La preghiera del Santo Rosario

0

Una innumerevole moltitudine di uomini santi lo hanno sempre avuto carissimo. Lo hanno usato come arma potentissima per fugare i demoni, per conservare integra la vita, per acquistare più facilmente la virtù.

 

Madonna del Rosario, – Chiesa dei Santi Domenico e Sisto, Roma

Più volte abbiamo affermato — e di recente abbiamo ripetuto ciò nella Lettera Enciclica Divini Redemptoris, che ai mali sempre più gravi del nostro tempo non si può dare nessun rimedio se non col ritorno a Cristo e ai suoi santissimi precetti. Egli solo infatti “ha parole di vita eterna” (Gv 6, 68), e non possono né gl’individui né la società fare qualcosa che ben presto e miseramente non abbia a cadere, se lasciano da parte la maestà di Dio e ripudiano la Sua legge.

Dio ha voluto che noi avessimo tutto per mezzo di Maria

Chiunque però studi con diligenza gli annali della Chiesa Cattolica, facilmente vedrà congiunto con tutti i fasti del nome cristiano il valido patrocinio della Vergine Madre di Dio. Quando infatti gli errori, diffondendosi per ogni dove, s’accanivano a lacerare la veste inconsutile della Chiesa e a mettere a soqquadro l’orbe cattolico, a colei, che “da sola distrusse tutte le eresie del mondo”,1 si rivolsero i nostri padri con animo fiducioso, e la vittoria conquistata da lei fece ritornare tempi più sereni. […]

Tuttavia, Venerabili Fratelli, benché mali così grandi e numerosi incombano e ne siano da temere altri ancor maggiori per l’avvenire, non bisogna perdersi d’animo, né lasciar illanguidire la fiduciosa speranza che poggia unicamente in Dio. Egli che ha fatto sanabili i popoli e le nazioni (cfr. Sap 1, 14), senza dubbio non lascerà perire coloro che ha redenti con il suo prezioso sangue, né abbandonerà la sua Chiesa. Ma piuttosto, come abbiamo ricordato in principio, interponiamo presso Dio la mediazione della Beata Vergine a Lui graditissima, poiché, per usare le parole di San Bernardo, “così è volontà sua (di Dio), il quale ha voluto che noi avessimo tutto per mezzo di Maria”.2

Corona composta da sante e mirabili preghiere

Tra le varie suppliche con le quali utilmente ci rivolgiamo alla Vergine Madre di Dio, il Santo Rosario senza dubbio occupa un posto speciale e distinto.

Questa preghiera, che alcuni chiamano “Salterio della Vergine”, o “Breviario del Vangelo e della vita cristiana” — dal Nostro Predecessore di f. m. Leone XIII con questi vigorosi tratti è descritta e raccomandata: “Ben ammirabile è questa corona intrecciata dalla salutazione angelica, cui si inframmezza l’orazione domenicale, e si unisce l’obbligo della meditazione interiore; essa è una maniera eccellente di pregare… ed utilissima al conseguimento della vita immortale”.3 E ciò ben si deduce dagli stessi fiori con cui è formato questo mistico serto. Quali preghiere infatti si possono trovare più adatte e più sante?

La prima è quella che lo stesso Nostro Divin Redentore pronunciò quando i discepoli Gli domandarono: “Signore, insegnaci a pregare” (Lc 11, 1); santissima supplica, che come offre il modo, per quanto a noi è dato, di rendere gloria a Dio, così considera tutte le necessità del nostro corpo e della nostra anima. Come può l’Eterno Padre, pregato con le parole dello stesso suo Figlio, non venirci in aiuto?

L’altra preghiera è la salutazione angelica, che inizia con l’elogio dell’Arcangelo Gabriele e di Santa Elisabetta, e termina con quella piissima implorazione con cui chiediamo l’aiuto della Beata Vergine adesso e nell’ora della nostra morte.

La pietà e l’amore esprimono sempre qualcosa di nuovo

A tali invocazioni fatte a viva voce si aggiunge la contemplazione dei sacri misteri, per cui ci sono posti quasi sotto gli occhi i gaudii, i dolori e i trionfi di Gesù Cristo e della Sua Madre, in modo che riceviamo sollievo e conforto nei nostri dolori; così che seguendo quegli esempi santissimi, per gradi di virtù sempre più alti, ascendiamo alla felicità della patria celeste.

Questa pratica di pietà, Venerabili Fratelli, mirabilmente diffusa da San Domenico non senza l’altissimo suggerimento e l’ispirazione della Vergine Madre di Dio, è senza dubbio facile a tutti, anche agli indotti e alle persone semplici. Ma quanto si scostano dal cammino della verità coloro che reputano tale devozione una fastidiosa formula ripetuta con monotona cantilena, e la rifiutano come buona soltanto per i fanciulli e per le donnicciuole!

A questo proposito è da notare che tanto la pietà che l’amore, pur rinnovando tante e tante volte le stesse parole, non per questo ripetono sempre la stessa cosa, ma sempre esprimono qualcosa di nuovo, sgorgante dall’intimo sentimento di carità. Ed inoltre questo modo di pregare ha il profumo della semplicità evangelica e richiede l’umiltà dello spirito; sprezzata la quale, come il Divin Redentore insegna, ci è impossibile l’acquisto del regno celeste: “Vi dico, in verità, che se non vi farete piccoli come i fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18, 3).

Tuttavia, se il nostro secolo nella sua superbia irride e rifiuta il Rosario Mariano, una innumerevole moltitudine di uomini santi di ogni età, di ogni condizione, lo hanno sempre avuto carissimo, lo hanno recitato con grande devozione, e in ogni momento lo hanno usato come arma potentissima per fugare i demoni, per conservare integra la vita, per acquistare più facilmente la virtù; in una parola, per il conseguimento della vera pace agli uomini. […]

Impegnatevi sempre di più a propagare questa pia pratica

Il Rosario Mariano inoltre non soltanto serve sommamente a vincere i nemici di Dio e della Religione, ma è pure uno stimolo e uno sprone alla pratica delle virtù evangeliche che esso insinua e coltiva negli animi nostri. Nutre anzitutto la fede cattolica, la quale rifiorisce appunto con l’opportuna meditazione dei sacri misteri, ed eleva le menti alle verità rivelateci da Dio. E ognuno può comprendere quanto esso sia salutare, specialmente ai nostri tempi, in cui talvolta perfino tra i fedeli vi è un certo fastidio delle cose dello spirito e viene a noia la dottrina cristiana.

Ravviva poi la speranza dei beni immortali, mentre il trionfo di Gesù Cristo e della sua Madre, da noi meditato nell’ultima parte del Rosario, ci mostra il cielo aperto e ci invita alla conquista della patria eterna. Così, mentre nel cuore dei mortali è penetrata una brama sfrenata delle cose della terra, e sempre più ardentemente gli uomini agognano le ricchezze caduche e i piaceri effimeri, tutti sentono un utile richiamo ai tesori celesti, “dove ladro non entra, né tignola può rodere” (Lc 12, 33) ed ai beni che mai periranno.

E la carità, che si è illanguidita e raffreddata in molti, come non si riaccenderà a ricambio d’amore nell’animo di coloro i quali ricorderanno con cuore piangente le torture o la morte del nostro Redentore e le afflizioni della sua Madre addolorata? Da questa carità verso Dio non può non scaturire necessariamente un più intenso amore del prossimo, solo che si fermi il pensiero sulle fatiche e sui dolori che il Signor nostro patì per reintegrare nella perduta eredità tutti i figli di Dio.

Vi stia a cuore dunque, Venerabili Fratelli, che questa pratica tanto fruttuosa sia sempre più diffusa, sia da tutti altamente stimata ed aumenti la comune pietà.

 

Estratto da: PIO XI.
Ingravescentibus malis, 29/9/1937

 

Note

1 BREVIARIO ROMANO.
2 SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE. In nativitas Beatæ Mariæ Virginis, n.7.
3 LEONE XIII. Diuturni temporis, n. 3, 5/9/1898.

 

Articolo precedenteUmiltà e castità, unite nella conquista del Cielo
Articolo successivoUn invito a restaurare l’armonia del Paradiso

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui