In occasione del Natale, non c’è niente di più opportuno che commentare qualcosa riguardo all’avvento nel mondo del Verbo Incarnato, nato dall’Immacolata Vergine Maria.
Le considerazioni si basano sugli scritti lasciati dalla veggente Anna Caterina Emmerich.1 Mistica tedesca del XIX secolo, fu favorita da diverse estasi e rivelazioni, pubblicate con il dovuto imprimatur.
Prima di analizzare le sue descrizioni, sarebbe interessante sottolineare l’aspetto profondamente razionale che esse presentano e come Anna Caterina dimostri uno straordinario tatto e un grande senso delle cose nel risolvere problemi molto delicati che si presentano nel corso delle sue visioni. Questa attitudine depone a favore della lucidità della veggente e della veridicità delle sue narrazioni.
Bambino sdraiato su fiori ed erbe pregiate
La mistica descrive, allora, ciò che sarebbe accaduto la Notte di Natale. San Giuseppe, avvertito dalla Madonna dell’imminente nascita del Bambino, si dedicò a preparare la mangiatoia nella Grotta di Betlemme per accogliere il Figlio di Dio. Il modo in cui lo fece è estremamente bello: stese uno strato di erbe fini e, sopra di esse, bellissimi fiori che aveva trovato nel prato vicino, coprendo il tutto con una modesta trapunta portata dalla Vergine Santissima.
È di rara grazia l’idea che Gesù Bambino abbia riposato su un letto di fiori, avvolto in una trapunta fatta da sua Madre
Mi sembra di rara grazia quest’idea che il Bambino Gesù, nella sua prima notte, abbia potuto dormire su dei fiori – forse dei gigli di campo che Salomone, in tutta la sua gloria, non riuscì a emulare – e, cosa ancor più splendida agli occhi di Dio, avvolto in una trapunta tessuta dalla Madonna.
Secondo la veggente, più o meno un’ora prima della nascita, dopo un altro avvertimento di Maria Santissima, San Giuseppe accese diverse lampade che aveva portato per l’occasione e le appese a travi di legno che si trovavano ai due lati della grotta. Furono i primi fuochi a brillare in lode del Bambino Gesù.
Magnifica e intensissima luce dorata
Arrivò allora il momento culminante della nascita dell’Uomo-Dio. Nelle visioni di Anna Caterina Emmerich, come avvenne?
È un dogma di fede che la Madonna sia stata vergine prima, durante e dopo il parto. Pertanto, sarebbe stato necessario presentare questa nascita verginale circondata da un immenso mistero. E ci narra quanto segue: San Giuseppe, pur essendo il padre legale e non naturale di quel Bambino, non doveva essere presente in quel momento glorioso, perché era qualcosa a cui dovevano assistere solo Dio e Maria Santissima. Allora – delicatezza della Provvidenza! – una pecorella si avvicinò alla grotta e cominciò a belare, facendo un rumore che avrebbe potuto importunare la Madonna in quel momento. Pieno di sollecitudine verso la Madre di Dio, San Giuseppe uscì e rincorse l’animaletto per calmarlo e allontanarlo da lì.
Ora, quando tornò alla grotta, la parte che aveva riservato a dormitorio della Madonna, separata da poverissime stuoie, era immersa in una magnifica e intensissima luce dorata. San Giuseppe si accorse che Maria stava in ginocchio, con le mani incrociate sul petto e rivolta verso Oriente, in profondissima meditazione. Il Patriarca capì che non doveva avanzare oltre. La luce dorata lo allontanò da questa scena unica, i cui unici testimoni furono soltanto Dio e gli Angeli.
Un Bambino bello come il lampo
San Giuseppe si ritirò in un altro angolo della grotta e lì si mise a pregare. Anna Caterina Emmerich racconta che una luce molto intensa cominciò a diffondersi dalla Madonna e ad avvolgere tutto l’ambiente. Man mano che questo bagliore cresceva di intensità, la Vergine Maria si elevava dal suolo e Si trovava già a una buona distanza da esso quando San Giuseppe lasciò finalmente il suo posto per vedere cosa stava succedendo. La Madonna allora, in un’estasi meravigliosa, gli comunicò: il Bambino è nato!
Egli volse gli occhi a terra e vide il Bambino Gesù, un Bambino – secondo le parole di Anna Caterina – «bello come un lampo», cioè più luminoso e splendido della luce stessa che in quel momento illuminava la grotta. Era il lumen Christi, vicino al quale tutte le altre luci si eclissano.
Poi si svolse questa scena: la Madonna esce dalla sua estasi, scende di nuovo a terra e rimane per un’ora intera a contemplare il Bambino che era nato su un panno steso da Lei. Pertanto, l’Uomo-Dio era nato nella massima privazione materiale possibile.
Dopo aver dato alla luce il Bambino-Dio, la Santissima Vergine rimase in adorazione, insieme a San Giuseppe, in un silenzio angelico e celestiale
Trascorso questo periodo di adorazione, Maria Santissima Si alza, prende il Bambino bellissimo come il lampo e Lo colloca tra le braccia di San Giuseppe. Immaginate la felicità dello sposo verginale della Madonna nel sentire quel fragile corpo del Dio umanato! Anche lui adora il Figlio dell’Altissimo reclinato in questo primo presepe costituito dalle sue stesse braccia. In seguito, Lo depone nella mangiatoia, accanto alla quale la Vergine e lui Si inginocchiano, entrambi permanendo in preghiera, in un silenzio angelico e celestiale.
Prima adorazione notturna della Storia
Nel frattempo, tutto l’ambiente, persino le pietre stesse della grotta, fremeva di splendore e di gioia, e si notava una sorta di giubilo anche negli esseri inanimati, perché era nato il Bambino Gesù. In realtà, questo gaudio della grotta era quello di tutta la natura, trasformata da questo evento indescrivibile. I fiori sbocciavano ed emanavano profumi magnifici, gli aromi del fogliame erano stupendi e una luce sempre più intensa cominciò a risplendere sulla grotta. E fu proprio questo bagliore ad attirare l’attenzione dei pastori accampati nelle vicinanze.
Da queste descrizioni possiamo notare con quanto tatto Anna Caterina presenti la nascita del Bambino Dio, con i suoi aspetti delicati, la condotta di San Giuseppe, l’atteggiamento della Madonna, il parto misterioso, insomma, tutto perfetto, proprio come potrebbe essere accaduto.
La veggente racconta anche che, dopo un po’ di tempo, mentre il Bambino era nella mangiatoia, San Giuseppe si preoccupò per la Madonna e, sebbene Lei non mostrasse alcuna stanchezza, portò presso il presepio una sedia e il letto della Santissima Vergine, nel caso in cui Ella volesse riposare. I due rimasero raccolti in elevata preghiera e così ebbe inizio la prima Adorazione notturna della Storia.
Se pensiamo al Bambino bello come un lampo e alla Madre bella come la Luna, riusciremo a cogliere un po’ di più la meravigliosa fragranza del Natale.
Una gioia insolita avvertita su tutta la terra
Come abbiamo notato sopra, Anna Caterina dice che la luce che brillava sulla grotta servì da avvertimento ai pastori di Betlemme, che così vennero a conoscenza della nascita di Gesù. La mistica descrive questo aspetto del Natale in un modo molto edificante, attraente e pio, adatto a infondere devozione e fervore nelle nostre anime. Nel leggerla, ci rendiamo conto che sarebbe logico e ragionevole che le cose siano andate così. La veggente racconta:
«Ho visto in molti luoghi, perfino in quelli più lontani, una gioia insolita, un movimento straordinario durante questa notte. Ho visto i cuori di molti uomini di buona volontà ravvivati da un anelito di felicità e, all’opposto, i cuori dei malvagi riempirsi di timori».
Questa descrizione ci fa pensare ai giorni migliori che la Provvidenza ha in serbo per la Cristianità, quando la Madonna eserciterà di fatto la sua regalità sul mondo, e allora tutto ciò che è buono, nobile e bello fiorirà nell’umanità: gli uomini desidereranno il bene con gioia; il sacrificio, la dedizione e la rinuncia, nell’entusiasmo della loro anima.
La natura festeggia la Nascita del Salvatore
«Persino negli animali ho visto manifestarsi la gioia, nei loro movimenti e nei loro salti».
Immaginiamo una magnifica notte dell’Oriente, una natura meravigliosa bagnata da uno splendido chiaro di luna e avvolta da una temperatura mite. Pecore, capretti e altri animali iniziano allora a saltare e a giocare, gli uccelli svolazzano e cantano, i fiori emanano il loro miglior profumo. È la festa della natura per la nascita del Salvatore.
È nell’ordine naturale delle cose che l’intera creazione manifestasse gioia per la nascita del Salvatore
Faccio notare quanto sia ragionevole che questo sia avvenuto. Infatti, è nell’ordine naturale delle cose che, venendo al mondo il Bambino Gesù, al quale tutta la natura è soggetta, essa si rallegrasse della presenza del suo divino Benefattore ed esternasse questa gioia mostrando un colore migliore, una bellezza maggiore, ecc.
«I fiori alzavano le loro corolle, le piante e gli alberi prendevano nuovo vigore e freschezza, diffondendo le loro fragranze e i loro profumi. Ho visto sgorgare fonti d’acqua dalla terra».
Questo sgorgare delle fonti d’acqua dalla terra mi sembra altamente simbolico. La sorgente che sgorga, la vita che affiora dal terreno, rappresenta le grazie che si diffondono sugli uomini. L’acqua significa vita e vigore per la terra; la grazia è un fattore vivificante per l’anima umana.
«Il cielo aveva un colore rosso scuro sopra Betlemme, mentre si vedeva un vapore tenue e brillante sopra la grotta del presepio, […] e nella valle dei pastori».
Un’altra bellissima descrizione. Abbiamo già sentito parlare di aurore rosate, conosciamo crepuscoli cremisi, ma un cielo notturno con questa tonalità di rosso profondo deve aver riflesso uno splendore speciale. E sopra la grotta, una nebbia illuminata, attraente, colma di misteri.
La Torre dei Pastori, simbolo della Chiesa
«A una certa distanza dalla grotta del presepe si trovava quella che chiamavano la Torre dei Pastori. Era una grande impalcatura piramidale, fatta di legno e che aveva per base enormi blocchi della stessa roccia: era circondata da alberi verdi e sorgeva su una collina isolata in mezzo a una pianura. Era circondata da scale, aveva gallerie e piccole torri, ed era tutta coperta di stuoie».
Anna Caterina spiega che questo era il punto di osservazione in cui convergevano tutti i pastori della regione e lì si fermavano per la notte per sorvegliare le loro greggi.
Penso che questa Torre dei Pastori sia un bellissimo simbolo della Chiesa cattolica: i Vescovi, con le loro greggi, si avvicinano all’unica torre esistente nella Chiesa, nel senso strutturale della parola, che è la Cattedra di San Pietro. Dall’alto di questa, il Pastore dei pastori getta il suo sguardo vigile per difendere il gregge da lupi e ladri.
La veggente dice anche che questa torre emergeva in mezzo agli alberi, in cima a una collina completamente isolata. Il resto era pianura. Ancora una volta, qualcosa che ricorda il Papato, perché in confronto a questo tutto sembra pianura. Il Romano Pontefice è la suprema autorità, il più augusto gerarca della Chiesa e, in quanto tale, il maggior gerarca dell’universo, perché nessun uomo potente nell’ordine temporale può essere paragonato a lui.
«Vista da lontano, [la torre] dava l’impressione di una grande barca con molti alberi e vele. Da essa si poteva godere di una splendida vista su tutta la regione. Si vedeva Gerusalemme […]. Le famiglie dei pastori abitavano in questi luoghi, in un raggio di due leghe. Possedevano fattorie isolate, con orti e pascoli. Si riunivano vicino alla torre, dove custodivano gli utensili di uso comune».
È interessante immaginare queste case delle famiglie dei pastori sparse intorno alla torre, con i loro orti e le fattorie. Su tutto questo cala la notte, che diventa misteriosa, magnificamente purpurea, e, in lontananza, una nebbia bianca e illuminata, che comincia a salire. Quanto saranno rimasti abbagliati i guardiani di fronte a questo spettacolo?
L’annuncio degli Angeli ai pastori
«Alla nascita di Gesù Cristo, ho visto tre pastori molto impressionati dall’aspetto di quella notte meravigliosa […]. Allora videro, meravigliati, la luce straordinaria che sovrastava la grotta del presepio. […] Salirono sul belvedere e diressero lo sguardo verso la grotta. Mentre guardavano quel lato del cielo, ho visto scendere sopra di loro una nuvola luminosa, nella quale ho notato un movimento man mano che si avvicinava».
Si capisce che si tratta dell’annuncio degli Angeli, i quali non appaiono all’improvviso, ma sono preceduti da una nube luminosa che prepara il cuore dei pastori alla buona novella. Sempre più luminosa e bella man mano che si avvicina, questa nube eleva gradualmente lo spirito di quegli uomini semplici, che sono pieni di stupore e ammirazione per tutto ciò che vedono.
La bella frase del Vangelo esprime questa meravigliosa verità: la pace scende dal Cielo nei cuori di buona volontà
«Prima ho visto delinearsi delle forme vaghe, poi dei volti, e infine ho udito dei canti molto armoniosi, molto gioiosi, che diventavano sempre più chiari. […] Un Angelo è apparso davanti a loro e ha detto: […] ‘Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un Bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». Mentre l’Angelo pronunciava queste parole, la luminosità si faceva sempre più intensa intorno a lui. Ho visto cinque o sette grandi figure di Angeli, molto belli e luminosi, che tenevano in mano una specie di grande banderuola, dove si vedevano lettere della grandezza di un palmo, e ho sentito che lodavano Dio cantando: ‘Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà’».
La bella frase del Vangelo si riveste di una cadenza unica ed esprime questa meravigliosa verità: la pace scende dal Cielo nei cuori di buona volontà, come frutto della gloria che essi tributano a Dio nelle altezze.
Evento circondato di magnificenza
«Più tardi, i pastori che si trovavano presso la torre ebbero la medesima apparizione; Angeli apparvero anche a un altro gruppo di pastori, vicino a una sorgente, a est della torre, a tre leghe da Betlemme. Non ho visto i pastori andare poi alla grotta della mangiatoia, perché alcuni si trovavano a una lega e mezza di distanza e altri a tre. Li ho visti, però, consultarsi tra di loro su ciò che avrebbero portato al Neonato e preparare i doni in tutta fretta. Sono arrivati alla grotta della mangiatoia al sorgere dei primi raggi dell’aurora».
Proviamo a immaginare l’insolita bellezza dell’aurora che fece seguito a una notte così magnifica. E come si riveste di particolare attrazione la scena in cui, in mezzo a tutto lo splendore della natura in festa e sotto un’aurora magnifica, questi pastori – uomini semplici e di buona volontà ai quali era promessa la pace – si avvicinano alla grotta del presepe al fine di adorare il Salvatore!
Ci rendiamo conto, così, della magnificenza con cui Dio circondò il Natale di suo Figlio, dato al mondo da Maria Santissima, sotto le cure paterne e meravigliate di San Giuseppe. ◊
Estratto, con adattamenti, da:
Dr. Plinio. San Paolo. Anno X. N.117
(dic., 2007); pp.18-23
Note
1 Il testo commentato è stato tratto dalla seguente opera, di cui abbiamo trascritto alcuni estratti: BEATA ANNA CATERINA EMMERICH. Visiones y revelaciones completas. Buenos Aires: Guadalupe, 1952, t.II, pp.218-222.