Gesù non lo guarì, ma lasciò una promessa seminata nel suo cuore. Sostenuto da questa speranza, continuò per molti anni a chiedere l’elemosina alla porta del Tempio, finché un giorno…

 

In un piccolo villaggio della Palestina, c’era una famiglia che seguiva alla lettera le leggi di Mosè e credeva ardentemente nel Signore Dio d’Israele. Uno dei figli, di nome Giacomo, però, era nato paralitico. Bambino attivo e intelligente, soffriva molto per quell’handicap che gli impediva di giocare come gli altri bambini e che gli avrebbe reso impossibile, da grande, aiutare i suoi genitori nel loro lavoro.

Un giorno, mentre giaceva tranquillo e pensieroso a letto, sua madre gli disse: “Figlio mio, non so cosa Dio abbia preparato per te nel futuro, ma ti do un consiglio d’oro: non perdere mai la speranza! Quando il Signore vede che un uomo è al culmine della prova, interviene”.

“Figlio mio, ti do un consiglio prezioso: non perdere mai la speranza!”

Il bambino fece tesoro nel suo piccolo cuore di quelle parole affettuose che lo consolarono profondamente.

Passarono molti anni. Da adulto, essendo morti i suoi genitori, Giacomo non aveva come guadagnarsi da vivere se non sedendosi per strada vicino al Tempio di Gerusalemme, confidando nella carità di chi passava.

Un giorno, mentre chiedeva l’elemosina, vide una grande agitazione nella piazza e alcuni gli gridarono: “Vedi! Ora passa Gesù, Quello che compie molti prodigi!”.

Vedendosi coinvolto nel trambusto, Giacomo pregò due uomini di portarlo dal Nazareno, ed entrambi, provando compassione, lo condussero in fretta da Lui. Davanti a Gesù, Giacomo supplicò: “Mio Signore, abbi pietà di me! Sono paralitico da quando sono nato e desidero molto essere curato!”.

Tutti – specialmente il povero malato – guardavano il Maestro in attesa di un nuovo miracolo. Ma Gesù rispose con grande bontà e dolcezza: “Figlio, voglio che tu sia guarito, ma non ora. Un giorno camminerai, in accordo con la volontà del Padre mio che è nei Cieli. Ma quel momento non è ancora arrivato”.

Giacomo non si arrabbiò né si scoraggiò. Al contrario, si riempì di gioia per aver sentito la dolce voce del Salvatore. La sua rassegnazione alla volontà di Dio fu motivo di ammirazione per gli Angeli e rallegrò il cuore di Nostro Signore.

Anni dopo quell’incontro, il paralitico continuava giorno dopo giorno a mendicare nello stesso posto. Ricordava sempre i consigli di sua madre e, soprattutto, la voce di Gesù. Tuttavia, quelli che lo circondavano si prendevano gioco di lui: “Tu pensavi che il Nazareno avrebbe fatto un miracolo per te… Sei veramente un illuso. Gesù ormai è morto, tu non sei stato guarito e non lo sarai mai! Perché continuare in una speranza così vana?”.

Quando quelli che lo deridevano lo lasciavano solo, Giacomo rifletteva sulla sua triste situazione senza perdere la fede: “Anche se Gesù in quel momento non mi ha guarito, mi ha assicurato che un giorno sarò in grado di camminare. È vero che ormai è morto, ma sono sicuro che tornerà ancora!”.

E, pieno di speranza, concludeva le sue riflessioni con questa bella preghiera: “Quando e come avverrà la mia guarigione? Non lo so… Ma in ogni circostanza, sia benedetta la volontà del Signore! Dio sa cosa è meglio per me!”.

Interrompendo la sua preghiera, Giacomo vide due uomini – uno più anziano e l’altro più giovane – venire verso il Tempio, e non potendo fare a meno di chiedere aiuto per assicurarsi il proprio sostentamento, li pregò:

— Signori, per favore, un’elemosina!

Quegli uomini, che si chiamavano Pietro e Giovanni, dissero:

— Guardaci.

Egli li guardò intensamente, aspettandosi di ricevere qualcosa. Pietro, però, disse:

Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: in nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!

— E, prendendolo per la mano destra, lo aiutò ad alzarsi.

“Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do”

Con un balzo, Giacomo si alzò in piedi e cominciò a camminare. Entrò con loro nel Tempio saltando e lodando il Creatore: “Mio Dio, come sei giusto e misericordioso! Anche se non avevo alcun merito per essere guarito, Tu hai messo nella mia anima la speranza nella bontà di Gesù! Vedo bene che Egli è il Messia, il Figlio di Dio! In Pietro e Giovanni, è venuto di nuovo a guarirmi! Sia benedetto il Suo nome e la volontà del Padre che è nei cieli! Alleluia, Alleluia, Alleluia!”.

Tutto il popolo, compresi quelli che prima lo avevano deriso, diceva con ammirazione: “Davvero il Nazareno è vivo per sempre!”.

Arrivando a casa quello stesso giorno, Giacomo trovò i suoi vecchi compagni, gli stessi che avevano tanto aumentato le sue sofferenze con il loro scherno. Erano sconcertati e guardavano con sospetto l’ex-paralitico. Avvicinandosi a lui, dissero:

— Tra amici, dicci la verità. Quanto denaro hai dato a quegli uomini per guarirti?

— Esatto… – aggiunse il secondo – Perché nessuno fa una cosa del genere gratis. Sicuramente hai trovato la formula del successo per qualsiasi situazione. Qual è?

E Giacomo rispose:

Questo miracolo è costato così tanto che non c’è oro al mondo che potrebbe pagarlo. Sì, il prezzo di questa guarigione è stato l’amore di Dio e la speranza di tutta la mia vita.

Da quel giorno, Giacomo attraversò molte città e villaggi, predicando il potere e la misericordia di Gesù e insegnando che, anche quando sembra non soddisfare le nostre richieste, Nostro Signore non delude mai coloro che confidano in Lui. La Sua tenerezza e la sua compassione Lo portano a volere sempre il meglio per tutte le creature. 

 

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