1° novembre – Solennità di Ognissanti
I passi della Parola di Dio scelti dalla Santa Chiesa per la Liturgia di questa solennità possono aiutarci a contemplare la Storia in un modo molto diverso dalla noiosa successione di date e fatti che abbiamo imparato sui banchi di scuola. Sì, perché questo grande processo che si svolge sotto lo sguardo di Dio, dalla creazione fino alla fine del mondo, ha come asse proprio coloro che vengono commemorati nella giornata odierna: i Santi.
Nella prima lettura, tratta dall’Apocalisse, le parole dell’Angelo mostrano come Dio anticipi o ritardi il suo intervento – che rende qualsiasi “prodezza” umana del tutto insignificante – a seconda che siano pronti «i servi del nostro Dio» (7, 3), contrassegnati sulla fronte con un sigillo misterioso.
Ciò può ben simboleggiare il carattere dei battezzati. Se sapessimo attribuire il giusto valore al grande dono d’amore che il Padre ci ha fatto, quello di essere suoi figli (cfr. 1 Gv 3, 1), non temeremmo né ci scoraggeremmo di fronte alle contrarietà che il mondo contemporaneo presenta a coloro che desiderano mantenersi fedeli alla chiamata alla santità insita nel Sacramento del Battesimo.
Sebbene la nostra dedizione a Dio sia minacciata in ogni momento dalle innumerevoli sollecitazioni al male che ci circondano, il Salmo Responsoriale sottolinea che la benedizione del Signore discende su coloro che hanno «mani innocenti e cuore puro» (24, 4). Se cercheremo di essere così, faremo parte di quel pugno di giusti che esercitano un ruolo determinante negli interventi divini negli avvenimenti della Storia.
Questi eventi tendono sempre alla vittoria del bene, anche se talvolta le apparenze indicano il contrario. Il Corpo Mistico di Cristo è chiamato a crescere costantemente in grazia, come dimostrano le variegate e nuove forme di santità che ha generato nel corso dei secoli. Ed è l’unione tra la Chiesa Militante e la Chiesa Trionfante che dà impulso a tale progresso, per cui, alla fine del mondo, la Gerusalemme Celeste scenderà sulla terra, facendo sì che il tempo ceda il posto all’eternità.
Come partecipare a una simile meraviglia? In questa valle di lacrime ciò è impossibile senza grandi tribolazioni (cfr. Ap 7, 14)… Ma nel Vangelo di oggi (cfr. Mt 5, 1-12a) il Divin Maestro ci insegna che, anche in mezzo alle difficoltà, coloro che lottano con determinazione, per amor Suo, già sperimentano qui qualcosa della felicità celeste, che li eleva al di sopra della media degli uomini.
Il modello di relazione umana che Nostro Signore ha istituito nel Sermone della Montagna contraddiceva radicalmente le abitudini dell’Antichità, sia pagana che ebraica. Tuttavia, il distacco dai beni terreni, l’amore per la sofferenza, la mitezza, la sete di santità, la misericordia, la purezza di cuore e tanti altri valori da Lui elevati alla categoria di beatitudini hanno finito per impregnare di dolcezza l’umanità, al punto da cambiarne completamente la fisionomia.
Questo sublime invito risuona anche nelle nostre orecchie, esortandoci ad abbracciare la santità con lo stesso fervore che ha condotto alla gloria celeste tanti fratelli che ci hanno preceduto con il segno della fede. Basta confidare nella grazia ricevuta nel Battesimo e accettare tutto ciò che Dio desidera da ciascuno di noi. ◊

