiavo Liobino ci scrive da Mairiporã, nella Grande San Paolo, in Brasile, raccontandoci della grazia ricevuta per intercessione di Donna Lucilia in favore del suo figlio più piccolo.

«Ho trentotto anni, sono sposata con Marcelo Cavalcante Liobino e abbiamo due figli, Gustavo ed Emanuel. Oggi vorremmo testimoniare una grazia molto grande che abbiamo ricevuto attraverso Donna Lucilia.

La sig.ra Bibiana con il marito e i figli

«Il fatto è accaduto l’11 marzo del 2024 ad Emanuel, il nostro figlio più piccolo, che allora aveva tre anni e nove mesi. Dopo aver passato la giornata con la febbre, abbiamo deciso di portarlo al pronto soccorso, dove siamo arrivati verso le sette di sera per rimanervi più o meno fino alle dieci. Siamo usciti con una diagnosi di laringite acuta e con le medicine da prendere a casa: antibiotici e antipiretici.

«Verso mezzanotte Emanuel, che aveva di nuovo la febbre, si è svegliato piangendo, con il fiato corto e una difficoltà respiratoria molto forte. Abbiamo deciso di tornare di corsa in ospedale. Al pronto soccorso i suoi parametri vitali sembravano normali, ma il suo malessere e il suo respiro affannoso hanno preoccupato il medico, che ha ritenuto prudente portarlo in terapia intensiva neonatale.

«È stato ricoverato in terapia intensiva all’1.40 di notte e fino alle 5.20 l’équipe medica ha cercato di stabilizzare le sue condizioni, che in quel momento – ai miei occhi di madre – non sembravano così gravi come invece erano. Allora, attraverso il medico della terapia intensiva, è arrivata la notizia che Emanuel avrebbe dovuto essere intubato... Mi sono sentita mancare la terra sotto i piedi! Ho iniziato a pregare, chiedendo a Nostro Signore e alla Madonna di non portarmi via mio figlio. È stato un processo molto difficile, ero sola in quel momento, stavo attraversando molte altre prove, e avevo un altro piccolo sacrificio da dare a Nostro Signore.

«Le ore sembravano molto lunghe. Si prevedeva che avrebbe dovuto trascorrere due o tre giorni intubato. Gli era stata diagnosticata una laringite estridente, che si era evoluta in un grave broncospasmo, seguito da edema della glottide e shock anafilattico».

«Ha conquistato la nostra ammirazione e il nostro cuore»

La sig.ra Bibiana racconta che in quei momenti era ben consapevole che da un momento all’altro avrebbe potuto perdere il suo figlioletto, ma grazie a Donna Lucilia ha ricevuto allo stesso tempo la forza soprannaturale di offrire a Dio tutte quelle sofferenze e di rimanere, senza scoraggiarsi, al fianco del piccolo Emanuel. Seguiamo la sua storia:

«Mio marito mi ha portato le armi più grandi: un rosario, l’acqua santa, un’immagine della Madonna e il libro di preghiere del maggiore dei nostri figli. Verso le dieci del mattino del 12 marzo, ho ricevuto un messaggio da una persona a me vicina che diceva: ‘Che Donna Lucilia ti protegga’. Ho risposto chiedendo a Donna Lucilia di sostenermi con il suo esempio di amore materno. Subito ho ricevuto la risposta che Donna Lucilia era lì, che non potevo vederla, ma era con me e, soprattutto, con il mio figlioletto. Ebbene, c’era davvero!

Emanuel con il libro di preghiere di suo fratello, nel quale era conservata una foto di Donna Lucilia

«Dopo alcune ore, il fisioterapista è venuto a parlarmi della situazione di Emanuel e mi ha spiegato che la cannula per l’intubazione era molto sottile, perché era l’unica che erano riusciti a far passare; tuttavia, con la diminuzione del gonfiore, perdeva aria. Mi ha presentato allora due opzioni: la prima, rimuovere la cannula sottile e, se Emanuel fosse stato a suo agio, mettergli una maschera d’ossigeno, meno invasiva; la seconda, rimuovere la cannula sottile e, se ci fosse stato ancora disagio, mettergli una cannula più spessa, ma in questo caso sarebbe rimasto intubato per altri due o tre giorni.

«Io allora ho recitato il rosario, quindi ho aperto il libro di preghiere di mio figlio e ho trovato una foto di Donna Lucilia all’interno. L’ho fissata e le ho chiesto di prendersi cura del mio figlio più piccolo, perché non c’era nient’altro che potevo fare. Quando è successo, ero sola in ospedale; mio marito, Marcelo, era a casa di sua sorella, dove la settimana precedente aveva ricevuto la visita della Statua Pellegrina di Nostra Signora di Fatima, condotta da due suore degli Araldi del Vangelo. Durante questa visita, avevano lasciato a mia cognata una fotografia di Donna Lucilia. Allora, mentre io recitavo il rosario in terapia intensiva, mio marito vedeva la fotografia di Donna Lucilia su un mobile, ci ha messo sopra la mano e ha chiesto a Donna Lucilia di prendersi cura di nostro figlio. Lo abbiamo fatto senza concordare nulla e senza comunicarcelo tra noi.

“Sappiamo quanto grande è stata la grazia che abbiamo ricevuto da Donna Lucilia. Ha conquistato il nostro cuore, la nostra ammirazione e la nostra devozione!”

«Alle sedici e quindici del 12 marzo – cioè quasi dodici ore dopo l’intubazione – Emanuel è stato estubato ed è rimasto soltanto con la maschera d’ossigeno fino alle ore ventidue. Alla fine di quella estenuante giornata, ho parlato con mio marito e mi ha raccontato della preghiera che aveva recitato. Emozionata, ho raccontato anch’io quello che era accaduto a me nell’ospedale. Lì abbiamo avuto la certezza che Donna Lucilia era venuta in nostro aiuto e aveva interceduto per nostro figlio».

La sig.ra Bibiana conclude con gratitudine il suo racconto: «Sono stati sei giorni di ricovero e di molte lotte, ma siamo usciti da quella terapia intensiva vittoriosi e con il cuore pieno di gratitudine. A quasi un mese dall’accaduto, Emanuel stava molto bene, non sembrava nemmeno che avesse passato tutto quello che aveva passato. A una visita, dopo aver esaminato la sua anamnesi, un medico ci ha detto che l’Angelo custode di Emanuel era molto buono… E noi gli abbiamo creduto, perché sappiamo quanto sia grande la grazia che abbiamo ricevuto per intercessione di Donna Lucilia. Lei ha conquistato il nostro cuore, la nostra ammirazione e la nostra devozione!» ◊

 

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