È accaduto nella Chiesa e nel mondo

Caritas Spagnola festeggia settantacinque anni di esistenza

Quest’anno la Caritas Spagnola compie settantacinque anni di fondazione. La nascita dell’istituzione avvenne nel difficile periodo del dopoguerra, sia a livello nazionale che mondiale, in considerazione delle grandi difficoltà affrontate dalla popolazione. Nel 1947 furono redatti gli statuti di fondazione che costituirono la Caritas così come la conosciamo oggi. Nel corso del tempo, l’organizzazione si è ampliata arrivando a occuparsi di opere di carità a livello internazionale. Oggi gestisce più di sessanta progetti in quaranta Paesi di Africa, America Meridionale e Centrale, Asia, Europa orientale e Medio Oriente.

Le commemorazioni per l’anniversario sono culminate con la celebrazione di una Messa di ringraziamento il 1° luglio, presieduta dal Cardinale Carlos Osoro Sierra, Arcivescovo di Madrid, nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Almudena. La Caritas Spagnola desiderava, così, ringraziare tutti gli agenti, i volontari e i donatori che rendono possibile il suo lavoro a favore delle persone più vulnerabili.

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Campagna Eucaristica promossa negli Stati Uniti

Un sondaggio condotto nel 2019 dall’agenzia americana Pew Research Center ha evidenziato che solo il 31% circa dei cattolici negli Stati Uniti crede nella Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo nell’Eucaristia. In considerazione di ciò, il 14 giugno l’Arcidiocesi di Detroit, in collaborazione con l’App Hallow, ha lanciato la campagna I Am Here – Io sono qui –, che ha come obiettivo di promuovere una vera devozione a Gesù-Ostia.

Tra le altre risorse, l’iniziativa divulga numerose testimonianze di fedeli sul cambiamento della loro vita operato dall’Adorazione Eucaristica, oltre a rendere disponibile sulla sua pagina web un’applicazione con meditazioni e spiegazioni sull’Eucaristia, incoraggiando i fedeli ad ascoltarle durante una visita al Santissimo Sacramento nella loro parrocchia.

Beatificazione dei martiri libanesi

Il 4 giugno, la Chiesa Cattolica in Libano ha potuto celebrare con giubilo la beatificazione di due francescani che morirono martiri durante la Prima Guerra Mondiale. Padre Léonard Melki e Padre Thomas Saleh erano amici fin dall’infanzia ed entrambi erano entrati nell’Ordine dei Frati Minori. Sotto false accuse, il primo fu arrestato e brutalmente torturato fino ad essere giustiziato con un colpo di pistola l’11 giugno 1915, nel deserto, insieme ad altri 417 prigionieri. Padre Thomas Saleh, a sua volta, fu condannato alla pena capitale con l’accusa di aver cospirato contro l’Impero Ottomano, per aver nascosto un sacerdote armeno perseguitato perché appartenente a quel popolo. Morì il 18 gennaio 1917 per malnutrizione e tifo mentre camminava verso il luogo dell’esecuzione.

Vescovi della Colombia tengono un corso sull’esorcismo

Dal 21 al 23 giugno, la Conferenza Episcopale Colombiana ha tenuto a Bogotà il II Corso di Esorcismo e Preghiera di Liberazione, che ha riunito delegati episcopali e laici di tutte le diocesi del Paese.

Come ha riferito Mons. Gabriel Londoño Sepúlveda, esorcista dell’Arcidiocesi di Bogotá, l’incontro, a cui hanno partecipato relatori provenienti da diverse aree, ha avuto come obiettivo rispondere alle nuove situazioni spirituali che stanno sorgendo non solo in Colombia ma in tutto il mondo, aiutando i ministri nella loro attenzione a tante persone che si sentono incalzate dal male.

Cappelle di Adorazione Perpetua in crescita in Spagna

Il numero di cappelle dedicate all’Adorazione Perpetua in Spagna non ha smesso di crescere. Dal marzo 2020, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19 e le sue conseguenze sulla pratica religiosa, sono state inaugurate cinque nuove cappelle di Adorazione, per un totale di settanta in tutto il Paese.

Javier Taberner, uno dei promotori della devozione in Spagna, sottolinea che questo è un sintomo che «le persone stanno rivalutando l’importanza di avere il Signore vicino ventiquattro ore al giorno».

Dalla Guardia Svizzera al seminario

Dopo otto anni nella Guardia Svizzera, il trentaduenne Didier Grandjean ha deciso di lasciare il suo posto di sottufficiale nel corpo armato per entrare in seminario. Come lui stesso ha raccontato a un’agenzia di stampa italiana, durante questo periodo trascorso nella Città Eterna ha sentito gradualmente la chiamata a servire più da vicino Nostro Signore e dedicare la sua vita interamente a Lui. Così, dopo una lunga riflessione, ha concluso che la strada voluta da Dio per lui era quella del sacerdozio.

Martiri della castità beatificate in Polonia

L’11 giugno il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha presieduto la cerimonia di beatificazione di dieci suore polacche che hanno subito il martirio per mano delle truppe sovietiche nel 1945. Suor Maria Paschalis Jahn e le sue compagne appartenevano alla Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta e sono morte in diverse città difendendo la loro fede e la loro castità dopo essere state attaccate da soldati dell’Armata Rossa.

L’elevazione agli altari delle suore è anche un modo per onorare tutte le altre donne consacrate giustiziate da soldati sovietici durante il periodo della guerra. Si stima che, solo nella Congregazione di Santa Elisabetta, più di cento suore siano state assassinate in circostanze simili.

Cristiani costretti ad abbandonare le loro case

Un rapporto pubblicato a giugno da Open Doors, una ONG che opera a favore della libertà religiosa, rivela che cristiani di cinquantotto Paesi – sui settantasei in cui subiscono maggiori persecuzioni in tutto il mondo – sono stati obbligati ad abbandonare le loro case a causa della fede che professano.

La pressione sociale o familiare, le leggi contro «l’apostasia e la blasfemia», l’instabilità politica e le imposizioni di gruppi estremisti sono tra i principali fattori che provocano tale situazione. Secondo Helene Fisher, una delle esperte responsabili della ricerca, «lo sfollamento non è solo una conseguenza della persecuzione, ma in molti casi è intenzionalmente parte di una strategia più ampia volta a sradicare il Cristianesimo dalla comunità o dal Paese».

Due sacerdoti assassinati in Nigeria

Altri due sacerdoti si aggiungono alle vittime della persecuzione religiosa che sta devastando la Nigeria. Il 26 giugno, uomini armati hanno ucciso padre Vitus Borogo, cappellano della comunità cattolica del Politecnico statale di Kaduna, a Prison Farm, lungo la strada Kaduna-Kachia. Lo stesso giorno, padre Christopher Odia, della diocesi di Auchi, è stato sequestrato mentre si recava alla Messa domenicale e, successivamente, ucciso.

Pochi giorni prima, tre persone erano morte e altre quaranta erano state rapite in un attacco alla Chiesa di San Moisè, nel nord-ovest della Nigeria, durante la messa domenicale. Il 5 giugno, Solennità di Pentecoste, circa quaranta fedeli hanno perso la vita nel massacro perpetrato da terroristi armati nella Chiesa di San Francesco Saverio, nel sud-ovest del Paese.

 

 

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