Sereno peregrinare nei sentieri della vecchiaia

Si poteva trovare in Donna Lucilia la grandezza della vecchiaia cristiana, santificata dal merito della maternità e glorificata dall’aureola discreta che le sofferenze sofferte in unione con Cristo lasciano in ogni anima e in ogni volto giusto.

 

Alcuni vini, per offrire ai degustatori il meglio di sé, si conservano nella solitudine di profonde cantine, al riparo dalla luce del sole. Lì, attraverso il lento succedersi di anni e decenni, affinano il gusto, acquisiscono un aroma piacevole, trasformano l’asprezza del loro sapore in dolcezza, ravvivando persino il loro stesso colore.

L’età, che affina il sapore dei buoni vini, sublima le virtù delle anime giuste. Così, nella relazione con Donna Lucilia, l’affabilità non ha fatto altro che perfezionarsi col passare del tempo. La sua elevazione di spirito divenne sempre più penetrata dal soprannaturale, le sue maniere e la sua presenza divennero, in misura sempre maggiore, attraenti fattori di benessere e rispettabilità.

Donna Lucilia assiste a una conferenza del Dott. Plinio presso l’auditorium della FIESP

Come un buon vino che ritempra il corpo indebolito, Donna Lucilia, intrisa di profonda fiducia nell’infinita bontà del Sacro Cuore di Gesù, continuerà a dare incoraggiamento a tutti coloro che a lei si avvicinano  bisognosi di consolazione, applicando con efficacia il lenitivo della carità cristiana.

Se a questo punto Donna Lucilia avesse dato la sua anima a Dio,  la sua esistenza sarebbe stata già bella. Tuttavia, durante l’ultimo periodo della sua vita, nell’ambiente raccolto della sua residenza, esprimerà in modo più marcato la pienezza del suo affetto e della sua benevolenza.

Le pareti e gli oggetti del suo appartamento avrebbero molto da raccontare se avessero il dono della parola. Sarebbe oltremodo interessante poter sentire cosa avrebbe da raccontare l’immagine del Sacro Cuore di Gesù sulle innumerevoli preghiere di Donna Lucilia. Non si è mai saputo di che cosa trattasse con Nostro Signore in quei dialoghi silenziosi. Nemmeno a suo figlio arrivò a confidare nulla al riguardo.

Tuttavia, se questa pia intimità rimase in un inviolabile segreto, alcuni piccoli fatti della vita serena e casalinga di Donna Lucilia hanno superato le pareti di quella casa benedetta.

Affettuosità di madre

Fin dalla più tenera infanzia, il Dott. Plinio fu dotato di un lucido e insolito discernimento degli spiriti – un dono dello Spirito Santo – che egli, già dai primi barlumi della ragione, applicò alla sua stessa madre. In questo modo poté conoscere bene le elevate qualità con cui la Provvidenza aveva adornato l’anima di Donna Lucilia. I fatti concreti confermarono, più tardi, l’autenticità di ciò che egli aveva percepito.

Quando un giorno uscì di casa per andare al suo studio legale, vi si recò, come al solito, accompagnato da sua madre fino alla porta dell’ascensore. Dopo che si furono salutati, lei si diresse nel living, pensando di preparargli già una buona cena. Per la scelta del menu, non trovò miglior interlocutore di suo marito.

Non sospettava, però, che il figlio avrebbe avuto la possibilità di assistere, con vero incanto, alla curiosa scena che allora si svolse. Se non l’avesse vista, non sarebbe mai stato in grado di immaginarla. Dovendo tornare a prendere un foglio che aveva dimenticato, entrò silenziosamente nell’appartamento per non disturbare i suoi genitori. Passando vicino al living, sentì attraverso la porta socchiusa la voce di Donna Lucilia:

— João Paulo, stavo pensando di preparare questo piatto qui per Plinio. Pensi che andrebbe bene?

— Sì, è molto buono

— Ma pensi che Plinio abbia voglia di mangiare questo piatto piuttosto che quest’altro?

Seduto comodamente in poltrona, il Dott. João Paulo rispose:

— Certamente! Avrà voglia di mangiare questo, sì!

Donna Lucilia, non del tutto convinta, con la sua naturale affabilità insistette:

— Ma, João Paulo, non sono sicura che sia il meglio. Che non preferisca un altro piatto?

Già un po’ perplesso perché non vedeva motivo per tanta premura, rispose:

— Si vede proprio che una mamma non è un papà. Se dipendesse da me, gli direi: “Ragazzo mio, quello che c’è per cena è questo, quello e quell’altro. Se non è quello che vuoi, va’ al ristorante”.

Ora, se c’era una cosa che Donna Lucilia non desiderava affatto, era rinunciare a stare insieme a suo figlio durante il pasto. Così, si limitò a manifestare serenamente il suo disaccordo per quella risposta:

— No, no!

Allietato da questa ulteriore prova di sollecitudine materna, il Dott. Plinio uscì di casa senza essere notato e, lungo la strada, pensò tra sé e sé: “Un padre, anche se molto buono, non è capace di questa forma di affetto. È solo dal cuore di una madre premurosa – con la delicatezza, le fini intuizioni e il desiderio di compiacere – che queste domande possono sorgere. Ed è per questo che il menu di casa è così gustoso”

Molto apprezzata per le sue doti culinarie

Il costante “volersi bene” guidava anche i più piccoli atti di questa madre ineguagliabile, inclusa la sua arte culinaria.

Lei cercava — nell’elaborare i menu — di fare in modo che le pietanze fossero “condite” molto più con l’affetto e la bontà che, propriamente, con semplici condimenti naturali. È superfluo dire quanto questa “ricetta” piacesse al Dott. Plinio, sempre buon gastronomo e, ancor più, ottimo figlio.

Coloro che si avvicinavano a Donna Lucilia potevano così non solo sperimentare la sua benevolenza, ma anche apprezzare le prelibatezze eseguite secondo le sue istruzioni. Fu il caso, ad esempio, del marito di Donna Zili, il signor Nestor. Questi, anni dopo la morte di sua cognata, si compiaceva ancora nel ricordare le cene che lei offriva la domenica.

Diceva di non conoscere nessuno che fosse capace di guidare la preparazione di piatti così buoni come Donna Lucilia, soprattutto gli appetitosi dolci fatti in casa, tra i quali spiccava la torta di compleanno del Dott. Plinio, l’unica che preparava personalmente, mettendo in questo una cura particolare.

Infatti, Donna Lucilia anche quando in età avanzata non poteva più muoversi se non su una sedia a rotelle, si impegnava ancora molto per preparare questa torta – un’eccellente base di cioccolato, artisticamente decorata – per il compleanno di suo figlio. La cura che ci metteva era tale che prima la disegnava in tutti i suoi dettagli, immaginando le dimensioni, il colore, le decorazioni, e poi seguiva minuziosamente quanto aveva disegnato.

Libro di ricette di Donna Lucilia

“Questa signora è molto spagnola!…”

Donna Lucilia, nonostante la sua grande tenerezza, si manteneva irremovibile nella difesa dei principi cattolici. Se qualcuno li feriva in qualche modo, si metteva in una posizione più eretta, dando l’impressione addirittura di aumentare di statura, e senza perdere la sua affabilità, con un tono di voce sempre calmo, subito interrompeva:

— No!
Questo non può essere così
— e metteva i puntini sulle “i”.

Il Dott. João Paulo, pernambucano dei più genuini, aveva un temperamento molto mite. A detta del Dott. Plinio, era l’uomo più pacifico che avesse mai conosciuto. I suoi lunghi anni di vita coniugale con Donna Lucilia trascorsero nella più perfetta armonia. Quando assisteva a un suo atteggiamento più energico, diceva a suo figlio, a voce bassa, alludendo scherzosamente a un certo sangue ereditato da lei da antenati lontani:

— Ih!
Questa signora spagnola!

Il vaso di cristallo

Evidentemente, nei momenti di afflizione del Dott. João Paulo, l’ineguagliabile bontà di Donna Lucilia si rivolgeva a lui in modo speciale, con la cura di chi sapeva penetrare nel più profondo della sofferenza di una persona e lì collocare una goccia di balsamo lenitivo.

Un pomeriggio, tornando dal lavoro, il Dott. Plinio trovò suo padre da solo nella sala, con un’aria molto triste. Lo salutò come al solito:

— Buon pomeriggio, papà, come stai?

— Bene, grazie — rispose il Dott. João Paulo malinconicamente.

Suo figlio, senza riuscire a indovinare la ragione di un simile atteggiamento, si recò nella stanza di Donna Lucilia, dove trovò sua madre china a pregare.

Vedendolo entrare, gli fece segno con un dito di parlare a bassa voce e gli chiese di sedersi accanto a lei. Poi gli disse in tono compassionevole:

— Figliolo
Hai visto quanto è dispiaciuto il tuo povero padre? Ha accidentalmente urtato contro il suo magnifico vaso di cristallo di Boemia, che è caduto a terra ed è andato in frantumi.

— Mamma mia, papà ha rotto il vaso di cristallo?! – chiese il Dott. Plinio tra la sorpresa e il dispiacere, perché apprezzava molto quell’oggetto.

— Sì, ma sta soffrendo molto… Basterebbe una parola da parte tua per far cessare la sua afflizione. Lo faresti per la tua mamma?

Il Dott. Plinio avrebbe, in ogni caso, perdonato volentieri suo padre, e un semplice vaso di cristallo, per quanto bello fosse, era troppo poco per essere causa di tanto rammarico. Di fronte all’affettuosa supplica di Donna Lucilia, si recò immediatamente sul luogo dove si trovava il Dott. João Paulo per rassicurarlo e, sorridendo, gli disse di non preoccuparsi, perché l’incidente, in realtà del tutto involontario, non aveva alcuna importanza. Le sue parole distesero immediatamente il padre abbattuto, che recuperò l’abituale buonumore.

Manifestazioni d’affetto di Donna Lucilia, come questa, andavano ben oltre i confini della casa. Se anche nei confronti degli estranei la sua compassione si faceva sentire così viva, quanto più lo era con i suoi familiari, prossimi o anche lontani.

Visita inaspettata

Un giorno Donna Lucilia era a tavola, nel bel mezzo di un pasto, quando una lontana parente, che le difficoltà della vita avevano completamente scoraggiato, suonò il campanello dell’appartamento.

La cameriera, dopo essere andata ad aprire la porta, venne poco dopo ad annunciare che Donna Tal dei Tali era lì, e voleva parlare con Donna Lucilia. Quest’ultima, conoscendo le tribolazioni per le quali passava quella persona, interruppe il pranzo e si recò con sollecitudine all’ingresso, accogliendola con grande affabilità.

— Oh! Cara, come va? Entra per favore

La invitò in sala da pranzo, le offrì un posto a tavola e la mise completamente a suo agio. Tale era la fiducia ispirata da Donna Lucilia che a poco a poco la visitatrice fu incoraggiata a esporre le sue difficoltà e il suo dolore. Ricevette da lei tutta la consolazione e l’incoraggiamento a proseguire, confidando nella Divina Provvidenza, lungo gli aspri sentieri della vita.

Ancora una volta, un consiglio uscito dalle labbra di chi seguiva la legge della misericordia del Divin Maestro, costituì un potente aiuto per una persona afflitta dalle avversità della vita. Questo modo di procedere, nell’insieme delle virtù di Donna Lucilia, era un altro punto di resistenza rispetto alle deviazioni morali del suo tempo. Infatti il mito del successo portava molti dei suoi contemporanei ad allontanarsi con disprezzo da chi era afflitto dalla sventura, come se si trattasse di una lebbra la cui sola vicinanza potesse contagiare

Statua del Sacro Cuore di Gesù che presiedeva una delle stanze della residenza di Donna Lucilia

“Se tu perdessi la Fede, per me sarebbe come se fossi morta”

Da tutto ciò che è stato narrato finora, è facile dedurre che l’oceano di benevolenza di Donna Lucilia per il suo cattolicissimo figlio aveva le sue radici più profonde fondate sulla Fede. Ma in questo affetto materno, non sarebbero state preponderanti le affezioni meramente umane?

La risposta fu ottenuta dallo stesso Dott. Plinio. Una volta decise di misurare fino a che punto l’amore di Dio in Donna Lucilia prevalesse sull’amore naturale tra madre e figlio. Essendo a tavola da solo con lei, condusse la conversazione su un tema in cui entrasse, “per caso”,  quello che desiderava dire. Ad un certo punto affermò:

— Mamma, è perché sei cattolica che ti voglio così tanto bene. Se, per esempio, durante questo pasto, venissi a dirmi che sei diventata protestante, ti interromperei immediatamente dicendo: “La padrona di casa sei tu. Le chiavi di casa sono qui. Vado a vivere da qualche altra parte. Non mancherò di procurarti ciò di cui hai bisogno per continuare a vivere dignitosamente, ma ci incontreremo soltanto due o tre volte all’anno, al massimo!” Lo farei nel più grande dispiacere della mia anima, perché il vero vincolo affettivo tra noi sarebbe stato spezzato. Ho l’impressione che tu, per me, smetteresti di essere mia madre. Sarebbe come se tu fossi morta. Diventando protestante  smetteresti di essere quello che sei per me.

Si potrebbe supporre che il sentimento materno di Donna Lucilia fosse ferito da queste parole. Aveva fatto così tanti sacrifici per i suoi figli nella sua già lunga vita, e li amava così teneramente, che le poteva ben suonare come un accenno di ingratitudine questo atteggiamento categorico del Dott. Plinio. Ma al contrario, ascoltò queste parole con tanta naturalezza che, senza il minimo turbamento, continuò a servirsi degli alimenti con tranquillità – come se suo figlio non avesse detto nulla di straordinario – perché pensava e sentiva allo stesso modo.

Fu perché vedeva in sua madre un amore così disinteressato e sublime per la Chiesa Cattolica che, pochi istanti dopo la sua morte, il Dott. Plinio, nella camera mortuaria, fece questa impressionante dichiarazione:

“La ammiravo molto di più per essere quella che era e per la virtù che discernevo in lei che per il fatto che era mia madre. A tal punto che se fosse  stata la madre di un altro e non la mia, avrei fatto di tutto per andare a vivere con lei”.

 La signora dai capelli bianchi

“Avevo davanti a me la figura autentica di una grande signora cristiana. In tutto il suo essere, il tempo aveva lasciato l’indefinibile segno di dolori profondi, sofferti con grande nobiltà, con immensa dolcezza d’animo. Occhi calmi, belli e tristi, penetranti ma dolci, intelligenti ma sereni. Il portamento, i modi, gli abiti avevano l’eleganza semplice, nobile e spensierata che la vera educazione comunica all’abbigliamento umano. Il timbro di voce affabile, riservato, ricco di sfumature, rivelava un cuore forte e delicato allo stesso tempo.

“Dalla finestra entrava a sprazzi il chiarore, che in certi momenti illuminava i capelli bianchi. Un riflesso argenteo, che si confondeva con la soavità dello sguardo, si diffondeva allora dalla sua fisionomia. Ogni luce fa pensare alla felicità. La luce di questi capelli bianchi faceva pensare alla felicità extraterrena. Era la grandezza della vecchiaia cristiana, santificata dal merito della maternità, glorificata dall’aureola discreta che le sofferenze patite in unione con Cristo lasciano in ogni anima e in ogni volto giusto. Molta dignità, una certa maestà diremmo persino. Non la maestà ardua, sforzata e dubbia del denaro, ma la maestà unica e suprema che scaturisce dalla dignità di una madre, sentita e vissuta fino alle ultime fibre di un cuore nato da una nobile stirpe”.

 

Tratto, con piccoli adattamenti, da:
Donna Lucilia. Città del Vaticano-
São Paulo: LEV; Lumen Sapientiæ,
2013, p.525-532.

 

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