Principe della casa di Davide e depositario di tutte le promesse divine realizzate nel corso dei millenni… Eppure, con quanta semplicità visse il padre verginale dell’Uomo-Dio, detentore di titoli così augusti!
L’iconografia lo raffigura generalmente con un bastone privo di qualsiasi ornamento che non siano gli abituali gigli. Ci sono stati patriarchi e profeti che hanno segnato la Storia con il loro bastone: sono noti, ad esempio, i portenti compiuti dal bastone di Mosè (cfr. Es 7-10) o l’oracolo divino manifestato da Zaccaria spezzando i suoi due bastoni (cfr. Zc 11, 7-14). D’altra parte, i potentati in tutte le epoche hanno sfoggiato scettri lussuosi, d’avorio o d’oro, tempestati di pietre preziose. Giuseppe no. Ma non per questo il suo bastone è inferiore in gloria a tutti gli altri.
Infatti, l’onore insondabile con cui Dio ha voluto avvolgere questo bastone, tacito testimone di alti misteri, supera di gran lunga lo splendore di qualsiasi altro, per quanto impreziosito sia.
Se Mosè fu glorioso quando aprì il Mar Rosso con il suo bastone, molto più glorioso fu Giuseppe quando con il suo bastone guidò la Sacra Famiglia nella pericolosa traversata del deserto, proteggendo l’infanzia del Bambino Dio, sostenendo i Suoi primi passi. Chissà se, nelle incertezze della vita quotidiana, quando contemplava il suo sposo con il bastone in mano, la Vergine Santissima non ricordava il Salmo: «Tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza» (23, 4)?
Con quanto affetto Gesù e Maria devono aver conservato questa reliquia benedetta, quando il Santo Patriarca chiuse definitivamente gli occhi su questa vita! Quali speranze devono aver nutrito riguardo al futuro della Chiesa nel vedere quel bastone con cui Giuseppe li aveva sempre condotti in maniera così vittoriosa! Quanta sicurezza non ispirava alla condizione di orfano del Creatore e a quella di vedova della Regina dell’Universo, che ancora soffrivano in questo esilio!
Molti oggetti appartenenti alla Sacra Famiglia sono andati perduti nel tempo. Il bastone fiorito di San Giuseppe, però, si conserva ancora oggi tra noi in una chiesa a lui dedicata a Napoli. Forse la Provvidenza ha permesso che il bastone rimanesse come lascito della sua protezione vittoriosa per ogni fedele, così come guidò le primizie della salvezza, Gesù e Maria.
Al «vincitore», il Signore ha promesso nel Libro dell’Apocalisse di dare potere sulle nazioni per governarle con uno «scettro di ferro» (2, 26-27). Contrariamente all’idea errata che si riferisca a una tirannia, questa ricompensa evoca il ruolo di un vero padre, che, con la sua autorità, offre tutta la fermezza, la stabilità e la forza all’esistenza dei suoi figli.
Quale sarà, dunque, la ricompensa riservata a Giuseppe, le cui opere, l’amore, la fedeltà, la generosità, la pazienza e la perseveranza (cfr. Ap 2, 19) furono così perfette agli occhi di Dio? E quali portenti manifesterà ancora all’umanità il Protettore della Santa Chiesa avendo vinto le forze del male nel tempo e nell’eternità? Non avrà forse potere sugli eventi della Storia, insieme al suo Divin Figlio e alla sua Santissima Sposa?
La devozione a San Giuseppe non può mai essere considerata una tra le tante. È fondamentale per chiunque desideri appartenere veramente a Nostro Signore Gesù Cristo e alla Madonna. Il suo bastone costituisce quindi un pegno e una promessa di trionfo per i nostri tempi! Con esso il Santo Patriarca ci condurrà nel nostro pellegrinaggio in questo mondo e accorrerà in nostro soccorso in qualsiasi pericolo! ◊