Il ruolo storico degli uomini provvidenziali

In ogni epoca storica, Dio affida a determinati uomini missioni speciali a beneficio della società, soprattutto in vista dell’eternità.

In senso lato, tutti gli uomini sono provvidenziali, perché servono ai disegni di Dio. Vi è però un significato particolare: ci sono coloro a cui il Creatore non solo affida la conduzione di una vita comune e, quindi, servire se stessi, ma li segna per svolgere una missione a beneficio della società, sia essa temporale o spirituale.

Missione esclusiva, sproporzionata rispetto alle capacità umane

Cosa caratterizza un uomo provvidenziale? Deve, innanzitutto, svolgere un compito molto più grande di lui. Non esiste un uomo provvidenziale la cui statura sia pari a ciò che deve realizzare, perché ciò che Dio esige da lui è, in generale, qualcosa di così grande che non rientra nei termini delle capacità umane.

In secondo luogo, l’azione provvidenziale ha sempre un aspetto soprannaturale, che consiste nell’operazione della grazia sulle anime, della quale l’uomo può essere un canale, ma non l’autore. E ciò che la grazia fa, nessuno può farlo, così questa azione è invariabilmente molto più grande dell’uomo.

In questo senso, ci sono grandi uomini provvidenziali delle cui eminenti capacità Dio si serve per realizzare compiti ancora più grandi. Tuttavia, Egli può anche scegliere anime piccole, dalle quali trae frutto per qualcosa di provvidenziale.

Santa Teresa di Gesù Bambino nel luglio del 1896

La scuola dell’infanzia spirituale di Santa Teresa di Gesù Bambino presenta elementi che vanno in questa direzione. In ambito umano, non fu esattamente una grande persona. Ma fu grande in ciò che apparentemente aveva di piccolo, e da qui risultò la dottrina della piccola via che è stata un’immensa conquista nella spiritualità cattolica e, quindi, in ciò che c’è di più centrale nella Storia del mondo, che è la Storia della Chiesa.

C’è ancora un altro aspetto da sottolineare nell’uomo provvidenziale: in generale, egli è utile solo nella missione per la quale Dio lo ha creato. Se volesse realizzare qualcosa di diverso, nella quasi totalità dei casi non approderebbe a nulla, diventerebbe come il sale che non sala, fatto per essere gettato via e calpestato dai passanti (cfr. Mt 5, 13).

Comprensione, attitudine e sensibilità per la missione

A sua volta, l’uomo provvidenziale ha una comprensione della sua missione, un’attitudine e una sensibilità in relazione ad essa che gli altri non possiedono. Ne percepisce il significato e l’importanza, sa come deve essere portata avanti, conosce i fini che devono essere raggiunti, così come i mezzi per realizzarli, possiede le tattiche, i colpi, i modi per ottenerli.

Nella vita di Carlo Magno, per esempio, vediamo tutto questo in modo splendido. Egli era l’imperatore potente, il patriarca magnifico, che entusiasmava; era il guerriero che infondeva paura in tutti gli avversari della Chiesa.

Egli interveniva nei concili regionali della Gallia per esigere che le cose andassero bene, discuteva con i Vescovi – senza essere considerato anticlericale – e molte volte era la sua opinione a prevalere, anche se non aveva mai studiato Teologia.

D’altra parte, Carlo Magno era un guerriero formidabile; non solo un generale, ma anche il capo di una famiglia di anime nel suo esercito. Raccolse intorno a sé i suoi famosi pari, che erano altre riproduzioni di sé, e questi pari, a loro volta, raccolsero intorno a sé gli altri cavalieri. Il suo esercito era quasi come un Ordine religioso, che marciava pregando o cantando incontro al nemico, con Carlo Magno in testa brandendo la spada ed esponendosi a tutti i pericoli, sempre per la Chiesa Cattolica e per la Civiltà Cristiana.

Le contraddizioni, una nota invariabile

C’è un’altra caratteristica dell’uomo provvidenziale, che differisce molto dalla mentalità moderna. Molti pensano che egli sia un eroe dei fumetti: ha un occhio magico ed è simile a un superman che, messo alle strette e in una brutta situazione, con un dito salta sul tetto e risolve il problema dall’alto. Alla fine, tutto finisce bene e non subisce mai sconfitte.

Ebbene, l’uomo provvidenziale è l’opposto di questo. Passa attraverso terribili difficoltà nelle quali, di fatto, le cose corrono il rischio di andare male se non si sforza e, soprattutto, se non prega molto, riponendo nella Madonna la sua fiducia. E questi problemi, in cui tutto va quasi all’aria, lo rendono spesso un uomo umiliato, perseguitato, disprezzato, fino a farlo sembrare a volte un perdente. Non è sempre un uomo vittorioso, che è riuscito a trasformare la testa degli altri nel suolo che calpesta, ma spesso è la sua testa il suolo su cui camminano gli altri.

Ciò nonostante, confida nella Provvidenza ed essa lo assiste, lo sostiene, lo risolleva, lo incoraggia e finisce per far sì che la sua opera riesca. Un’esigenza alla quale l’uomo provvidenziale è assolutamente soggetto è quella che la sproporzione tra il suo compito e se stesso appare chiaramente agli occhi degli altri, lasciandolo molte volte in situazioni tali che diventa evidente che, se non fosse per la grazia, egli non otterrebbe nulla e, se non fosse per la sua fedeltà, sarebbe demolito.

I margini della Storia sono pieni di uomini provvidenziali che hanno abbandonato la loro missione

Qualcuno dirà: «Dott. Plinio, non so se questo è vero, perché vedo che tutti gli uomini provvidenziali della Storia hanno sempre successo». Questo si deve al fatto che la Storia presenta solo chi ha avuto successo. Di quanti uomini provvidenziali sono pieni i margini della Storia! Uomini che si sono indeboliti, venduti, rammolliti, che si sono deteriorati in qualche modo e che per questo si sono rovinati.

L’obiettore potrebbe aggiungere: «Tuttavia, alcuni sono stati così favoriti dalla Provvidenza che non avrebbero potuto sbagliare». È vero! Gli apostoli, ad esempio. Ma quanto è raro questo! Di quanti uomini provvidenziali, ripeto, sono piene le strade… Su una di queste strade c’è un fico, dal quale pende un impiccato. E quell’impiccato era un uomo provvidenziale, il cui nome era Giuda Iscariota…

Questo è vero a tal punto che, sebbene sia teologicamente certo che gli Apostoli siano stati confermati nella grazia dopo la Pentecoste, essi lottavano e combattevano come se non lo fossero, perché lo ignoravano.

Richiamo evidente agli occhi di tutti, a volte fin dalla culla

Si potrebbe anche dire che c’è una caratteristica imponderabile nell’uomo provvidenziale. In genere, egli ha una certa aura e le persone che, fin dal principio, hanno a che fare con lui, percepiscono una sorta di predestinazione, un fattore non comune che lo distingue e lo differenzia dagli altri.

Facendo un paragone, questa chiamata si manifesta in lui come, ad esempio, la vita sulla pelle umana. Basta guardare la mano di una persona viva per capire che non appartiene a un cadavere. Così, nell’uomo provvidenziale appare qualcosa di imponderabile che fa sì che la sua missione, toccata dalla Provvidenza a volte fin dalla culla, si mostri agli occhi di tutti.

Nel frattempo, bisogna fare attenzione all’amor proprio, perché ogni persona orgogliosa pensa di essere stata preparata per una qualche missione fin dalla culla, e ha la tendenza a darsi arie da uomo provvidenziale e a fabbricare le caratteristiche della sua aura.

Che cosa differenzia, dunque, l’uomo orgoglioso dall’uomo provvidenziale? Pochi lo vedono, ma si tratta di un elemento sicuro. Il primo è tutto preso dal desiderio di apparire e, per lui, la causa è una banderuola che sventola davanti agli altri per fare bella figura. L’uomo provvidenziale, al contrario, per quanto debole o addirittura miserabile possa essere, vede e comprende di avere una missione divina, che ama veramente, con una comprensione e una visione che derivano da questo amore. Questo è il segno della vocazione che risplende in lui, a volte nonostante le gravi carenze, e che indica una chiamata permanente di Dio a qualcosa di grandioso.

La provvidenzialità al giorno d’oggi

Facciata della Basilica di Nostra Signora del Rosario, Caieiras (Brasile)

Infine, occorre considerare se coloro che, ai nostri giorni, hanno la vocazione molto speciale di combattere la Rivoluzione e di essere strumenti per l’instaurazione del Regno di Maria siano da considerarsi uomini provvidenziali.

Si può dire che lo siano, entro alcuni limiti, perché partecipano alla provvidenzialità del movimento che mira a tal fine in questo momento culminante della Storia. Si tratta di una chiamata molto speciale per una comprensione più elevata, per un amore speciale, per una dedizione più completa, che fa sì che per gli eletti la vita non abbia grazia, né significato né attrattiva, se non in funzione di questa chiamata.

Coloro che sentono questa vocazione devono chiedere alla Madonna quanto segue. Nelle Litanie dei Santi c’è un’invocazione che dovrebbero ripetere costantemente: «Ut mentes nostras ad cælestia desideria erigas, te rogamus audi nos» – Perché elevi le nostre menti ai desideri celesti, Ti preghiamo, ascoltaci. Questo desiderio è evidentemente quello di andare in Cielo. Tuttavia, per quanto nobile e santo possa essere, non è sufficiente. Sulla terra dobbiamo amare le cose che sono figure delle realtà celesti. E questo ha come necessario corollario la condanna implacabile, militante, continua, meticolosa e inflessibile di tutto ciò che è contrario ad esse.

Si tratta di elevare l’anima con un’operazione dello Spirito Santo, grazie alla quale si ami molto di più e sempre di più l’ideale del Regno di Maria, si desideri il suo insediamento e si abbia in odio l’attuale ordine rivoluzionario delle cose.

I Maccabei, che si sollevarono contro coloro che volevano paganizzare Israele e condussero una vera e propria guerra che preparò l’avvento di Cristo, avevano questo motto: «È meglio morire che vivere senza onore in una terra devastata» (cfr. 1 Mac 3, 59).

Anche per noi sarebbe meglio morire, se non potessimo vivere negli accampamenti della Contro-Rivoluzione, combattendo per il rovesciamento della Rivoluzione. Dobbiamo chiedere alla Madonna di darci una forma così ardente di amore per Lei, da essere completamente pervasi da questa convinzione.

Questo è il vero sintomo del fatto che le nostre anime sono state elevate al desiderio delle cose celesti e che, pertanto, sono in cammino verso il Cielo, che è il Regno eterno, perfetto e imperituro della Madonna, che abbiamo imparato ad amare desiderando il Regno di Maria sulla terra.

Estratto, con piccoli adattamenti per la lingua scritta,
da: Conferenza. San Paolo, 30/12/1965

 

Regina della Storia da tutta l’eternità

Statua della Madonna dell’Immacolata Concezione della chiesa a Lei dedicata a Overveen (Paesi Bassi)

Ci sono re che lo sono fin dall’infanzia; altri che, ancora nel grembo materno quando il padre muore, ereditano la regalità ancor prima di nascere; ma nessuno è re prima di essere stato concepito. La Madonna, secoli prima di essere concepita, era già Regina. Da sempre era nei piani dell’Eterno Padre, nell’amore del Verbo, nelle ansie del suo Sposo Divino, lo Spirito Santo, e, per questo, tutta la Storia correva in direzione di Maria Santissima. Questo è essere Regina!

La Madonna conosce le intenzioni di Dio riguardanti la Storia, un piano condizionato dalle preghiere, dagli atti di virtù e dai peccati degli uomini.

Dopo la Redenzione infinitamente preziosa di Nostro Signore Gesù Cristo, gli uomini appartengono al suo Corpo Mistico, e formano con Lui un’unità soprannaturale nella cui realtà interna si svolge la parte più delicata di questa trama. Tenendo presente questo, è in base al modo in cui reagiamo alle grazie, dicendo sì o no, che Dio fa un bilancio generale, nel quale Egli fa pesare la sua infinita bontà e la sua infinita giustizia.

Tuttavia, per una disposizione davvero magnifica della sua sapienza, Dio ha costituito questa situazione: ha scelto una creatura interamente umana, ma assolutamente perfetta – e, per di più, Figlia dell’Eterno Padre, Madre del Figlio Unigenito e Sposa del Divin Spirito Santo – che è sempre in grado di ritoccare, almeno in parte, ciò che gli uomini fanno e, per così dire, correggere, riformare, rivedere, secondo i piani della misericordia di Dio, ciò che la sua giustizia avrebbe fatto.

E alle suppliche della Madonna, che mai ha disatteso, Dio per così dire cancella il piano della Storia scritto a matita e permette alla Santissima Vergine di tracciare in oro il piano vero, che corrisponde in profondità alla Sua intenzione.

Dio non L’avrebbe creata se non fosse stato per questo. Ma, se Lui non L’avesse creata, sarebbe stato difficile o impossibile – esito dinanzi a questo termine – fare la Storia così bella com’è. La Madonna abbellisce la Storia. E solo per questo, da un lato, è Regina della Storia, perché imprime, per un profondo consenso divino, una direzione alla Storia che, senza di Lei, Dio non avrebbe impresso. La Madonna, pertanto, guida il timone della Storia.

D’altra parte, Maria Santissima chiede anche la punizione per alcuni. Questo è naturale. Quando apparirà l’Anticristo, verrà il momento in cui Nostro Signore Gesù Cristo stesso, con un soffio della sua bocca, lo sterminerà. Ma questo momento non sarà affrettato dalla Madonna? Ella dirà: «Ecco, gli ultimi buoni che restano, gridano e chiedono che Tu venga! Vieni, per favore, tua Madre Te lo chiede». E con il soffio delle labbra di Nostro Signore, la Storia avrà fine.

Comprendiamo, allora, la direzione “intercedente” della Storia. Dio dirige tutto, ma la Madonna compie la volontà del Signore ottenendo la modifica dei suoi piani. Così Ella dirige la Storia.

Estratto, con adattamenti, da:
Dr. Plinio. San Paolo. Anno XIV. N.164
(novembre 2011); pp.6-13

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Altro dall'autore

Articoli correlati