La forza degli uomini… e la debolezza di Dio!

«Chiedete e vi sarà dato!». In questa promessa, il Salvatore ci mostra il segreto di una gioia indicibile e lascia a nostra disposizione una partecipazione alla sua onnipotenza.

Era notte inoltrata nella residenza dei Corrêa de Oliveira. Donna Lucilia, tuttavia, era ben lontana dal coricarsi. Avvolta dal silenzio e dalla calma di quell’ora tarda, la sua anima si rivolgeva fiduciosa al Sacro Cuore di Gesù rappresentato in una piccola e pia immagine esposta nel salotto, mentre aspettava, come una sentinella in attesa dell’alba, che suo figlio Plinio tornasse dalla sede della Congregazione Mariana. Una volta insieme, i due avrebbero iniziato una conversazione breve ma benedetta sugli eventi della giornata, secondo una consuetudine che avrebbe avuto termine solo con l’ingresso di Donna Lucilia nell’eternità.

Questo momento di piacevole conversazione era atteso con impazienza da parte del Dott. Plinio, perché costituiva un vero e proprio ristoro in mezzo alle battaglie da lui ingaggiate a favore della Santa Chiesa e della propria perseveranza nel cammino della virtù. L’affetto di sua madre, accresciuto dal coinvolgente spirito di pietà ed elevazione che la caratterizzavano, gli consentivano di riposare più di quanto potessero fare intere ore di sonno e gli comunicava benedizioni e grazie speciali.

Quella “chiacchierata di mezzanotte” anche per Donna Lucilia non era meno consolante. Nella sua concezione, vivere significa «stare insieme, guardarsi e volersi bene», e per questo era felice di poter ascoltare suo figlio, cogliendo l’occasione per dargli consigli, per metterlo in guardia dalle sorprese che si presentano in questa valle di lacrime e per assisterlo nelle sue necessità.1

Ora, la consolazione di queste due anime nel vivere insieme non è che un pallido riflesso tra creature della gioia incomparabile che l’anima umana e il suo Creatore sperimentano quando si relazionano attraverso la preghiera.

Dio Si diletta a vivere con noi

Pregando, l’uomo conversa veramente con Dio e si unisce a Lui in un modo molto speciale che si traduce in una felicità indescrivibile, perché simile a quella che si assapora in Cielo. In questi augusti momenti, la creatura sazia il suo intrinseco desiderio di Dio e fa riposare il suo cuore inquieto.

La preghiera è l’incontro tra la sete di Dio e la nostra: Dio ha sete che noi abbiamo sete di Lui e attende con ansia una nostra semplice preghiera

Ancor di più, però, il Signore si diletta quando Lo cerchiamo: «La preghiera, che lo sappiamo o no, è l’incontro della sete di Dio con la nostra. Dio ha sete che noi abbiamo sete di Lui».2 Come la più tenera delle madri, l’Altissimo desidera entrare in contatto con noi, suoi figli, e vuol prender parte alla nostra vita personale, aiutandoci sia spiritualmente che materialmente; per questo, aspetta con santa ansia una nostra semplice preghiera.

Per non essere indifferenti a quest’Amico Divino, cerchiamo di seguire l’esempio del Re Ezechia: «Come una rondine io pigolo» (Is 38, 14). Così, come quest’uccellino cinguetta continuamente per chiedere cibo a sua madre, anche noi dobbiamo fare lo stesso con il nostro Padre Celeste. In ogni momento, lodiamo Dio per quello che Egli è e, in ogni situazione, rendiamoGli grazie, perché tutto concorre al bene della nostra anima, anche se spesso le apparenze dicono il contrario.

In ogni momento, lodiamo Dio per quello che Egli è e rendiamoGli grazie, perché tutto concorre al bene della nostra anima

Nei momenti di gioia, esprimiamoGli la nostra gratitudine per i benefici ricevuti; e, in modo particolare, preghiamo quando ci assalgono le tentazioni, perché siamo molto deboli e i nemici della nostra salvezza sono numerosi e forti. Con la preghiera, attesta San Lorenzo Giustiniani,3 costruiamo una torre inespugnabile nella quale restiamo al sicuro da ogni insidia del demonio.

Ostacoli comuni alla preghiera

Quanto sarebbe più facile e meritorio il nostro passaggio su questa terra se sapessimo pregare! Con quanta facilità conquisteremmo il premio eterno!

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori afferma che «per la salvezza, non è necessario che qualcuno vada nella regione degli infedeli per offrire la propria vita; non è necessario ritirarsi in un deserto e alimentarsi unicamente di erbe, ma è necessario pregare e dire: ‘Mio Dio, aiutami! Signore, assistimi, abbi pietà di me!’ Potrebbe esserci qualcosa di più facile di questo?».4 Eppure, ci sono ostacoli che possono intralciare quest’aspetto della nostra vita di pietà.

Il più comune fra questi, ma non il meno dannoso, è il pragmatismo. Il mondo di oggi ci invischia in un modo quasi irresistibile in infinite pseudo soluzioni materiali, che si suppone siano capaci di risolvere tutte le nostre necessità, problemi e desideri. Tuttavia, il suo unico frutto è la costante dissipazione, la perdita della fede e l’allontanamento dalla morale cattolica… Se rivolgessimo con più frequenza il nostro cuore al soprannaturale, ci accorgeremmo che la vera pace che tanto desideriamo si trova solo in Dio e che solo Lui possiede la soluzione per le nostre difficoltà e l’unguento per i nostri dolori.

“Angelus”, di Jean-François Millet – Museo d’Orsay, Parigi

Molte volte ci allontana dalla preghiera anche la considerazione che siamo peccatori e, pertanto, indegni di essere esauditi dalla Provvidenza. Sant’Alfonso de’ Liguori5 risolve questa impasse mostrandoci che Dio non agisce come gli uomini che, quando vengono offesi da un altro, si mostrano subito non disposti a fargli del bene, ricordandogli l’offesa commessa. Il nostro Padre Celeste, al contrario, quando è invocato con umiltà e pentimento da un peccatore, anche uno dei peggiori del mondo, lo accoglie come se le sue offese non fossero mai esistite.

Questa buona disposizione divina, inoltre, ci è attestata dalla parabola del fariseo e del pubblicano. Quest’ultimo non si vanta delle sue opere davanti al Creatore come il fariseo, ma, senza osare alzare gli occhi al cielo, si batte il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore» (Lc 18, 13). E ottiene di essere giustificato.

Infine, dobbiamo considerare che, in quanto battezzati e membri vivi della Chiesa, siamo rivestiti degli stessi meriti di Nostro Signore Gesù Cristo e che, pertanto, il Padre accoglie le nostre preghiere come se fossero offerte da suo Figlio. Non abbiamo bisogno di presentarci a Dio avendo nelle mani una somma di virtù, come chi vuole comprare da Lui certi benefici… Perché le nostre preghiere siano esaudite, basta invocare la misericordia divina.

I segreti della preghiera infallibile

Ora, può capitare di chiedere qualcosa e di avere l’impressione di non essere ascoltati. Di conseguenza, alcuni si raffreddano nella fede e smettono di pregare…

Pochi istanti prima della Passione, il Divin Maestro ci ha lasciato un giuramento: «In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, Egli ve la darà» (Gv 16, 23). Non può quindi succedere di essere ingannati, perché è stata la Verità stessa a prometterlo. Ciò nonostante, affinché la nostra preghiera venga effettivamente esaudita, deve soddisfare alcuni requisiti, come abbiamo visto nell’articolo precedente. Tra questi, si distinguono l’umiltà, l’insistenza e la fiducia.

Una volta soddisfatte queste condizioni, la nostra preghiera diventa infallibile e – perché non dirlo? – onnipotente! E anche se, per debolezza, preghiamo per qualcosa che per noi non è conveniente, la nostra speranza non sarà vana: il Signore ci darà qualcosa di gran lunga migliore, perché la preghiera non è mai senza frutto.

Statua di Nostra Signora delle Grazie

Bussiamo alla Porta del Cielo!

Come se non bastasse la dimostrazione di tanto amore per l’umanità nella Persona del Verbo Incarnato, l’Altissimo ci ha anche lasciato come madre la sua stessa Madre, la punta finissima della sua infinita misericordia, per aiutarci in ogni istante del nostro pellegrinaggio in questa valle di lacrime.

Sotto la protezione della Madonna, Porta del Cielo, cerchiamo di fare della nostra esistenza terrena un costante rapporto con Dio

È la Porta del Cielo, alla quale possiamo “bussare” quando vogliamo, anche quando ci manca un po’ di umiltà o di fiducia… Invocando il suo aiuto, correggerà i nostri difetti e ci otterrà con particolare facilità favori inimmaginabili, perché ha pienissima condiscendenza con il suo Divin Figlio.

Sotto il suo patrocinio, dunque, cerchiamo di fare della nostra esistenza terrena un costante rapporto con Dio, al fine di poterlo un giorno continuare, non più sotto i veli della fede, ma faccia a faccia, nel Regno Celeste! ◊

 

Note


1 Cfr. CLÁ DIAS, EP, João Scognamiglio. Donna Lucilia. Città del Vaticano-São Paulo: LEV; Lumen Sapientiæ, 2013, p. 316.

2 CCC 2560.

3 Cfr. SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI. A oração: o grande meio para alcançarmos de Deus a salvação e todas as graças que desejamos. 4.ed. Aparecida: Santuário, 1992, p. 44.

4 Idem, pp. 55-56.

5 Cfr. Idem, p. 83.

 

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