Pomeriggi indimenticabili con Donna Lucilia

Un grave problema di salute che colpì il Dott. Plinio nel 1967 fece sì che Donna Lucilia fosse conosciuta più da vicino da Mons. João, in un rapporto ammirevole che rese più gradevoli gli ultimi giorni della sua vita.

Le innumerevoli sfaccettature morali della madre ideale erano presenti in Donna Lucilia sotto gli occhi di tutti, con l’invito a far parte di quei “mille figli” che il suo cuore traboccante di benevolenza anelava.

Chi ebbe la fortuna di frequentare il suo appartamento standole accanto negli ultimi mesi della sua esistenza terrena, poté apprezzare l’alto grado di considerazione, gentilezza e stima insiti nel suo modo nobile di trattare gli altri, anche nelle sue espressioni più semplici. Di indole rispettosa e affettuosa, era maestra nella difficile arte di rivolgersi agli altri con affabile dignità, in modo da metterli sempre a proprio agio.

Per un dono assai apprezzabile di causerie,1 che aveva ereditato e affinato, al quale si aggiungeva un delicato savoir-faire,2 ella risultava molto gradevole a coloro che la ascoltavano. Tuttavia, dietro queste eccellenti qualità si celava una virtù ancora più grande: la disponibilità ad ascoltare con instancabile pazienza tutto ciò che gli altri volevano esporle, cercando sempre il lato positivo dei fatti narrati e, in particolare, dei suoi interlocutori. È raro trovare, soprattutto al giorno d’oggi, qualcuno disposto a relazionarsi in questo modo con i propri ospiti.

La felicità del prossimo era la sua

Per un soprannaturale senso di compassione, le causava profondo dolore vedere qualcuno triste o ferito, anche se si trattava di un estraneo. Ed era ammirevole la cura con cui cercava subito di offrire il balsamo di una parola giusta, della formula adeguata, di un buon consiglio per una situazione difficile, di una carezza per il dolore, di un’elemosina per il bisogno. Per Donna Lucilia, la felicità del prossimo era la sua…

La sua anima era mossa dal desiderio di rendere felice ogni persona, e da ciò nasceva il suo grande dispiacere quando non riusciva a farlo. Era l’affetto di un cuore totalmente ed essenzialmente cattolico. La gioia profonda della sua anima consisteva nell’amare gli altri per amore di Dio e nell’essere da loro amata. Tuttavia, quando la sua benevolenza non era ricambiata, non cedeva mai al minimo sentimento di rancore poiché in quel rapporto non cercava alcun beneficio personale né un proprio vantaggio.

Di queste belle caratteristiche relative al suo modo di trattare il prossimo sono testimoni le varie persone che trascorsero con Donna Lucilia i pomeriggi degli ultimi cinque mesi della sua vita. Esse furono oggetto di un’affabilità che era invariabilmente accompagnata da una simpatia benevola e premurosa.

Nuove abitudini cambiano la routine della casa

Abituata da tempo a un isolamento quotidiano e prolungato, in cui nulla veniva a interrompere la sua routine, Donna Lucilia iniziò improvvisamente a sentire nella sua casa suoni, voci, passi che non le erano familiari. Il suo telefono, prima piuttosto silenzioso, iniziò a squillare ripetutamente durante il giorno. Allo stesso modo, il campanello della porta d’ingresso da quel momento in poi si fece sentire con maggiore frequenza…

Le circostanze della lunga convalescenza del Dott. Plinio resero indispensabile istituire un servizio di guardia che, con una certa diplomazia, si occupasse degli eventuali problemi che potevano sorgere. Si trattava di un vero e proprio sistema di pubbliche relazioni, che Donna Lucilia, alla sua veneranda età, non avrebbe mai potuto immaginare. Per questo motivo, si sentì in dovere di interessarsi direttamente di ciò che accadeva.

Un invito indimenticabile, a cui ne seguirono altri

All’inizio della convalescenza del Dott. Plinio, l’autore di queste righe, allora giovane, ebbe la fortuna di essere scelto per occuparsi del servizio di guardia istituito nel suo appartamento. Un giorno, aveva appena finito di rispondere a una telefonata, quando sentì provenire dalla sala da pranzo il suono di un campanello. Poco dopo gli giunsero le voci di una breve conversazione tra Donna Lucilia e la domestica:

— Eccomi, la signora mi ha chiamato?

— Chi ha telefonato?

— Non lo so, Donna Lucilia. È stato un signore a rispondere.

— Chi è questo signore?

— Non lo so. Sembra che sia venuto a far visita al Dott. Plinio.

— Va a preparare un tè per questo signore e per me, perché lo inviterò a stare con me fino al risveglio del Dott. Plinio.

Dopo che la domestica si fu ritirata, Donna Lucilia riprese le sue preghiere. Era comprensibile che, essendo la padrona di casa ed essendo dotata di un profondo senso di responsabilità, si sentisse in dovere di intrattenere coloro che venivano a far visita a suo figlio.

Poco dopo, il campanello suonò di nuovo e la domestica, affacciandosi alla porta, sentì Donna Lucilia dire:

Vuoi dire a questo signore di avere la cortesia di entrare?

Non appena entrò, Donna Lucilia lo salutò in modo accogliente e così introdusse la conversazione:

Lei sta certamente aspettando Plinio, vero? Vorrei dirle quanto segue: lui ha degli amici che lo stimano molto e che a volte lo invitano a trascorrere qualche giorno insieme in una fattoria vicino ad Amparo. E sa una cosa? Mentre era lì, Plinio camminava su un terreno irregolare e molto sassoso, quando si è slogato una caviglia. È stato subito soccorso dagli amici, ma i medici che poi lo hanno visitato gli hanno raccomandato molto riposo…3

Dopo questa spiegazione, Donna Lucilia, con la sua arte nel mettere il visitatore completamente a suo agio, proseguì:

— Per questo motivo, Plinio impiegherà ancora un po’ di tempo prima di riceverla, quindi lei dovrà aspettare più di quanto immaginava… Ma, mentre lo aspetta, mi darà il piacere della sua compagnia. Le andrebbe di prendere un tè?

— Per favore, signora, non si preoccupi!

— Forse non le piace il tè e preferisce un caffè macchiato o qualcos’altro…

Non fu possibile al giovane rifiutare. Donna Lucilia suonò quindi il campanello e ordinò alla domestica di portare tè e biscotti.

Questa scena, evocativa dell’antica douceur de vivre4 , si sarebbe ripetuta d’ora in poi tutti i giorni. Donna Lucilia avrebbe usato ogni volta quel suo modo invariabile e delicato di accogliere gli ospiti.

Non parlava mai di sé o delle sue difficoltà; era sempre disposta a conversare di ciò che l’altro voleva
Tavola apparecchiata per il tè nella sala da pranzo del suo appartamento

Mesi di cui si sente nostalgia

Ella conduceva la conversazione con una gentilezza semplice e incantevole. Dall’alto dei suoi novantuno anni, non cercava di parlare di se stessa, delle sue difficoltà passate o presenti. C’era un momento preciso in cui faceva una pausa suggestiva, molto nobile, molto distinta, dando l’opportunità alla persona che le stava di fronte di sollevare un argomento, perché era sempre disposta a parlare di ciò che l’altro desiderava. Era un’ottima occasione per apprezzare il modo armonioso con cui affrontava i vari temi. Lo faceva in modo da soddisfare, soprattutto, i legittimi desideri dell’interlocutore.

In quelle conversazioni felici e indimenticabili con Donna Lucilia, era frequente che il visitatore le chiedesse qualcosa sui suoi figli, per il grande piacere di sentirla discorrere sugli avvenimenti della vita familiare. Un argomento, tra l’altro che, se non le fosse stato proposto, lei non avrebbe mai preso l’iniziativa di accennare.

Che mesi indimenticabili quelli, durante i quali è stato possibile conoscere un buon numero di fatti della lunga esistenza di Donna Lucilia narrati direttamente da lei. ◊

Tratto, con piccole modifiche, da:
Donna Lucilia. Città del Vaticano-São Paulo: LEV;
Lumen Sapientiæ, 2013, pp.623-632

 

Note


1 Dal francese: conversazione piacevole.

2 Dal francese, letteralmente: saper fare. Espressione con cui lo spirito francese designa l’abilità di ottenere buoni risultati in ciò che si fa.

3 A causa della sua età avanzata, a Donna Lucilia fu nascosto il reale stato di salute del Dott. Plinio, colpito da una grave crisi diabetica.

4 Dal francese: dolcezza di vivere.

 

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