Ovunque ci sia qualcuno in difficoltà, c’è Donna Lucilia!

Se non avessimo difficoltà, Donna Lucilia non avrebbe l’occasione di manifestarci la sua protezione materna... Quindi è nei momenti di grande afflizione che ha la migliore opportunità di rendere patente la sua immensa bontà.

La stessa dedizione materna che tanto caratterizzò Donna Lucilia durante la sua vita risplende oggi negli interventi che compie nei confronti di coloro che sollecitano devotamente il suo aiuto. Qui di seguito presentiamo una piccola esemplificazione del vasto “campo di battaglia” che questa madre percorre per soccorrere le persone in difficoltà.

Una malattia grave, in giovane età

Con il cuore pieno di gioia e gratitudine, la sig.ra Thalita Marotta Imoto Sato, residente a San Paolo, narra un favore ricevuto grazie all’intermediazione di Donna Lucilia: «Mia figlia Luisa è nata sana il 19 ottobre 2015. Fino al suo primo anno di vita non aveva avuto nemmeno una febbre. Tuttavia, all’età di un anno e dieci mesi, dopo aver iniziato ad avere la febbre, ha avuto la sua prima crisi convulsiva».

Portata immediatamente in ospedale, la piccola fu sottoposta a diversi esami e le fu riscontrata una meningite virale. Tuttavia, questo era solo l’inizio di una lunga ricerca per una diagnosi definitiva, che richiese quattro anni, come narra sua madre:

La dedizione materna che in vita tanto caratterizzò Donna Lucilia, risplende oggi negli interventi che opera presso coloro che chiedono il suo aiuto

«Inizialmente Luisa aveva febbre ogni cinque settimane senza alcun motivo apparente. Gli intervalli si accorciavano e i sintomi si aggravavano. Oltre a questa febbre immotivata, presentava una serie di allergie a farmaci, a coloranti, ad alcuni alimenti e a tutti i conservanti e agli stabilizzanti. Non poteva mangiare fuori casa e nemmeno usare utensili domestici diversi dai nostri.

«Le condizioni di mia figlia peggioravano sempre di più. Le crisi convulsive erano costanti e la paura di non sapere se si sarebbe svegliata il giorno dopo ci perseguitava. Luisa veniva costantemente ricoverata in terapia intensiva perché i medici non sapevano cosa avesse. Il suo cuoricino ci diceva che qualcosa non andava bene. Durante la febbre presentava tachicardia e, mentre era in preda alle convulsioni, il suo battito cardiaco oscillava molto: per esempio, da duecentoventi battiti al minuto a cinquanta».

Luisa e i suoi genitori hanno sofferto molto per l’avanzare di una malattia per la quale non avevano una diagnosi certa. Poco prima del suo terzo compleanno, la bambina fu in punto di morte a causa di una grave reazione allergica alle medicine che le erano state somministrate.

«Questo è il mio cammino verso la santità»

Tuttavia, i lunghi anni di sofferenza sono stati occasione di grazie per la sig.ra Thalita che, «come il figliol prodigo, tornava alla casa del Padre». Luisa aveva già quattro anni quando i medici le diagnosticarono un’epilessia dovuta a crisi di assenza.

Luisa con in mano una replica del “Quadretto” di Donna Lucilia

«Quel giorno», racconta la mamma, «la bambina mi vide triste e mi chiese perché. Le risposi che il suo esame non era andato molto bene e che per questo ero un po’ triste. La sua risposta fu: ‘Mamma, non preghi ogni giorno perché sia fatta la tua volontà? Questa è la volontà del Papà del Cielo ed è il mio cammino di santità’. Non sapevo cosa fosse il cammino di santità, non sapevo come le fosse stato insegnato, perché eravamo sempre insieme, proprio sempre, non la lasciavo sola, perché poteva avere una crisi in qualsiasi momento. Per fortuna, Luisa, pur essendo così piccola, ci mostrava come la sua fede e il suo amore per Dio fossero indistruttibili».

In occasione di un altro ricovero in terapia intensiva, il medico diagnosticò una sindrome autoinfiammatoria e indirizzò la paziente da uno specialista. Questi iniziò un trattamento con corticosteroidi. «Ogni tre settimane assumeva circa sessanta millimetri di farmaco, che la rendevano immunodepressa. La prognosi non era buona, il medico che la seguiva mi disse che non sapevamo per quanto tempo avrebbe risposto al trattamento con i corticosteroidi».

«Se lei credesse nei miracoli…»

In questo scenario cupo, finalmente brillò un raggio di speranza: «Nel novembre 2021, incontrammo gli Araldi del Vangelo. Un sacerdote dell’associazione si rese prontamente disponibile per l’assistenza spirituale della mia famiglia, promise di pregare per la guarigione di Luisa e mi parlò della devozione a Donna Lucilia. Così iniziammo a pregare, chiedendole di farsi carico di tutta la vita di Luisa e di ottenere la sua guarigione. Tutte le sere, quando Luisa si addormentava, andavo nella sua stanza, recitavo un rosario di giaculatorie a Donna Lucilia e affidavo la mia bambina alle sue cure. Le chiedevo che, se non fosse stato possibile ottenere la sua guarigione, che fosse aiutata ad affrontare tutte le prognosi della sindrome e che la sua fede e la sua fiducia non fossero mai scosse».

Durante una delle tante visite, la sig.ra Thalita chiese al medico se la sua figlioletta poteva almeno migliorare col passare del tempo, ricevendo questa risposta tutt’altro che incoraggiante: «Se lei credesse nei miracoli, potrebbe migliorare».

Che molte famiglie possano conoscere Donna Lucilia!

Decise quindi, insieme al sacerdote, di fissare degli “obiettivi” per gli intervalli di febbre della piccola Luisa; in altre parole, chiedevano che, per intercessione di Donna Lucilia, Luisa non avesse alcun sintomo della malattia per un certo lasso di tempo.

«Se oggi la mia bambina è sana, è grazie all’intercessione di Donna Lucilia. Che molte famiglie possano conoscere le sue cure!»

La sig.ra Thalita racconta: «La prima tappa era che stesse bene, senza alcun sintomo, per undici settimane. Incredibilmente, Luisa non ebbe nulla in quel periodo. Allora passammo al secondo obiettivo, quello di ventidue settimane, ma dopo solo nove settimane Luisa ebbe i sintomi della sindrome, il giorno 31 di luglio. Il sacerdote non mi lasciò perdere la fede e la fiducia. Intensificammo le nostre preghiere e Luisa non presentò più alcun sintomo della temuta malattia».

Riconoscente e profondamente legata alla sua benefattrice, la sig.ra Thalita conclude il suo racconto con questa significativa testimonianza: «Donna Lucilia si è presa cura della mia famiglia e continua a farlo con tutto l’amore materno di cui abbiamo tanto bisogno. La vita della mia Luisa mi ha insegnato non solo il vero amore per i disegni di Dio, ma anche ad avere sempre fiducia e a non perdermi d’animo. E se oggi la mia bambina è sana, è grazie all’intercessione di Donna Lucilia e alla fiducia instancabile del sacerdote araldo che ci ha guidato. Che la Madonna permetta a molte famiglie di conoscere le cure di Donna Lucilia!».

Afflizione di una madre alla ricerca del figlio

La sig.ra Maria de Lourdes Cunha vive a Mairiporã, è un’assidua frequentatrice di una delle cappelle gestite dagli Araldi del Vangelo nella regione ed è una grande devota di Donna Lucilia. Avendo sentito molte storie di grazie ottenute con la sua intermediazione, si è sentita incoraggiata a inviarci la storia di un favore ottenuto per intercessione di questa madre tanto sollecita, sebbene il fatto sia avvenuto alcuni anni fa.

Racconta che suo figlio Igor, che all’epoca aveva sedici anni, le chiese il permesso di andare, in compagnia di alcuni amici, ad assistere a un concerto che si sarebbe realizzato nel centro di San Paolo. Aveva promesso che sarebbe tornato entro sera. Siccome suo figlio manteneva sempre la parola data, la sig.ra Lourdes fu molto sorpresa quando si fece buio e lui non si era ancora presentato. Fece numerosi tentativi di contattarlo al cellulare, ma senza successo.

Dopo tutto, verso le dieci di sera, uno degli amici che erano usciti con lui rispose alla chiamata. «Dov’è Igor?», chiese. Ricevette la preoccupante risposta che suo figlio si era sentito male ed era rimasto nel luogo del concerto. Piena di angoscia, la sig.ra Lourdes volle sapere cosa fosse successo, ma il presunto amico di suo figlio, come unica risposta, riattaccò il telefono. «Chiamavo e richiamavo ma lui non mi rispondeva più. Cominciai a disperarmi».

La sig.ra Lourdes con una foto di Donna Lucilia

Decise allora di chiedere aiuto a una delle sue sorelle, la quale si offrì di andare con il marito a cercare il ragazzo nella città di San Paolo. Tuttavia, era già mezzanotte quando arrivarono al luogo del concerto e poterono solo constatare che era tutto finito, il locale era già chiuso. Cercarono il ragazzo nel pronto soccorso più vicino, ma non c’era. Con grande rammarico, dissero alla sig.ra Lourdes che non avevano trovato suo figlio e che il giorno seguente avrebbe dovuto denunciare la sua scomparsa alla polizia.

Nei momenti di angoscia, ricorso alla preghiera

Immaginiamo l’angoscia di una madre in queste circostanze! Cosa fece la sig.ra Lourdes? Racconta: «Presi il mio rosario, andai nella stanza di Igor, mi inginocchiai sul letto e cominciai a chiedere aiuto a Donna Lucilia. Recitai il rosario e chiesi che non gli succedesse nulla, che lo custodisse là dove si trovava. Mentre pregavo, cominciai a calmarmi. Quando mia sorella tornò a casa sua, verso le due e mezza del mattino, mi chiamò e mi disse: ‘Igor è qui a casa mia!’».

Come deve aver sofferto il cuore di Donna Lucilia nel vedere il tormento della sig.ra Lourdes! Il suo soccorso, in quanto ottima madre, non poteva farsi attendere. Ma cosa era successo veramente?

«Non aver paura, sono qui con te»

Il giorno dopo, la sig.ra Lourdes interrogò il figlio sui dettagli dell’incidente. Neanche lui sapeva cosa fosse successo. Probabilmente i suoi compagni gli avevano dato una bevanda che lo aveva fatto star male, lui restò seduto in un angolo per riprendersi dal malessere che provava e i suoi “amici” lo avevano abbandonato lì.

Prima di perdere conoscenza, Igor vide avvicinarsi una signora che venne verso di lui per aiutarlo e gli disse dolcemente: «Igor, non avere paura, sono qui con te». E, tenendogli le mani, gli disse: «Non aver paura, starai bene!».

Molto angosciata per la scomparsa del figlio, la sig.ra Lourdes non esitò: «Mi inginocchiai sul letto e iniziai a chiedere aiuto a Donna Lucilia»

Chi era questa benemerita signora? Igor non lo sapeva. Ma la sig.ra Lourdes non ebbe il minimo dubbio: non potendo lei stessa partire in soccorso del figlio, Donna Lucilia si era assunta il compito di proteggerlo in questa dolorosa situazione.

La sig.ra Lourdes racconta che a partire da quel momento «suo figlio non vide più nulla»; a quanto pare qualcuno passò di lì e lo portò al pronto soccorso, dove gli furono somministrati i farmaci appropriati grazie ai quali si riprese.

Grata, la sig.ra Lourdes ricorda con emozione il fatto, perché Donna Lucilia, che nell’eternità continua a essere un’ottima madre, ha risposto prontamente alle sue preghiere prendendosi cura di suo figlio.

Cambiamento temperamentale inatteso

Dalla citta di Sullana, in Perù, ci scrive la sig.ra Esther Seminario, raccontandoci due episodi di pronto intervento di Donna Lucilia per tirarla fuori da situazioni imbarazzanti.

Recatasi in un’altra città per prenotare un intervento medico, la sig.ra Esther arrivò in ospedale verso le otto del mattino e incontrò un ostacolo inaspettato: «La persona incaricata di prendere gli appuntamenti era, senza alcun motivo, estremamente irritata e forniva il servizio molto controvoglia. A causa della lunga attesa, alcuni pazienti si esasperarono e iniziarono a protestare. Io ero la prima della fila. Tuttavia, lungi dall’occuparsi di me, in modo inspiegabile – forse pensando che fossi stata io a istigare il reclamo – mi disse categoricamente che avrei dovuto aspettare fino alla fine, perché doveva darmi molte indicazioni. Aggiunse che avrebbe potuto dedicarsi a me soltanto alle ore 12.30».

Ma la sig.ra Esther aveva comprato il biglietto per tornare nella sua città proprio in quell’orario. Non le restava se non un rimedio: pregare. «In questa situazione mi chiesi: cosa devo fare? Mio Dio, aiutami, illuminami! Mi venne subito in mente Donna Lucilia. Avevo una sua fotografia nella tasca del cappotto; la presi e cominciai a pregare l’irresistibile novena al Sacro Cuore di Gesù e a chiedere l’intercessione di Donna Lucilia. Quale non fu la mia sorpresa! Non avevo ancora finito di recitare la novena che all’improvviso l’impiegata tornò molto sorridente, mi invitò a entrare e mi fissò una data per la mia procedura medica. Definitivamente, questa persona era passata da una estrema irritabilità a una totale serenità, una gentilezza incredibile. Non ho dubbi che lì Donna Lucilia ci mise la sua mano».

La sig.ra Esther con la biografia di Donna Lucilia tra le mani

Prima di lasciare l’ospedale, la sig.ra Esther fece una rapida visita alla cappella, dove entrò un signore che piangeva sconsolato e, in ginocchio, pregava per un parente malato. Commossa alla vista della sua afflizione, la sig.ra Esther gli regalò una stampa di Donna Lucilia, spiegandogli brevemente come valesse la pena rivolgersi a lei.

Il racconto continua: «Mi ringraziò e disse che avrebbe chiesto l’intercessione di Lucilia con tutte le sue forze. Me ne andai sentendomi molto confortata per aver dato la stampa di Donna Lucilia a una persona bisognosa, ma allo stesso tempo triste perché ero rimasta senza. Pensavo di non averne un’altra con me, ma con mia grande sorpresa ne trovai una nella mia borsetta. Così, mi sentii sicura ad averla con me durante il viaggio di ritorno».

Una nuova difficoltà, un altro aiuto

La sig.ra Esther non poteva immaginare quanto avrebbe avuto bisogno dell’aiuto della sua protettrice durante il viaggio di ritorno a casa! Così narra:

«Quando stavo tornando in autobus nella mia città, il veicolo fu intercettato da tre motociclette, con due uomini su ciascuna. Avevano armi da fuoco e, poiché l’autobus non si fermava, iniziarono a lanciare pietre e a incrociare le moto sulla strada, bloccando il passaggio; allora l’autobus si fermò. Il panico e la disperazione attanagliarono i passeggeri, molti dei quali erano bambini: ‘È una rapina! Nascondete i soldi, buttate il cellulare per terra’, gridò un passeggero più previdente.

Vedendo quegli uomini armati che stavano per assaltare l’autobus su cui si trovava, la sig.ra Esther gridò a gran voce: «Donna Lucilia, aiutaci!»

«In quel momento di disperazione, mi rivolsi nuovamente a Donna Lucilia. Presi la stampa e, tenendola in mano, dissi ad alta voce: ‘Donna Lucilia, madre nostra, aiutaci!’. Ripetei questa giaculatoria più volte e mi tranquillizzai. Telefonai alle mie sorelle – che si trovavano occasionalmente in città e che altrettanto sono devote di Donna Lucilia – perché si mettessero in contatto con la polizia. E diversi passeggeri fecero lo stesso.

«Alla fine la polizia intervenne e catturò i criminali. Lo spavento fu enorme, ma nessun passeggero subì danni fisici o furti. Il potente intervento di Donna Lucilia ci permise di raggiungere la nostra destinazione sani e salvi”.

«Vorrei concludere dicendo che mio marito, che ha assistito agli eventi che ho appena raccontato, è ora anche lui un devoto di Donna Lucilia e ricorre alla sua intercessione materna in tutte le situazioni di necessità». ◊

 

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