L’aurora mariana della Risurrezione

La Liturgia ci invita a partecipare alla gioia che ha inondato Nostro Signore nel momento fra tutti il più grandioso nel quale Egli ha ripreso il suo Sacro Corpo. Per avere un’idea di questo gaudio, possiamo contemplare la sua eco fedelissima nel Cuore di Maria.

Vangelo – Domenica di Pasqua nella
Resurrezione del Signore

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti (Gv 20, 1-9).

I – Scrutando il segreto di Maria

La gioia della Risurrezione del Signore è un mistero imperscrutabile per gli uomini comuni. Come possiamo misurare l’altezza, l’estensione e la profondità del gaudio quasi infinito che pervase il Cuore di Gesù nel recuperare il suo Corpo e nell’elevarlo allo stato glorioso, trionfando definitivamente sul peccato e sulla morte? Si tratta di una realtà così sublime che supera di gran lunga la nostra povera intelligenza. Pur essendo vero Uomo, Nostro Signore pone le radici della sua personalità nella Persona del Verbo per la grazia dell’unione ipostatica. In questo modo, la sua identità è pienamente divina e, per questo, i suoi sentimenti e le sue emozioni raggiungono una tale altezza di perfezione che diventano in qualche modo irraggiungibili per noi.

Così, per conoscere nella forma più approssimata possibile il giubilo provato da Gesù nella vittoria della Pasqua, la Sapienza Divina ci ha donato la Vergine Maria, Madre e Socia del Redentore. La Madonna è stata una cassa di risonanza fedelissima dell’ineffabile compiacimento del Figlio, poiché è stata strettamente legata a Lui durante l’intera epopea della salvezza.

Architettura della Corredenzione di Maria

La Santissima Vergine è, nel senso più alto del termine, la Corredentrice dei peccatori. Sebbene la sua cooperazione alla Passione di Cristo non fosse di per sé necessaria, lo divenne per volontà del Padre delle Luci, che nei suoi disegni divini decise di dare al Nuovo Adamo una compagna fedele, in contrapposizione alla prima donna prevaricatrice che trascinò Adamo nell’abisso del peccato. Per questo motivo, i più antichi Padri della Chiesa designano Maria come la Nuova Eva, tutta santa, immacolata e obbediente. La sua cooperazione riparò nel modo più bello la colpa della prima coppia, colpevole di ribellione e causa delle disgrazie dell’umanità.

San Giovanni, nel suo Vangelo (cfr. Gv 19, 25-27), è attento a sottolineare il ruolo compassionevole della Vergine Madre all’ombra della Croce. Ella rimase in piedi ad assistere al sacrificio dell’Agnello di Dio e, con spirito sacerdotale, Lo offrì al Padre Celeste in un atto di suprema sottomissione. I dolori lancinanti del Figlio furono condivisi dalla Madre, che si immolava al suo fianco con l’ardente desiderio di strappare dalle immonde grinfie di Satana le anime legate dal peccato e schiavizzate dalla morte.

Uniti nel dolore, inseparabili nella vittoria

Di conseguenza, i Cuori sofferenti di Gesù e di Maria, uniti e per così dire unificati dalle stesse sofferenze e dall’identica carità, dovevano gustare all’unisono le consolazioni della Risurrezione. È per questo che innumerevoli Santi affermano che fu la Madonna a incontrare per prima il Signore in quell’alba carica di benedizioni della vera Pasqua.

Tuttavia, la nostra pietà filiale ci porta oltre. Per lo stretto legame soprannaturale esistente tra Loro e per il dono della permanenza delle Specie Eucaristiche, Maria Santissima deve aver sicuramente accompagnato, passo dopo passo, tutti gli episodi della Passione di suo Figlio come pure della Risurrezione. Successivamente, deve aver ricevuto la visita di Gesù pieno di vita e di gioia, e il suo spirito materno fu allora pieno delle gioie più sublimi.

È nella contemplazione del Cuore Giubilante di Maria, dolcemente abbracciato dal suo Figlio trionfatore, che possiamo elevarci all’altezza del grande evento che oggi contempliamo.

II – I primi segni di una vittoria annunciata

Il Vangelo di questa Domenica di Pasqua presenta in modo sintetico i primi indizi della Risurrezione, percepiti con difficoltà dai discepoli e dalle Sante Donne. Infatti, si trattava di cuori troppo terreni e, fino a quel momento imperfetti, non ancora pronti ad aprirsi al fulgore dell’evento più grandioso della Storia.

Questa durezza di spirito diventa evidente nella narrazione dell’episodio della Trasfigurazione fatta da Marco (cfr. Mc 9, 2-13). Dopo la sua manifestazione sul monte, Gesù aveva imposto riservatezza su quanto era accaduto ai tre testimoni scelti, fino a quando non fosse risorto dai morti. Gli Apostoli obbedirono al Maestro, senza però comprendere cosa significasse questo riferimento alla risurrezione dei morti. Più avanti, nello stesso Vangelo (cfr. Mc 9, 31-32), il Signore rivela a tutti i discepoli la sua futura Morte e Risurrezione. Essi non comprendono ciò che viene loro annunciato e hanno paura di chiedere.

Sarà sicuramente grazie alla convivenza con la Corredentrice che San Pietro e San Giovanni, così come gli altri discepoli, apriranno gli occhi oscurati dalla tristezza alla meraviglia divina appena avvenuta. La loro limitatezza, tuttavia, ci servirà da trampolino di lancio per ascendere fino alla perfezione del gaudio che commosse, con impeto irresistibile, l’essenza del Cuore Immacolato di Maria.

Un amore ardente, ma imperfetto

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.

Santa Maria Maddalena è un personaggio di straordinaria ricchezza. Peccatrice pentita dopo tristi vicissitudini (cfr. Lc 8, 2), mostra una umiltà e un amore ardenti nel bagnare i piedi di Gesù con lacrime sincere e delicato profumo (cfr. Lc 7, 37-38). A Betania, è la protagonista dell’episodio raccontato da San Luca, in cui Nostro Signore rimprovera l’inquietudine di Marta, sua sorella, impegnata a servire gli ospiti, ed esalta Maria per aver scelto la parte migliore (cfr. Lc 10, 38-42). E per coronare una frequentazione assidua e meravigliosa con il Redentore, assiste alla risurrezione del fratello Lazzaro che, morto da quattro giorni, esce dal sepolcro camminando da solo, davanti a numerosi testimoni stupiti dal potere del Divin Taumaturgo.

È lei che, riparata ancora dal manto della notte, si dirige con rapidità al Sepolcro, spinta dall’ardente e casto amore che tributava a Gesù. E se questo atteggiamento è ammirevole, d’altra parte ci stupisce il fatto che Maria Maddalena non abbia nemmeno sospettato che il Maestro non potesse giacere tra gli artigli della morte, avendola sconfitta innumerevoli volte. La fiamma della carità ardeva nella sua anima, ma in modo imperfetto, perché la sua fede era ancora vacillante.

Questa virtù, al contrario, brillava con sereno e vigoroso splendore nel Cuore Immacolato di Maria. Come recita la Liturgia, la Madonna rimase fedele presso l’«altare della Croce»,1 sostenuta dalla speranza della Risurrezione. La sua fede in questa circostanza, la più drammatica che i secoli abbiano conosciuto, può essere definita intrepida.2 Si trattava di una fede moltiplicata dalla fede, di un culmine di certezza nel buon successo in mezzo alla profonda e oscura valle dell’apparente fallimento. Si può ben affermare che le tenebre del Venerdì Santo furono sconfitte dalla luce mariana che brillava nel suo intimo, confermandoLa nella convinzione assoluta di un prossimo, clamoroso e completo trionfo.

Questa fede fece della Madonna la Donna più coraggiosa della Storia. Le donne provvidenziali dell’Antico Testamento – come Giuditta, Ester o Debora – e persino le martiri più temerarie che hanno illuminato il firmamento della Chiesa con il loro coraggio, devono il loro splendido dono della fortezza all’intercessione della Vergine delle Vergini, che con Gesù ha sconfitto il principe di questo mondo e i suoi seguaci. Anche l’audacia di Santa Giovanna d’Arco, la vergine-guerriera di Domrémy, avvolta in splendori di colore azzurro e argento, non è che una partecipazione all’intrepidezza di Colei che è «bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati» (Ct 6, 10).

Così, la visione della pietra rimossa dall’ingresso del Sepolcro, che tanto aveva sconcertato Maria Maddalena, non avrebbe potuto in alcun modo sconvolgere lo spirito cristallino e luminoso della Madonna. Confortata dalla visita di Gesù, che La consolò mostrandoSi più radioso e filiale che mai, esultava nella sua anima con una gioia incomparabilmente più grande dei dolori lancinanti della Passione.

«Resurrezione di Cristo», del Beato Angelico – Museo Nazionale di San Marco, Firenze

Senza la luce della fede, tutto è tenebra

Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».

È sorprendente che Maria Maddalena sia andata a cercare San Pietro e San Giovanni e non la Madonna. Per qualche misteriosa ragione, la Santissima Vergine viveva gli eventi legati alla Risurrezione in un certo isolamento. Forse l’incredulità dei discepoli impedì loro di cercare la Sua presenza e di chiederLe consiglio.

La mancanza di fede della Maddalena rendeva tutto oscuro nella sua mente. Il fatto che il Sepolcro fosse aperto, invece di essere un segno della vittoria di Cristo, le sembrava il risultato di un furto sacrilego: il Corpo di Nostro Signore era stato portato via e lasciato in un luogo sconosciuto. La conseguenza di questo stato d’animo fu la febbrile agitazione con cui si precipitò a comunicare la notizia agli Apostoli.

La Madonna rimaneva in quel momento in una pace ineffabile, illuminata da un gaudio sacrale ed elevato. Forse stava confermando nel suo Cuore le profezie sulla Morte e Risurrezione di suo Figlio, che si erano mirabilmente realizzate e che formavano nel suo spirito una meravigliosa vetrata attraversata dai raggi dell’autentico Sole invitto.

Quando la luminosità della speranza non illumina le anime, tutto si oscura e non c’è potere terreno capace di dissipare la cupa tristezza dei cuori. Serva questo di lezione per noi, immersi in un mondo preso dalle effimere comodità e sicurezze derivanti da ogni tipo di progresso scientifico e tecnologico, che ha voltato le spalle a qualsiasi prospettiva di eternità. Vivere senza fede significa ridurre l’umanità a una nuova era delle caverne, in cui i surrogati della luce ingannano una moltitudine di individui irretiti dal mito del progresso. Tuttavia, i crescenti livelli di afflizione psicologica derivanti da ansia, depressione e delirio mostrano quanto la volontà umana aspiri a un amore infinito che solo Dio può concedere.

Prima e dopo Maria

Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4 Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.

I due discepoli si avviarono in fretta, senza la minima riflessione, verso il Santo Sepolcro. Essi erano, in qualche modo, responsabili della cecità degli altri, poiché San Pietro era stato nominato Principe degli Apostoli e San Giovanni aveva ricevuto come eredità la custodia della Vergine. Entrambi vedevano soltanto la realtà concreta; l’ottica della fede non brillava nei loro cuori. Essi, che avrebbero dovuto essere i portabandiera della speranza, si lasciarono contagiare dalla febbre dell’informatrice e partirono, velocemente, per vedere con gli occhi della carne ciò che l’occhio interiore non poteva contemplare.

A questo punto, risalta il ruolo provvidenziale della Madonna come portatrice della fiaccola della certezza nel momento della terribile prova. Quando i pilastri della Chiesa erano scossi dalla crudele smentita della Croce, una fiamma ardeva con mirabile intensità: era la Santissima Vergine che, con fedeltà adamantina, custodiva intatto nel suo Cuore Addolorato e Immacolato il mirabile deposito della fede. Ella fu la Venerabile Arca che, in mezzo al diluvio di Sangue del Calvario, custodì il sacro fuoco della verità, che a Pentecoste si sarebbe trasformato in un incendio irresistibile, diffondendosi ai quattro angoli della terra.

Si vede, così, quanto si possa considerare un prima e un dopo Maria nella Storia della Chiesa. È solamente attraverso di Lei che il Figlio ha voluto riversare le sue grazie migliori sugli Apostoli e su tutta la Chiesa.

Carità gerarchica

Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.

San Giovanni seppe onorare la veneranda età di San Pietro e, soprattutto, la sua condizione di capo della Chiesa. Il fatto che non volle entrare nel Sepolcro prima di lui indica un atteggiamento di rispetto che sottolinea il carattere gerarchico della carità cristiana che, contrariamente alla demagogia egualitaria, eccelle nell’osservare l’ordine istituito da Dio in tutte le realtà create e, in modo particolare, nel Corpo Mistico di Cristo.

Senza dubbio, quest’atteggiamento conquistò per il Discepolo Amato grazie preliminari alla fede nella Risurrezione. Vi si può scorgere l’influenza di Maria Santissima che, nella sua profonda umiltà, Si compiaceva di onorare ogni sorta di superiorità, dimenticandoSi di Se stessa e delle sue prerogative regali.

Il primo indizio della Risurrezione

Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra 7 e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.

Alla fine San Pietro raggiunge San Giovanni e, senza esitare, entra nel sepolcro, azione proibita agli ebrei. Vede i teli di lino che hanno avvolto il Corpo – un «grande tessuto», secondo le traduzioni più recenti degli originali greci, che permettono di identificarli con la Sindone di Torino – e osserva che il telo posto sul volto di Gesù è deposto in un luogo a parte.

Ora, se i ladri avessero rubato il Corpo, non si sarebbero preoccupati di togliere il lenzuolo di lino o di piegare il telo funebre. Che cosa significava tutto questo? Pietro considerò questi dettagli, ma non trovò in essi il primo indizio della Risurrezione. Se in quel momento avesse esaminato il Sudario, vedendo i segni discreti ma inconfondibili del Divin Maestro sarebbe caduto in ginocchio e dalle sue labbra sarebbe scaturita la più bella confessione di fede. Tuttavia, la paura che la situazione imbarazzante gli procurava, paralizzò il suo spirito.

L’atteggiamento della Madonna sarebbe stato totalmente diverso. Incline ad adorare qualsiasi traccia del suo Divin Figlio, avrebbe venerato quelle reliquie con torrenti di entusiasmo e, davanti ai suoi occhi, si sarebbe rivelato lo straordinario segreto che il Sudario conteneva. Solo le menti che si lasciano trasportare dalle ali della convinzione della vittoria possono volare!

Cuore Immacolato di Maria – Chiesa di Santa Cecilia, San Paolo (Brasile)

La fiamma della fede è accesa dall’influenza di Maria

Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9 Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

I discepoli non capivano perché mancava in loro lo strumento principale per scrutare le Scritture: la virtù della fede. Quanta durezza di cuore indica tale mancanza. Gesù aveva rivelato chiaramente quale sarebbe stata la fine della sua vita su questa terra, sottolineando che avrebbe vinto per sempre il demonio e la morte. Tuttavia, il desiderio di considerare il Divin Maestro secondo le influenze offuscate dell’opinione pubblica dominante li rendeva sordi alle profezie del Figlio di Dio. La mancanza di fede genera superficialità di spirito, vizio a cui si aggiunge infallibilmente la pusillanimità.

Giovanni, l’Apostolo mariano per eccellenza, fu il primo a credere. Quei segni servirono come scintilla divina per riaccendere la fiamma della fede nella sua anima. Vide e credette, senza dubbio per l’influenza benefica della maternità spirituale della Madonna, che si esercitava in modo speciale sul Discepolo Amato da quando L’aveva ricevuta in eredità sul Calvario.

III – La Pasqua alla luce di Maria

La Madonna fu sempre un mare di raccoglimento profondo, trasparente e verginale. Custodiva e conferiva nel suo Cuore ogni gesto e ogni parola del suo Divin Figlio, con una sete infinita di comprendere e di amare il significato delle più svariate sfumature che le venivano rivelate su di Lui. In questo modo, il suo spirito divenne perseverante, forte e resistente. Ella rimase in piedi presso la Croce, accompagnata solo dalle Sante Donne e da San Giovanni, che nutriva per Lei un affetto filiale. Gli altri discepoli rimasero lontani e timorosi.

Solo Maria poté a pieno titolo soffrire con l’Agnello Immacolato e unirSi a Lui nel sacrificio che faceva di Se stesso. La Madonna fu, in qualche modo, vittima con la Vittima Suprema e sacerdote con il Divin Sacerdote. Non si trattava di un sacerdozio sacramentale, come quello dei Vescovi e dei sacerdoti, ma di una partecipazione diretta al sacerdozio stesso di Gesù, Sommo Pontefice della Nuova ed Eterna Alleanza, che, in questo caso particolarissimo, Le conferiva la prerogativa di essere Lei stessa, acconsentendo ad ogni passo alla Passione di suo Figlio, ad offrirLo in un certo senso al Padre. La Santissima Vergine divenne, pertanto, Corredentrice con il Redentore, gloria forse superata solo dalla Maternità Divina.

E se la lotta fu ardua, altissimo fu il premio e indicibile la gioia. Contemplando questo gaudio mariano che si accese nel momento preciso in cui il Signore della gloria assunse nuovamente il suo Corpo, possiamo elevarci alla felicità sconfinata che inondò per sempre il Sacratissimo Cuore di Gesù nella domenica più bella della Storia.

Una chiesa mariana

Alla luce di questo Vangelo e del discreto riferimento alla fede della Santissima Vergine scoperto tra le righe, emerge una questione di capitale importanza sul futuro della Chiesa.

Se il ruolo di Maria, Madre di Dio e nostra, è stato cruciale durante la Passione, la Morte e la Risurrezione del Signore, nel senso di manifestare con uno splendore unico la virtù della speranza, così offuscata nello spirito dei discepoli, quale sarà la Sua missione nel momento attuale in cui la verità rivelata è dimenticata, ridicolizzata e persino calpestata da lupi travestiti da pastori?

Inoltre, se Gesù ha voluto che il prezioso dono della fede fosse custodito da sua Madre quando tutti vacillavano, non Le ha forse consacrato il compito di vegliare con cura materna sull’integrità della fede degli Apostoli degli Ultimi Tempi, annunciati da profeti della statura di un San Luigi Maria Grignion de Montfort? E come sarà questa virtù in uomini e donne chiamati a sperare contro ogni speranza? Alla luce delle considerazioni fatte sopra, si può presagire una fede tutta mariana e quindi una fede audace, invincibile e gloriosa; una fede ardente che incendierà il mondo e rinnoverà la faccia della terra, inondandola di esultanza.

Da questa fede nascerà una Chiesa mariana, capace di attrarre irresistibilmente le anime che si convertono davanti alle imponenti manifestazioni della misericordia e della giustizia di Dio; una Chiesa che, come la Madonna, sarà una guerriera indomabile e, con la forza che le verrà dallo Spirito Santo, getterà Satana e i suoi seguaci nelle viscere dell’inferno; una Chiesa raggiante di santa gioia, animata da un entusiasmo divino, che con il sorriso della Vergine-Madre illuminerà in modo irresistibile l’universo intero.

 

Note


1 A VIRGEM MARIA, JUNTO À CRUZ DO SENHOR (I). Preghiera sulle oblate. In: CONFERÊNCIA EPISCOPAL PORTUGUESA. Coletânea de Missas da Virgem Santa Maria. Missal. Fátima: Secretariado Nacional de Liturgia, 2014, p.74.

2 Cfr. BENEDETTO XVI. Atto di venerazione alla Vergine Immacolata in Piazza di Spagna, 8/12/2007.

 

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