Un messaggio ricevuto con amore e adesione

Mentre proclamava in Portogallo il trionfo del suo Cuore Immacolato, la Madonna stava già preparando in Brasile l’esecuzione di questo disegno grandioso e profetico. A questo scopo, Ella scelse un bambino.

Un giorno, Plinio stava partecipando ad una lezione di ginnastica nel Collegio São Luís, dove studiava.1 Come lui stesso descrive, c’erano bellissimi bambù, allineati ed eleganti, piantati con regola e simmetria, sotto i quali il terreno era coperto di sabbia bianchissima e molto pura.

Nel contemplare quell’ordine magnifico della natura, rimase incantato ed ebbe una straordinaria sensazione di disciplina, di elevazione e di pulizia. Fino alla fine della sua vita avrebbe conservato nella sua memoria ciò che aveva provato in quell’occasione.

«L’analogia che mi venne in mente contemplando il boschetto di bambù fu quella di un ordine umano perfetto, come l’allineamento rettilineo di quella parete vegetale. Le loro punte, muovendosi a una grande altezza, mi sembravano simboleggiare l’ordine e l’intransigenza. […] Il boschetto di bambù eretto e fermo mi dava l’impressione di uno squadrone di guerrieri in ordine di battaglia mentre alzano le loro immense sciabole e sembrano raggiungere l’azzurro del cielo. E il sole, ammirato e cerimonioso, tramontava su di essi, abbassandosi lentamente e proiettando un’ombra sul terreno sabbioso della ricreazione […]. D’altra parte, le luci serali della piccola San Paolo di quel tempo avevano bellezze straordinarie e luminosità trionfali, che mi toccavano profondamente».

Alunni che fanno ginnastica accanto al boschetto di bambù nel cortile del Collegio São Luís

Un altro elemento veniva ad aumentare la bellezza della scena: «Di tanto in tanto, un sacerdote camminava per la scuola silenziosa, col rosario in mano, meditando, indossando una tonaca e una fascia nera, con la classica berretta in testa. Un altro passava vicino ai bambù, pregando il suo breviario rilegato in nero, calmo e tranquillo. Entrambi si incontravano nel cortile, si salutavano e continuavano a camminare».

Tutto ciò era dignitoso e composto, al contrario del disordine che regnava quando i ragazzini erano lì, rincorrendosi in mezzo al caos, al trattarsi male, all’egualitarismo e alla brutalità.

Crociato dell’ordine dell’universo

Plinio vide, allora, il contrasto tra l’ordine della natura e della Chiesa così in accordo con ciò che amava, e il mondo intero immerso nel peccato. E pensò: «Questo è l’ordine che Dio ha messo nel mondo! Ordine nella Chiesa: i gesuiti che pregano, lenti e seri. Ordine che Dio ha voluto manifestare all’uomo attraverso la natura: il boschetto di bambù, che rappresenta anch’esso il passato perché le persone che hanno imparato a piantare i bambù in linea retta non erano come questa banda di ragazzini… Come mi piace questo ordine!»

Chiamato fin dall’infanzia a rappresentare l’ordine dell’universo, entrava in piena consonanza e si faceva tutt’uno con i riflessi di esso che incontrava. Lì, nel cortile della scuola, gemendo per quest’ordine e desiderando che tutte le cose fossero disposte secondo il loro scopo, sentì la voce della grazia dentro di sé e disse a se stesso, molto convinto: «L’umanità è perduta e sta andando verso una catastrofe. Verrà il giorno in cui l’ordine esistente nella creazione non sopporterà più i peccati degli uomini e si solleverà per castigarli».

Ricreazione nello stesso cortile, al tempo in cui Plinio vi studiava

Ebbene, non aveva concepito una tale idea perché aveva sentito qualche profezia, ma spinto dal senso dell’essere e dal discernimento degli spiriti. Questa fu la sua prima nozione riguardo a un futuro castigo universale e a un intervento della Provvidenza che avrebbe scosso la natura, trasformato l’umanità e stabilito l’ordine. Ed egli intravide anche quale sarebbe stata la conclusione di questi eventi che prevedeva: «Capii che questo risultato non sarebbe stato propriamente la fine dei tempi, ma sarebbe iniziata un’era in cui gli uomini avrebbero ricevuto gli ultimi insegnamenti prima della fine della Storia, e mi posi la seguente domanda: ‘Come sarà la terra il giorno in cui il peccato sarà vinto e gli uomini torneranno in sé?’ E pensai: ‘Quello che esiste ora di buono rimarrà, ma quest’epoca sarà molto migliore di tutto questo, perché essa costituirà la risposta di Dio contro il male. E la Chiesa sarà regina!’».

E rafforzò immediatamente la sua decisione di lottare per il bene, come un crociato per l’ordine dell’universo: «Dedicherò la mia esistenza a lavorare contro il caos, per l’ordine di Dio che sarà ristabilito! Sarò il soldato di questa speranza! Ma dire “speranza” è troppo poco. Per me, si tratta di una certezza: l’ordine dell’universo non si lascerà schiacciare dal male!».

Il grido delle creature per l’ordine della creazione

Si trattava di un principio interamente teologico formulato da un bambino privo delle conoscenze proprie di un dottore, ma che aveva nella sua anima l’innocenza, il senso della santità e una profonda intuizione soprannaturale riguardo all’armonia della creazione.

Infatti, nelle creature quest’ordine è costituito da Dio in un modo tale che basterebbe un solo peccato per ripercuotersi su tutta la natura come qualcosa di simile a un fremito di indignazione, con la tendenza a vendicare la colpa. Se gli Angeli non trattenessero le stelle, le acque degli oceani, le sabbie dei deserti, gli animali e i vegetali, e non mantenessero la Terra nella sua orbita, tutto entrerebbe in convulsione e sarebbe spinto a sollevarsi contro quel peccatore per annientarlo per aver rotto l’ordine che non doveva essere alterato.2

Quando l’uomo abbandona la Fede, ribellandosi contro Dio o voltandoGli le spalle e stabilendo sulla terra una vera e propria immagine dell’inferno, deve arrivare il momento in cui il Creatore, per così dire, ritira la sua mano, provocando la natura a reagire. Di conseguenza, le catastrofi cominciano a moltiplicarsi. Il Dott. Plinio avrebbe in seguito affermato: «La dottrina cattolica presenta l’universo in ordine. Da questo deriva la certezza che le cose devono andare verso quest’ordine o il mondo finisce. Perché c’è come il clamore di tutta la natura che ruggisce e chiede a Dio vendetta quando Egli viene contrariato».

Il messaggio ricevuto e compreso

Nel narrare tali episodi, il Dott. Plinio non esitava a riconoscere l’aspetto soprannaturale di ciò che era accaduto quel giorno mentre contemplava il boschetto di bambù, e della penetrazione delle sue previsioni sul futuro del mondo. «Vedo chiaramente che questo fu soprattutto un frutto della grazia, perché, per fare in modo che un bambino di quell’età arrivasse a conclusioni così profonde, non erano sufficienti le sole risorse della natura. Sono persino propenso ad accettare che ci fu un’azione di carattere mistico».

In effetti, riflessioni così elevate non possono essere spiegate senza un’intensa azione di grazie mistiche. Nel 1920 o 1921, poco dopo le apparizioni della Madonna a Fatima, nel giardino del Collegio São Luís, ad un bambino veniva rivelato il segreto, che nessuno aveva mai conosciuto, sul castigo che sarebbe sopraggiunto e sulle condizioni per l’instaurazione di un’epoca storica in cui Ella avrebbe regnato sulla terra. È vero che i tre pastorelli parlarono al mondo con dichiarazioni esplicite e fecero un invito all’umanità, è anche vero, però, che questo bambino non era chiamato soltanto per parlare al mondo, ma per lottare per la costruzione di un mondo nuovo.

E il messaggio il cui significato i bambini della Cova da Iria forse non capivano appieno, il bambino di San Paolo lo capì perfettamente, aiutato dai doni di cui la Provvidenza lo aveva colmato. Egli amò questa parola interiore, aderì con tutta la sua anima alla Santa Chiesa, così come all’ordine dell’universo, attaccato e ferito dal peccato, e disse ancora una volta: «Io sarò contro questo mondo!».

In altri termini, si può affermare che, mentre annunciava in Portogallo il trionfo del suo Cuore Immacolato, la Madonna stava già preparando in Brasile l’esecuzione di questo disegno grandioso e profetico.

Estratto, con piccoli adattamenti, da:
Il dono della sapienza nella mente, nella vita e
nell’opera di Plinio Corrêa de Oliveira
.
Città del Vaticano-São Paulo: LEV;
Lumen Sapientiæ, 2016, vol.I, pp. 328-334

 

Note


1 I fatti narrati in questo articolo ebbero luogo quando il Dott. Plinio Corrêa de Oliveira aveva circa dodici anni.

2 Sull’incidenza del peccato nell’ordine universale, così si esprime Papa Paolo VI: «Ogni peccato, in effetti, provoca un turbamento dell’ordine universale, stabilito da Dio con inesprimibile sapienza e infinita carità, e una distruzione di beni immensi, sia che si consideri il peccatore come tale sia che si consideri la comunità umana» (Paolo VI, Indulgentiarum Doctrina, n. 2). Il grande dottore della devozione mariana San Luigi Maria Grignion de Montfort menziona anche questo principio degli effetti del peccato sulla creazione: «Tutte le creature, anche le più insensibili, gemono sotto il peso degli innumerevoli peccati di Babilonia, e chiedono la tua venuta per restaurare ogni cosa: omnis creatura ingemiscit (cfr. Rm 8, 22)» (SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT. Prière Embrasée, n.5. In: Œuvres Complètes. Parigi: Du Seuil, 1966, p.677). E molto eloquente in questo senso è questo bel passaggio del Libro della Sapienza, quando menziona la cooperazione delle creature inanimate con Dio nelle sue opere: «Il mondo combatterà con Lui contro gli insensati. Scoccheranno gli infallibili dardi dei fulmini, e come da un arco ben teso, dalle nubi, colpiranno il bersaglio; dalla fionda saranno scagliati chicchi di grandine colmi di sdegno. Infurierà contro di loro l’acqua del mare e i fiumi li sommergeranno senza pietà» (5, 20-22).

 

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