Nel giorno della solenne commemorazione di tutti i fedeli defunti, sia lecito ai sacerdoti celebrare tre Messe, affinché molti dei nostri fratelli che soffrono in Purgatorio possano essere felicemente associati ai celesti Beati della Chiesa Trionfante.

 

L’incruento sacrificio dell’Altare, poiché per natura in nulla differisce dal sacrificio della Croce, non solo apporta gloria agli abitanti del cielo e giova come rimedio di salvezza a coloro che si trovano ancora nelle miserie di questa vita, ma vale moltissimo anche per il riscatto delle anime dei fedeli che riposano in Cristo.

Benefici della Messa per la Chiesa Militante e per quella Sofferente – Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, Montevideo

Al popolo cristiano non è mai mancato l’impegno nel suffragare i defunti

È questa una perpetua e costante dottrina della santa Chiesa. Le vestigia e gli argomenti di questa dottrina – che nel corso dei secoli portò grandissimo conforto a tutti i cristiani e che suscitò nelle migliori persone viva ammirazione per l’infinita carità di Cristo – sono reperibili nelle più antiche Liturgie della Chiesa latina e della Chiesa orientale, negli scritti dei Santi Padri, e sono infine chiaramente espressi in molti decreti degli antichi Sinodi.

Il Concilio Ecumenico Tridentino, con una particolare solenne definizione, propose la stessa cosa alla nostra fede quando insegnò che “le anime trattenute nel Purgatorio vengono aiutate dai suffragi dei fedeli specialmente con il sacrificio dell’Altare, a Dio gradito”, e colpì con la scomunica coloro che affermassero che il sacro sacrificio non deve essere offerto “per i vivi e per i defunti, per i peccati, per le pene, per le soddisfazioni e per altre necessità ”.

Per la verità, la pia Madre Chiesa non ha mai seguito un comportamento diverso da questo insegnamento; in nessun tempo ha mai cessato di esortare intensamente i fedeli cristiani a non lasciare che le anime dei defunti venissero private di quegli aiuti spirituali che sgorgano abbondantemente dal sacrificio della Messa. E su questo punto si deve lodare il popolo cristiano, che non è mai venuto meno all’amore e all’impegno in suffragio dei defunti.

Lo testimonia la storia della Chiesa che, quando le virtù della fede e della carità elevavano le anime, re e popoli si adoperavano più attivamente ovunque si estendeva il nome cattolico, onde ottenere la purificazione delle anime del Purgatorio.

Un antico privilegio da estendere al mondo intero

La sempre più accesa pietà degli antenati ha fatto sì che, molti secoli fa, nel Regno d’Aragona, per una consuetudine sorta a poco a poco, nel giorno della Solenne Commemorazione di tutti i defunti i sacerdoti secolari celebrassero due Messe, e i sacerdoti regolari ne celebrassero tre.

Il Nostro Predecessore d’immortale memoria Benedetto XIV confermò questo privilegio non solo per giuste ragioni, ma in verità anche su richiesta di Ferdinando VI, cattolico Re di Spagna, e parimenti di Giovanni V, Re del Portogallo. Pertanto, con Lettera Apostolica del 26 agosto 1748 decise che a qualunque sacerdote delle regioni soggette ai due Re fosse data facoltà di celebrare tre Messe nel giorno della Solenne Commemorazione dei defunti.

Con l’andar del tempo, molte persone, sia Vescovi, sia cittadini di ogni categoria, inviarono alla Sede Apostolica ripetute suppliche affinché si potesse utilizzare questo privilegio in tutto il mondo, e la stessa concessione fu richiesta ripetutamente ai Nostri Predecessori, ed anche a Noi agli inizi del Nostro Pontificato. […]

La misericordia ci commuove oggi in modo speciale

Noi, pertanto, dopo avere nuovamente onerata la coscienza di coloro che in questa materia mancano al proprio dovere di carità verso le anime dei defunti – per i quali, fin dall’infanzia, abbiamo nutrito un grande trasporto – siamo fortemente spinti, per quanto è in Nostro potere, a riparare in qualche modo ai suffragi che, con grave pregiudizio, sono mancati alle anime.

La misericordia Ci commuove oggi in modo maggiore quando, a causa dei luttuosissimi incendi della guerra accesi in quasi tutta l’Europa, abbiamo davanti ai Nostri occhi tanta gioventù che nel fiore degli anni muore immaturamente in battaglia. Anche se la pietà dei loro congiunti per suffragare le loro anime non mancherà, tuttavia sarà essa sufficiente per provvedere ai loro bisogni?

Da quando, per divina volontà, siamo divenuti il Padre comune di tutti, vogliamo con paterna larghezza rendere partecipi questi carissimi ed amatissimi figli, strappati alla vita, del tesoro dei meriti infiniti di Gesù Cristo.

Pertanto, invocata la luce della Sapienza celeste, dopo aver consultato alcuni Padri Cardinali di Santa Romana Chiesa, membri delle Sacre Congregazioni sulla disciplina dei Sacramenti e dei Sacri Riti, stabiliamo in perpetuo quanto segue:

  1. Nel giorno della Solenne Commemorazione di tutti i fedeli defunti, in tutta la Chiesa sia lecito ai Sacerdoti celebrare tre Messe, a condizione che una delle tre sia applicata a libera scelta, con possibilità di riceverne l’offerta; la seconda Messa, senza alcuna offerta, sia dedicata a tutti i fedeli defunti; la terza sia celebrata secondo l’intenzione del Sommo Pontefice, come sopra abbiamo specificato.
  2. Confermiamo con la Nostra autorità, per quanto possa essere necessario, ciò che il Nostro Predecessore Clemente XIII concesse con la Lettera del 19 maggio 1791, cioè che tutti gli altari nel giorno della Solenne Commemorazione fossero privilegiati. […]

Dobbiamo pregare per i nostri fratelli che soffrono

Per il resto, siamo certi che tutti i Sacerdoti cattolici, sebbene nel giorno della Solenne Commemorazione dei fedeli defunti possano celebrare una sola volta, vorranno volentieri e con zelo utilizzare l’importante privilegio che abbiamo loro concesso.

Esortiamo vivamente tutti i figli della Chiesa affinché, memori dei numerosi obblighi che hanno verso i fratelli che sono fra le fiamme del Purgatorio, in questo giorno intervengano con somma fede alle sacre funzioni. Così, in futuro, grazie ad una grande onda salutifera che penetra in Purgatorio da tanti benèfici suffragi, moltissime anime di defunti potranno essere felicemente associate ai celesti beati della Chiesa trionfante.

Decretiamo che quanto abbiamo stabilito con questa Lettera Apostolica, a proposito delle Messe da non ripetersi, sia valido e costante in perpetuo, nonostante qualsiasi legge emanata in passato dai Nostri Predecessori.

 

Estratto da: BENEDETTO XV.
Incruentum altaris, 10/8/1915

 

Articolo precedenteLa sinfonia di Dio e la nostra unica speranza
Articolo successivoCristo Re e il Segreto di Maria

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui